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Attualità

La crisi del cinquantino e l'abbaglio di "Repubblica"

Marco Gentili
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La crisi del cinquantino e l'abbaglio di "Repubblica"
La crisi del cinquantino e l'abbaglio di "Repubblica"
La crisi del cinquantino e l'abbaglio di "Repubblica"

A ben vedere i cinquantini godono ancora di una discreta popolarità. E soprattutto hanno già cambiato pelle. L'errore commesso dal grande quotidiano generalista, in un suo recente articolo, è quello di soffermarsi al dato grezzo e di esprimere un giudizio affrettato

Può succedere a tutti: ci si sofferma sul primo dato disponibile, si fa un titolo acchiappa-clic e si traccia un'analisi sommaria e imprecisa. Stavolta è toccato a Repubblica, a cui ci permettiamo per una volta di fare le pulci. In un recente articolo intitolato "C'era una volta il Ciao. Crollano le vendite dei "cinquantini". Ecco perché i giovani non li vogliono più", che potete leggere qui, si commenta in modo piuttosto frettoloso l'andamento di mercato dei ciclomotori nel primo trimestre 2023, notando come i loro volumi di vendita non siano più quelli di una volta ("Ah, signora mia, ai miei tempi le cose andavano meglio") e spiegando con queste poche parole il motivo per cui non piacciono più ai giovani: "Il ciclomotore oggi non va più di moda e gli si preferiscono lo scooter, sempre più grande e potente, o la moto che si reinventa con nuove forme, dall’enduro al ritorno del classico in voga nei nostri giorni"  

CICLOMOTORI: COME STANNO VERAMENTE LE COSE

Partiamo dalla fine: i motivi della "crisi" del ciclomotore (non a caso usiamo le virgolette, dopo capirete perché) sono ben più complessi e da ricercare nei cambiamenti culturali che la nostra società ha vissuto negli ultimi 30 anni, che toccano le nuove tecnologie, i nuovi canali di socialità usati dai 14enni, l'accentuata propensione dei genitori a proteggere i propri figli dal "pericolo stradale" demonizzando le due ruote a motore, oltre che a questioni pragmaticamente economiche, come il costo dell'assicurazione, e legislative (dal 1986 in avanti sono stati introdotti casco obbligatorio, targhino e infine obbligo di patente AM) In questa approfondita inchiesta ne avevamo lungamente discusso. Ebbene, se è vero che nel 2000 se ne vendevano 311.836, è anche vero che quello è stato il primo anno di un declino inarrestabile, che è culminato col minimo storico del biennio 2020-21, quando il venduto - complice anche lo stop dovuto al Covid - è sceso sotto le 20mila unità. Ma, dati alla mano, il mercato è già rimbalzato: lo scorso anno il venduto è tornato sopra le 20mila unità, balzando a 21.245 pezzi (il dato più alto dell'ultimo quinquennio). Un piccolo ma confortante segnale per il futuro. Anche perché il cinquantino non è morto: tutti - operatori del settore, produttori e dealer - sono convinti che, nonostante l'onda lunga della "crisi", esista sempre e continuerà a esistere (specialmente nelle aree meno urbanizzate) uno zoccolo duro di utenti in cerca di una mobilità di base, a basso costo e di facile utilizzo, che viene soddisfatta dal ciclomotore. Un segnale in questo senso arriva dai numeri di vendita impressionanti del Peugeot Kisbee 50, uno dei mezzi a due ruote più longevi e soprattutto venduti d'Europa.  

IL CINQUANTINO HA GIA' CAMBIATO PELLE

Ma è sbagliato a prescindere valutare la "crisi" dei ciclomotori solo prendendo in esame i cinquantini venduti. Perché negli anni sono cambiati i bisogni di mobilità, che vengono sempre più spesso soddisfatti da altre tipologie di veicolo, in buona parte assmiliabili ai cinquantini tradizionali. Il ciclomotore esiste sempre e continua a fare dei numeri importanti, semplicemente cambiando pelle. E' diventato - e diventerà sempre di più - un ciclomotore a propulsione elettrica. Anche in questo senso i dati ci sono di aiuto: lo scorso anno sono stati venduti 5.904 veicoli di categoria L1. Numeri che, anno su anno (anche per merito degli incentivi), crescono a ritmo del 50%. A questo va aggiunto anche il ruolo della sharing mobility che, nelle nostre città, avviene sia grazie a ciclomotori elettrici, sia con i monopattini (niente targa, niente casco e niente assicurazione: di fatto la stessa cosa dei ciclomotori pre-1986...). Infine, il ciclomotore si è reincarnato in un altro veicolo a due ruote, ossia la e-bike, che negli ultimi anni (come si evince da questi dati) sta vivendo un momento magico in termini di vendite. Anche in questo caso, la e-bike (per prestazioni, autonomia e facilità d'uso, è una versione "facile" di quello che una volta poteva essere un Piaggio Ciao. E a modo suo risponde alle stesse esigenze di mobilità. Per concludere, quindi, non fermiamoci alla superficie delle cose e alle prime apparenze. Mai dare per morti i cinquantini, qualunque sia la loro incarnazione.  
La crisi del cinquantino e l'abbaglio di "Repubblica"
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