EICMA si avvicina e Ducati sforna un’altra novità per il 2023, a brevissimo in esposizione per gli occhi di tutti all’evento milanese. Dopo Streetfighter V4 Lamborghini, Monster SP, Multistrada V4 Rally e il peso massimo Panigale V4 R, da Borgo Panigale arriva Diavel V4, la nuova versione della muscle cruiser, come la definisce Ducati, finora disponibile solamente con propulsore bicilindrico.

La Diavel V4 che in realtà è IL Diavel, come ci tiene a sottolineare Ducati, raccoglie il testimone del precedente modello, la V2 1260, portandone avanti lo stile e il particolare carattere di guida che unisce peculiarità apparentemente inconciliabili, come quelle delle maxi naked e delle moto cruiser. Posizione di guida comoda, arretrata come su una cruiser ma dominante, per donarle quell’inconfondibile animo sportivo, motore poderoso forte di prestazioni da superbike, che l’associa neanche tanto alla lontana all’iconografia del drag racing. 

La linea rimane invariata nel colpo d'occhio, ma in realtà il Diavel si rinnova da capo a fondo come evidenziano il gruppo ottico anteriore full LED, che cambia forma passando dal vecchio Omega alla nuova doppia C che ritroveremo in futuro sempre più spesso in casa Ducati. Al posteriore altra unità a LED che reinterpreta la configurazione sdoppiata che da sempre troviamo sul Diavel. Sul lato destro della moto fanno grande scena i quattro aggressivi terminali di scarico, mentre nel frontale svettano le grosse prese d'aria ai lati del fanale che richiamano un po' la Yamaha V-Max 1200 degli Anni 80, capostipite di tutte le power cruiser.

IL PROPULSORE: V4 GRANTURISMO

Il Diavel V4 è spinto dal motore V4 Granturismo da 1.158 cc che già equipaggia la Multistrada V4. 83 mm di alesaggio per 53,5 di corsa moltiplicati per quattro, capaci in questa configurazione di erogare tutti assieme 168 CV a 10.750 giri e ben 126 nm di coppia a 7.500 giri. Il V4 qui presente ripropone l’innovativa funzione di deattivazione della bancata posteriore introdotta poche settimane fa sulla Multistrada V4 Rally. Questo sistema prevede in poche parole lo spegnimento dei due cilindri posteriori non più soltanto a moto ferma, ad esempio ai semafori, ma anche in altre condizioni, sempre con una transizione impercettibile. Ad esempio nella marcia a velocità contenuta e a bassi regimi, come potrebbe accadere in città muovendosi nel traffico. L’obiettivo è naturalmente quello di ridurre i consumi quando non sia effettivamente necessario l’ausilio di tutti e quattro i cilindri, ma anche quello di migliorare il comfort termico di pilota e passeggero quando possibile, limitando quindi il calore proveniente dalla zona posteriore del motore. All’aumentare poi della velocità, o sopra un certo livello di richiesta di potenza e coppia, misurato dalla rotazione della manopola del gas, la bancata spenta viene riattivata risvegliando così tutto il carattere e le piene prestazioni del V4 Granturismo. Il sistema di deattivazione è attivo in tutti i riding mode.

Riding mode che sono quattro, Sport, Touring, Urban e Wet, ciascuno associato a tre Power Mode, High, Medium e Low. High e Medium consentono l’erogazione della potenza piena ma con diverse risposte all’apertura del gas, più grintosa per il primo e più progressiva per il secondo. Nella modalità Low, associata di default ai riding mode Urban e Wet, la potenza massima espressa si ferma a 115 cavalli con una risposta particolarmente dolce e gestibile.

Il pacchetto elettronico di Diavel V4 si completa con piattaforma inerziale a 6 assi IMU Bosh e cornering ABS su tre livelli, controllo di trazione su quattro livelli, controllo anti impennata, launch control, cambiata assistita in salita e in scalata e cruise control. Il tutto governabile tramite display TFT da 5”. 

DIAVEL A DIETRA: -13 KG!

A livello ciclistico il Diavel V4 fa ancora affidamento sul suo quattro cilindri, che funge da elemento stressato e che contribuisce ad un risparmio di peso di ben 13 kg (-5 nel motore e -8 nel resto della moto) rispetto al precedente 1260. Attorno al V4 si sviluppa un telaio monoscocca in alluminio associato a un forcellone monobraccio anch’esso in alluminio e ad un telaietto posteriore a traliccio in acciaio. Le misure vitali del Diavel sono i 1.593 mm di interasse, 790 mm di altezza sella e 223 kg di peso in ordine di marcia. L’ergonomia vanta una sella ridisegnata per offrire una migliorata abitabilità, un maggior appoggio in accelerazione e una raccordatura più filante con il serbatoio. Il manubrio è stato avvicinato al pilota di 20 mm per rendere la moto più facilmente governabile in tutte le situazioni.

La forcella è un’unità a steli rovesciati da 50 mm completamente regolabile (compressione e precarico sullo stelo di sinistra e ritorno su quello di destra), mentre il mono, anch’esso completamente regolabile, utilizza un serbatoio separato a schema piggyback. L’escursione delle ruote è di 120 mm per l’anteriore e di 145 mm per la posteriore, 15 mm in più rispetto al 1260, per un maggiore comfort di pilota e passeggero.

L’impianto frenante fa affidamento su pinze monoblocco ad attacco radiale Brembo Stylema azionate da pompa radiale che agiscono su dischi flottanti da 330 mm di diametro. Il Diavel V4 corre su esclusive ruote da 17” a cinque razze lavorate a macchina da 3,5” all’anteriore e ben 8” di canale al posteriore, che calzano rispettivamente pneumatici da 120/70 e 240/45; di primo equipaggiamento troviamo Pirelli Diablo Rosso lll.

Per il momento, come per le altre novità 2023, Ducati ha deciso di non comunicare disponibilità e prezzo del nuovo Diavel V4. Immaginiamo che ora di EICMA, ormai tra poco più di una settimana, ne sapremo qualcosa in più.