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Il mercato riprenderà alla grande. Ecco perché

Marco Gentili
di Marco Gentili il 23/04/2020 in Attualità
Il mercato riprenderà alla grande. Ecco perché
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C’è un segnale che arriva dai mercati finanziari. E i mezzi pubblici nella fase 2 “aiuteranno” le moto

Siamo al termine della fase 1, quella più delicata della chiusura totale, e si sta per avvicinare la fase 2, quella di un lento ritorno alla normalità per molti cittadini italiani. La nostra atavica insofferenza alle regole, unita alla sacrosanta voglia di routine quotidiana, si scontrerà con degli inevitabili paletti che verranno posti per evitare una seconda ondata del virus che ci ha stravolto la vita.

Il settore delle due ruote ha accusato, più di tanti altri, il colpo. Da un lato ha deposto a suo sfavore la stagionalità che ne caratterizza le vendite (il Coronavirus ha bloccato produzione e concessionari nel momento più caldo dell’anno), dall’altro il mercato italiano è stato colpito più severamente di quello di altre nazioni europee: a marzo ha fatto -66%, mentre in Germania le vendite sono calate solo del 20%. Ma non è il momento di piangersi addosso. Per almeno due ragioni.

 

IL SEGNALE DALLA BORSA

Due giorni fa l'assemblea di Piaggio (che è il più grande costruttore italiano e tra i maggiori operatori europei) ha approvato il bilancio 2019 e deliberato di distribuire un saldo sul dividendo di 5,5 centesimi in aggiunta all'acconto di 5,5 centesimi pagato il 25 settembre scorso, per un dividendo totale dell'esercizio 2019 di 11 centesimi, pari a 39,2 milioni complessivi. Più o meno in contemporanea, la Borsa di Milano premiava Piaggio che chiudeva la giornata a +7,38%, migliore dei titoli di Piazza Affari. Perché, se gli stabilimenti sono ancora chiusi? Evidente: gli analisti e i mercati sentono già profumo di affare, “sanno” che si tratta di un titolo che crescerà: il mercato riprenderà alla grande, le due ruote a motore diventano più una necessità che una scelta.

 

LA FASE 2

È chiaro che, nella fase 2, i mezzi più difficili da prendere per spostarsi saranno quelli pubblici: carrozze contingentate, viaggi solo da seduti e ben distanziati diventeranno la nuova normalità. Con queste premesse, prendere un bus o una metropolitana assume i contorni di una missione impossibile. Meglio quindi optare per veicoli che favoriscano il distanziamento sociale e che garantiscano una agilità nel traffico che l’automobile non può garantire. E il principale indiziato si chiama moto (o meglio, lo scooter per il tragitto casa-lavoro). A ben vedere, la fase 2 favorirà le due ruote a motore più di quanto possa sembrare alla vigilia. E questo movimenterà inevitabilmente il mercato, concedendo magari ai concessionari quell’ossigeno (ossia, la liquidità necessaria) di cui hanno bisogno per sopravvivere.

Il tutto nonostante gli imput ministeriali e quelli di alcune grandi città (influenzate da una retorica vetero-ambientalista e concettualmente contraria ai motori termici), che propongono incentivi per bici e monopattini elettrici. Snobbando, quindi, un settore come quello delle due ruote a motore. Che, ricordiamo, vale quasi 7 milioni di veicoli targati in circolazione, il maggior numero in Europa.

 

Il mercato riprenderà alla grande. Ecco perché
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