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In pista con la CBR600SS Mondiale

il 27/11/2002 in Moto & Scooter

Abbiamo provato a Valencia anche la moto che con Foret ha regalato per la prima volta alla Honda il titolo iridato Supersport. È formidabile, ma si fa dare del "Lei"

In pista con la CBR600SS  Mondiale
Altri componenti del kit

Yuppee Riders

Anche il mondo della moto ha il suo bel giro aristocratico. Quello in seno alla Honda è fatto di blasonate moto da corsa, solitamente prototipi che, anno dopo anno, stagione dopo stagione, conquistano titoli iridati nelle varie categorie. In chiusura dell'anno di gare 2002, tuttavia, il "proscenio regale" della casa di Tokyo ha posto in evidenza anche due modelli derivati dalla produzione di serie: la VTR 1000 SP2, che ha conquistato il trono delle Superbike guidata da Colin Edwards, e la CBR 600 FS, che si è aggiudicata con Fabien Foret l'ambito titolo mondiale Supersport.





Tra le due è la CBR a mantenere pressoché inalterate le sue caratteristiche tecniche, in una categoria che si disputa gareggiando addirittura con i pneumatici stradali, quelli che si possono teoricamente acquistare dal rivenditore.
La CBR 600 FS del Team Ten Kate si è fatta onore perciò in un campionato agguerrito, molto agguerrito, conquistando il titolo mondiale proprio nell'ultima battaglia, quella del settembre scorso sulle rive del Santerno, ad Imola.
Dominare è stato compito difficile, dunque, anche perché le restrizioni regolamentari sono tante e tali da rendere improbo il lavoro degli elaboratori, volto a guadagnare un po' di preziosi cavalli.



Ciò nonostante il team olandese è riuscito nell'impresa di rendere competitiva la "piccola" Honda, partendo da un kit che la HRC ha sviluppato per questo modello di serie. Il risultato alla fine è arrivato ed ha elevato il prestigio della piccola CBR al rango delle più blasonate moto dell'Ala Dorata, tanto da farla entrare nel ristretto e titolatissimo gruppo di bolidi - con la RC211V, la NSR 500 e la VTR 1000 SP-2 - messi a disposizione della stampa internazionale a Valencia per un test esclusivo che ci ha visto presenti e del quale, con l'emozione del caso, vi riferiamo.

Gioca un brutto scherzo pensare di avere sotto le terga una moto che, bene o male, è quasi una moto stradale: alla faccia! Il manubrio fissato sotto la piastra superiore di sterzo, le pedane alte ed arretrate, il cambio dal comando rovesciato, danno subito la misura della cosa.
La CBR 600 FS Ten Kate è una moto da corsa, considerazione avvalorata, peraltro, dalla rapportatura della prima, lunga all'inverosimile per una moto stradale; le altre marce sono tutte relativamente corte, ed esauriscono il loro compito - peraltro egregiamente svolto, garantendo sempre un tiro più che sostanzioso ad ogni cambiata - nei pochi attimi che precedono l'intervento del limitatore. A tale proposito ci risulta difficile indicare la scala di erogazione ottimale: il contagiri è inesistente!



Sul pannello della strumentazione, infatti, oltre all'indicazione digitale di temperature di olio e liquido refrigerante, c'è una fila di led gialli che si approssimano al rosso col salire dei giri, momento in cui è consigliabile cambiare rapporto. Troviamo il rimedio interessante, intuitivo e semplice, cosa che ci lascia godere appieno della rapidità nello scendere in piega, della sincerità d'appoggio in percorrenza di traiettoria, dove nulla sfrega a moto inclinata.
Ogni uscita di curva è rapida, sebbene i limiti indotti dalla ciclistica siano lì, non lontani dal manifestarsi.



La CBR, pur tendendo ad alzare il muso in accelerazione, guizza tra le curve, agile, ma suscettibile ai comandi impartiti con energia. Come un cavallo da domare accende gli animi: in staccata è efficace quanto eccitante, un po' recalcitrante quando si indirizza a freni tirati in traiettoria d'ingresso. È qui che bisogna condurla di fino, ma impugnando i manubri con forza, tanto i pneumatici Pirelli si comportano come degli slick! Le perdite d'aderenza, complici anche le sospensioni perfettamente "tirate", non sono mai repentine, ma lasciano un buon margine d'interpretazione al pilota. Vi ricordate per caso le virgole lasciate sull'asfalto da Foret proprio qui a Valencia?

Il notissimo quattro cilindri in linea mantiene naturalmente tutte le caratteristiche fondamentali, a cominciare dalla distribuzione a doppio albero a camme in testa e sedici valvole. La cilindrata è di 599 cc, data da misure di alesaggio e corsa pari a 67 x 42,5 mm. I carter sono rigorosamente di serie, e non solo come conformazione, ma anche come materiale costruttivo, mentre l'iniezione computerizzata è stata modificata al pari della centralina elettronica, progettata e realizzata direttamente da Ten Kate.

La marmitta in configurazione quattro-in-uno ha il silenziatore a sezione ellittica in fibra di carbonio. Se la frizione è standard, il cambio è quel sei marce facente parte del kit HRC; la catena di trasmissione finale è Regina.
Il regolamento impone che il telaio sia strettamente di serie, come i foderi e gli steli della forcella ed il forcellone; si può intervenire sull'idraulica della forcella e sostituire l'unità ammortizzante posteriore, tant'è che la CBR 600 FS Ten Kate adotta elementi WP.



Le ruote sono originali, mentre i freni standard sono stati sostituiti con dischi a margherita, prodotti dalla Calfer by Braking: la particolare forma dovrebbe aiutare a dissipare il calore dalle piste frenanti. La misura d'interasse è quella ormai canonica di 1390 millimetri; per il peso a secco siamo al limite dei 167 chili, mentre la potenza tocca i 125 CV alla ruota ad un regime di 16.000 giri.

di Luigi Rivola


Il kit HRC per il potenziamento della CBR 600 F4i

Il nostro bravissimo collaboratore Alan Cathcart, appena sceso dalla sella della CBR 600 Ten Kate, provata prima dell'inizio del campionato Supersport 2002, l'aveva messo per iscritto su Motonline: "Penso proprio che sarà Foret a giocarsi la grande chance di conquistare la vittoria finale. Ha sicuramente la moto giusta per farlo".
Scripta manent! Alan aveva visto giusto: dopo anni e anni di mezze figure, la CBR 600 ha trovato chi è stato capace di valorizzarla dal punto di vista tecnico e anche un pilota che non si è fatto pregare per cacciar paga ai mostri sacri della Supersport.


Adesso, se volete avvicinarvi prestazionalmente alla moto di Foret, la Honda vi propone la CBR 600 RR, ma anche chi possiede una "F" a iniezione può soddisfare le stesse ambizioni ed ottenere un vero bolide da pista rivolgendosi direttamente alla HRC, che ha in catalogo un kit di preparazione che comprende alberi a camme, molle e valvole, guarnizione della testa, componenti dell'accensione, cambio ravvicinato, collettore di scarico, silenziatore Akrapovic, radiatori per l'acqua e per il lubrificante e ammortizzatore di sterzo.


Oltre al kit, la HRC mette a disposizione una "Data Logger", ossia un sistema di acquisizione dati dedicato espressamente alla CBR 600 F4i e un software per l'analisi dei dati, che lavoro in ambiente Windows. Il kit è costituito da centralina di bordo, ruota fonica anteriore e sensori,cavi di interfacciamento e software di elaborazione dei dati acquisibili, che sono: giri del motore, percentuale di apertura dell'acceleratore, velocità di rotazione della ruota anteriore.

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