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GP Francia: Vermeulen e Lanzi su tutti

il 09/10/2005 in Sbk

Gara-1 all’australiano della Honda, Gara-2 all’italiano della Ducati. Un finale grandioso per combattività e per drammaticità. Cinque piloti coinvolti in una paurosa caduta al via della seconda manche, fortunatamente senza gravi conseguenze. La Supersport

GP Francia: Vermeulen e Lanzi su tutti
Il podio di Corti

di Luigi Rivola, foto Alex Photo


Il vincitore di gara-2, Lorenzo Lanzi, sul podio insieme a Yukio Kagayama e Noriyuki Haga

Magny Cours –
L’ultima manche SBK del 2005 prende il via alle 15.30. Dura in tutto cinque minuti, poi la bandiera rossa la ferma precipitosamente. Cinque piloti, affrontando il curvone a sinistra al termine del rettilineo di partenza, sono rimasti coinvolti in una caduta collettiva con effetti paurosi: moto disintegrate, uomini che volano come marionette e che vengono investiti da altri che hanno perso il controllo del mezzo.

Il bilancio è fortunatamente molto meno grave del temuto: Bussei, che rimedia una frattura al polso e Muggeridge, con un taglio al collo, vengono trasportati all’ospedale di Nevers in osservazione, mentre Martin, Da Costa e Pitt sono subito dimessi e possono tornare in pista.


La corsa riparte alle 16.02. Vermeulen, Kagayama, Lanzi, Haga, Toseland, Walker e Corser tagliano nell’ordine il traguardo del primo giro. Lanzi sembra avere questa volta la gomma giusta e accende i postbruciatori della sua Ducati, supera Kagayama e si lancia alla caccia di Vermeulen. Stabilisce il giro più veloce al secondo giro, poi, al terzo, batte il record stabilito da Vermeulen in gara-1 e riduce il suo distacco a otto decimi, staccando gli inseguitori. Anche Haga sorpassa Kagayama che scivola al quarto posto. Al quinto giro Vermeulen ha solo mezzo secondo su Lanzi che sente il calore degli scarichi della Honda e Kagayama recupera il terzo posto senza comunque liberarsi dello scomodissimo Haga.
La corsa all’ottavo giro assume una fisionomia abbastanza precisa: Vermeulen e Lanzi si giocano il primo posto, Kagayama e Haga duellano per il terzo a quasi 6” dai primi due, quindi Toseland, Corser, Neukirchner e Abe lottano per il quinto a distanza ravvicinatissima. Chili è undicesimo e senz’altro sta già pensando alla prossima stagione.


All’inizio del diciottesimo giro Lanzi comincia a fare prove di sorpasso: pungola Vermeulen che non fa una piega, solido com’è, ci riprova, e in questo modo i due arrivano sul rettilineo del traguardo. Qui la sorpresa che muta le sorti della corsa: la Honda rallenta di colpo e Lanzi non esita a sorpassarla di slancio. La Fireblade è KO, si è rotta la catena: Vermeulen rientra al box e Lanzi continua la sua marcia da solo verso il suo secondo trionfo iridato.
Otto secondi più indietro, Kagayama tiene il secondo posto ed ha risolto a suo favore il duello co Haga, dopo numeri reciproci che hanno fatto andare in delirio il pubblico. Corser è quarto a 14” e precede Walker e Toseland che si stanno scannando per il quinto posto.
L’ultimo giro è una passeggiata per Lanzi, che rallenta e amministra saggiamente il vantaggio, per poi scatenarsi in vista del traguardo. Qualcuno aveva avanzato l’ipotesi che la prestazione non brillante del romagnolo nella prima manche fosse stata dovuta a un cedimento psicologico. Lanzi ha risposto alla sua maniera, e senza bisogno del lettino dell’analista. Arrivato al box è tutto un abbraccio: Haga, Caracchi, Ciabatti, i meccanici. Il posto sulla 999 F06 è suo. Ormai non glielo leva nessuno.

Haga scatta al comando con Kagayama a ruota, che dopo due curve lo supera; il pilota della Yamaha ha un’esitazione e attorno a lui succede di tutto: si toccano, si superano, la classifica è subito sconvolta. Passa a condurre Vermeulen davanti a Walker, Toseland, Haga e Muggeridge; il duello è subito più rivente che mai. Haga è sempre di traverso, Walker sgomita con Toseland per il terzo posto, e Muggeridge è pronto ad approfittare di qualche errore per infilarsi fra i due. Al secondo giro Haga si tocca con Pitt e finisce a terra, intanto Corser è già risalito al sesto posto.
Vermeulen, solo in testa, stabilisce il giro più veloce e nuovo record ufficiale del circuito in 1’40”985. Lo segue Kagayama a 1”, mentre Walker è terzo a 4”5 e guida un gruppone di sette piloti chiuso da Chili in decima posizione. Lanzi autore di una partenza non felicissima, naviga in nona posizione.


Il passo di Vermeulen è semplicemente insostenibile: gira in 1’41” “basso” , mentre Kagayama viaggiaattorno a 1’42”5; l’unico che sta spingendo ancora molto forte, oltre a Walker che tiene caparbiamente la terza posizione coi denti, è Pitt, che non sembra affatto appagato dal sesto posto. Al decimo giro Walker cede dapprima a Muggeridge, poi a Toseland, ma non rinuncia alla battaglia, anche perché deve difendersi dagli attacchi dI Pitt e di Corser. Si arrende invece Chili, che rientra al box con lo sguardo più nero della pece.
A metà gara anche Pitt supera Walker, che poche curve più avanti commette un errore e si fa infilare anhe da Corser e da Neuchirkner. Al quindicesimo giro Toseland riesce ad aver ragione di Muggeridge e guadagna il terzo posto, invece Corser sbaglia una curva ed artra nuovamente di due posizioni. A tre giri dal termine, Muggeridge attacca duramente Toseland, lo stringe in uscita di curva e lo costringe a cedergli la terza piazza; quinto è Corser davanti a Pitt, Walker, Neuchirkner e Lanzi.


All’ultimo giro Toseland prova a restituire il duro attacco a Muggeridge, ma l’australiano resiste; il pilota della Ducati insiste, si appoggia alla carenatura della Honda, “Muggas” allarga il gomito, poi alza il dito in un gesto irriverente, e rimane terzo. Toseland ci prova due curve più tardi e questa volta costringe Muggeridge alla resa. Il traguardo sancisce il trionfo di Vermeulen, registra il tranquillo secondo posto di Kagayama e celebra lo scatto d’orgoglio dell’ex campione del mondo.

Partenza perfetta per Michel Fabrizio, che si presenta al comando del gruppo alla prima curva. Lo supera all’interno Curtain, ma in uscita Fabrizio è nuovamente davati. Finisce il primo giro con Fabrizio in testa davanti alle due Yamaha di Curtain e Parkes e alla seconda Honda Megabike di Foret. Canepa, in buona ottava posizione, esagera, cade ed è fuori gara.

Al secondo giro Parkes passa a condurre e guadagna qualche metro sugli inseguitori; ancora due giri e la situazione in pista vede Parkes solo al comando con 1”3 su Curtain che ha a ruota Foret e Fabrizio; al quinto posto è Fores con la Suzuki, seguito dalla coppia di Ten Kate: Fujiwara e Vos, poi vengono Chambon, Stigefelt, Lagrive e Nannelli, mentre Corradi, che era partito bene, sta arretrando ed è quattordicesimo. Al sesto giro Fabrizio stabilisce il nuovo giro più veloce e si riporta su Curtain dopo aver passato Foret. Il duello in famiglia fra i due piloti della Honda favorisce però Curtain che guadagna un minimo vantaggio che Foret, tornato terzo, non riesce a riassorbire.
Il vantaggio di Curtain cresce e la gara si addormenta. Gli unici episodi degni di nota sono la caduta di Vos, al quindicesimo giro, senza conseguenze per l’esordiente olandese che torna in corsa, e il sorpasso di Chambon su Fujiwara, che perà poco dopo gli torna davanti.


A tre giri dalla fine Corradi è protagonista di una caduta tremenda, ma fortunatamente rimane indenne; Fabrizio intanto aumenta il ritmo e si riporta su Curtain, ma l’australiano resiste e vende cara la pelle. Parkes gira al risparmio e si fa raggiungere: inizia l’ultimo giro con alcuni doppiati che creano confusione, ma non mutano le sorti della corsa: Parkes tiene duro e taglia il traguardo per primo con ancora sette decimi di vantaggio su Curtain che vince la volata con Fabrizio. Foret è quarto a 4” e Nannelli, dopo la volata con Chambon, deve rinunciare per pochi centesimi all’ottavo posto.

Tre Yamaha-Germania ai primi tre posti pochi metri dopo il via. In testa Van Keymeulen davanti a Sofuoglu e Nebel, che prima della fine del primo giro cede la posizione a Coxhell. All’inizio del secondo giro cade Coxhell e nella stessa caduta sono coinvolti Badovini, che con la sua MV era sesto alle spalle di Scassa, Ganther e Fremy.
La corsa prosegue e i primi due, che non si contendono solo la gara, ma anche la Coppa del Mondo, si allontanano. Al quarto giro, il distacco del terzo in classifica, Luca Scassa, è di 2”6; quarto è De Angelis che precede Roccoli, Nebel Dionisi, Rocamora e Polita. Al sesto giro Roccoli supera De Angelis e si porta a ruota di Scassa, che supera il giro successivo strappandogli il terzo posto. Ma il riminese non riesce ad imporsi un ritmo ed è discontinuo: nei due giri successivi si fa infilare in ingresso di curva da Scassa e, poco dopo, è superato in staccata anche da Nebel e Dionisi.


Nebel, autore della pole e alla guida di una Yamaha identica a quella dei primi due, ha impiegato otto giri per scaldarsi, ma adesso va, e si libera presto anche di Scassa, riguadagnando terreno su Sofuoglu che è incollato alla ruota di Van Keymeulen al comando.
A tre giri dalla fine la situazione è invariata nelle prime tre posizioni, salvo il progressivo avvicinamento di Nebel, che è a 1”8 da Sofuoglu; il quarto posto sembra ormai saldamente in mano di Dionisi, mentre per il quinto lottano Polita e Scassa, seguiti da Roccoli, Rocamora, De Angelis e Chiarello.


All’ultimo giro Sofuoglu allunga, passa Van Keymeulen che gli si attacca alla ruota. Arriva l’ultima esse e Sofuoglu arriva lungo sulla prima curva, è costretto ad allargare e Van Keymeulen ne approfitta per tornare in testa. Sofuoglu tenta il tutto per tutto: taglia la seconda curva passando sul prato interno, esce in vista del rettilineo, ma Van Keymeulen è inesorabilmente primo sotto il traguardo e campione del mondo Superstock. Sofuoglu si ferma, scende dalla moto, si siede a terra e si lascia andare a un pianto disperato, inutilmente consolato dagli uomini del Team. Peccato: il vero re della Superstock 1000 2005 nell’arco della stagione è stato lui, ma gli errori si pagano. A volte cari.

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