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Moto Guzzi Eldorado e Audace: sogno americano

di Andrea Padovani il 29/05/2015 in Anteprime

Le nuove bicilindriche Guzzi guardano oltreoceano, ma il loro cuore e il loro stile rimangono indiscutibilmente italiani. Viaggio tra le sensazioni offerte da un twin più unico che raro

Moto Guzzi Eldorado e Audace: sogno americano
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In sella alle nuove Moto Guzzi Eldorado ed Audace basta chiudere gli occhi per ritrovarsi a vagare con la fantasia sulle sterminate highway americane, tra gli infiniti campi coltivati del midwest, con le propaggini delle Montagne Rocciose nello sfondo. Nascono così queste nuove maxi custom italiane, con i grandi spazi nel cuore, con la voglia di viaggiare, di piacere, di appagare l'osservatore. Ognuna, beninteso, con il proprio stile e il proprio carattere.

Tanto l'Eldorado quanto l'Audace sono state sviluppate sulla medesima base tecnica, quella della California, e sono imperniate sul bicilindrico a V di 90° trasversale di ben 1.380 cc di cilindrata. Ma se la base è comune, non si può dire altrettanto dello stile, classico ed evocativo quello dell'Eldorado (come dimenticare l'omonima antenata degli Anni 70?), aggressivo e "dark" quello dell'Audace, una vera muscle bike.
Differenti anche i prezzi si va dai 18.890 euro c.i.m per la Audace ai 19.190 c.i.m. della Eldorado.
È indubbio, la forza di queste moto risiede nell'aspetto inconfondibile che ha reso famose le Guzzi nel mondo: qui la Casa italiana gioca una partita importante da un punto di vista commerciale, visto che le possibilità di personalizzazione sono illimitate. Già, perché insieme alle due moto è stata creata, come per le V7, una completissima gamma di accessori dedicati su cui - a Mandello - puntano molto. Un aspetto che l'appassionato del genere non sottovaluterà di certo.

Le differenze a livello estetico tra le due moto sono facilmente intuibili osservando le immagini e riguardano soprattutto le finiture, le grafiche e qualche componente, tra i quali figurano i parafanghi, i gruppi ottici, le pedane del pilota e il manubrio.

Andando più in profondità negli aspetti tecnici, vanno segnalate altre differenze: la prima riguarda la coppia massima sviluppata dalla Audace, leggermente superiore a quella della sorella, da ricondurre al diverso impianto di scarico (abbinato a un sistema di iniezione di aria secondaria) che la fa rientrare nella normativa antinquinamento Euro4.

Quasi identica la ciclistica: cambiano solo gli ammortizzatori, i cerchi e i pneumatici. Tutto ciò ha portato una differenza di peso di 15 kg a favore dell'Audace, un gap - come vedremo - quasi trascurabile nella guida visti i volumi generosi in gioco.

Breve ma intensa la presa di contatto con le due bicilindriche italiane, iniziata in sella all'Audace che si distingue innanzitutto per la posizione di guida più raccolta e aggressiva: al di là del diverso comportamento dinamico dovuto al diametro dei cerchi e al peso minore, la postura più aggressiva permette di "dominare" meglio la moto nel misto, garantisce più feeling con l'avantreno e una precisone direzionale più elevata. Di contro, l'Audace stanca un po' di più per effetto del busto piuttosto eretto e delle braccia tese ad abbracciare un manubrio tutt'altro che angolato. Da questo punto di vista l'Eldorado è un passo avanti e permette di macinare chilometri in tutto relax: e questo è un vantaggio non da poco, visto che nella guida le similitudini con la gemella più "aggressiva" non mancano. Entrambe sfoggiano un'elevata stabilità, precisione e solidità in appoggio, sicurezza a tutte le andature… basta solo abituarsi al peso notevole, che inevitabilmente si avverte nei cambi di traiettoria, e alle pedane che toccano facilmente l'asfalto.

Anche il V di 90° lascia il segno, grazie a una spinta generosa a tutti i regimi e all'erogazione molto lineare: e il suo carattere "vibrante" ai bassi, quando magari si riprende in mano il gas sottocoppia, non fa che esaltare l'inconfondibile anima italiana di questi prodotti. Tanta bontà si concretizza in prestazioni velocistiche di tutto rispetto.

In proposte tanto particolari e di impostazione "tranquilla", spiccano il ride-by-wire, il sistema di gestione elettronica multimappa (tre i riding mode selezionabili: Turismo, Veloce e Pioggia) e il traction control. Il funzionamento di quest'ultimo è degno di una sportiva vera in virtù di un intervento molto dolce, quasi inavvertibile anche su fondi a bassissima aderenza. Lo stesso apprezzamento va al funzionamento dell'ABS e al feeling offerto dall'impianto frenante, specie per quello che riguarda il freno posteriore.

Tanta tecnologia, unita agli indiscutibili contenuti estetici, fanno digerire meglio i circa 19.000 euro che servono per acquistare queste Guzzi. Una cifra che, a ben guardare, non è nemmeno troppo elevata se paragonata a quella delle dirette rivali. Da farci un pensierino…

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