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Yamaha Camp 2018: nel nome del Ténéré

Lorenzo Cascioli, foto Marcello Mannoni il 05/06/2018 in Attualità

Tra strade bianche e curve da sogno, con le Super Ténéré 1200 e le Tracer. Gli highlights e le foto di un week-end tra polvere magica e racconti di avventure

Yamaha Camp 2018: nel nome del Ténéré
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La polvere si è appena abbassata. Via il casco, via gli stivali, via tutto. La pozza d’acqua sulfurea è lì che ci aspetta. Calda. Buttarsi dentro è un attimo. Ci buttiamo. Stanchi ma felici. Il Bottu – Alessando Botturi all’anagrafe – racconta storie di deserti e di Dakar. Sembra di essere a Ksar Ghilane, in Tunisia. E invece siamo alle Terme di Bagno Vignoni, nella nostra Italia. Non siamo in un’oasi circondata da palme, ma in un antico borgo immerso nelle colline senesi. Non abbiamo solcato le dune del Grande Erg, ma le strade bianche dell’Eroica. Benvenuti a Yamaha Camp 2018.

Una sfida dietro l’altra

Una ventina di Super Ténéré 1200, una 750 d’annata, una XT 600. Il gruppo si allunga tra le colline di velluto verde. I cartelli indicano nomi come Montalcino, Monticchiello, Radicofani… questi posti ce li invidia tutto il mondo. Un itinerario al sabato, uno alla domenica. Si viaggia in carovana, tranquilli, godendosi il paesaggio. Almeno fino a quando il Bottu toglie i controlli, tira due marce a limitatore e fa vedere come si mette di traverso un Super Ténéré 1200.

Intanto, due colline più in là, il drappello di Tracer si dondola tra le curve. Ci si ricongiunge a pranzo, dove la sfida sono giganteschi pezzi di carne. Poi ancora ognuno per la sua strada. Il gruppo dei polverosi va a pucciare le ruote nei guadi della Val d’Orcia. Gli stradisti si lasciano ipnotizzare dalla sessione di curve dopo Buonconvento. Poi tutti al bivacco, se vogliamo chiamare così un 4 stelle.

Storie da motociclisti

Via il casco, via gli stivali, via tutto. La pozza di calda acqua sulfurea è ancora lì che ci aspetta. Come il primo giorno. Ormai ci si conosce tutti e le chiacchiere partono da sole. C'è euforia nell'aria, forse la polvere respirata oggi fa effetti strani? C’è un ragazzo di oggi che progetta un viaggio in Islanda con la fidanzata, c’è un ragazzo degli Anni 70 che narra storie di mulattiera. C’è Toni Merendino che al bivacco delle Dakar di una volta c’è stato davvero. C’è il Moto Club Ténéré Italia che con un nome così non ha bisogno di presentazioni. Nel prossimo numero di Dueruote (luglio 2018, in edicola da metà giugno) la storia completa su Yamaha Camp 2018
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