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Perché i produttori di moto non vogliono l'elettrico

Marco Gentili il 23/07/2018 in Attualità

I big delle due ruote non hanno fatto grossi tentativi per sdoganare le moto elettriche. Ma sono i primi ad avere paura di perdere il proprio potere e diventare semplici assemblatori

Perché i produttori di moto non vogliono l'elettrico
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Dell’elettrico si parla molto, spesso anche a sproposito. Sulle moto, tanto per dare un esempio a noi vicino, siamo indietro rispetto all’auto, soprattutto dal punto di vista della mentalità. Eppure le moto elettriche iniziano a rappresentare una nicchia piccola ma significativa. Anche i costi di accesso non sono più proibitivi come un tempo. Certo, la mancanza dei punti di ricarica continua a essere il motivo principale che frena l’acquisto di un veicolo di questo tipo.

Tante parole, pochi fatti

Ma forse la questione è ancora più profonda. Se si analizza l’offerta elettrica dei principali produttori, infatti, solamente BMW (con il C-Evolution) dimostra nei fatti di iniziare a credere in un passaggio alla tecnologia elettrica. KTM ha una gamma competitiva, ma per il momento ferma al fuoristrada. Dagli altri costruttori europei, invece, silenzio totale. Dall’altra parte dell’oceano Harley-Davidson ha annunciato l’arrivo della versione di serie del concept LiveWire, ma per il momento si tratta solo di una dichiarazione d’intenti.

Silenzio dal Giappone

E i giapponesi? Lavorano nell’ombra, sviluppano progetti top secret da anni. E Honda è venuta di recente allo scoperto con il lancio del PCX nella doppia versione ibrida ed elettrica. Peccato che per il momento questo veicolo verrà commercializzato solo sui mercati asiatici, e che le prime previsioni dei lotti di produzione riguardino solo poche decine di migliaia di pezzi.

Il potere del motore

Cosa sta succedendo? Il motivo è più semplice di quello che si pensi, e ce lo rivela un alto funzionario di un costruttore nipponico, che preferisce rimanere anonimo: “Con l’elettrico rischiamo di perdere la nostra unica forza, che è quella del motore. Senza questa tecnologia diventiamo dei semplici assemblatori”. Un ragionamento che non fa una piega: perché una Casa dovrebbe spingere per la transizione a una tecnologia che di fatto toglierebbe l’unico primato di cui dispone, ossia la tecnologia e il know how del motore termico?

Un giorno, quando le moto elettriche saranno diffuse, il paradigma cambierà. Gli attori principali saranno i produttori di batterie. Saranno Samsung, LG, Panasonic e compagnia a creare i motori delle nostre moto. Tutto dipenderà dalla loro capacità di evolvere la tecnologia dei pacchi batterie. Cosa resterà quindi ai costruttori di moto che non hanno in casa una tecnologia elettrica? Poco o niente, se non il design e l’assemblaggio.

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  • kealro666
    inquinamenti... - io rimango un nostalgico e saro'tra gli ultimi a convertirmi....pero'se si calcolasse media consumi,km percorsi e valori inquinanti,per salvare il mondo dall'inquinamento credo per le 2 ruote,fatto salvo per il fuoristrada (dove puo'avere molto senso almeno nel rumore!) si puo'attendere per le grandi "conversioni"...
  • Gianni. Mollo
    Ineludibile con rschio - La motorizzazione elettrica e' ineludibile. Con l'avvento dell'Euro 5 vedremo le moto con silenziatori spropositati , e non risolveranno il problema inquinamento . Pertanto come sempre , stare alla finestra e' pericoloso, rischi che il tuo mercato venga conquistato da altri .
  • PierToso
    La ciclistica non mi sembra poco... - Be', e' un atteggiamento tipicamente giapponese, ignorare l'andamento del mercato e della societa' (quando e' indesiderato rispetto ai propri interessi) fino a che e' troppo tardi... Qui non parliamo di un se, ma di un quando. Personalmente, la ciclistica la considero piu' importante del motore, e in quello sono bravissimi, cosi' facendo lasciano piede libero ai cinesi...