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GP Francia: Vermeulen: superpole strepitosa!

il 08/10/2005 in Sbk

Con un tempo che demolisce ogni precedente primato motociclistico a Magny Cours, l’australiano della Honda si assicura il primo posto sulla griglia di partenza. Lanzi fa miracoli, ma non va oltre il secondo posto. Corser, frenato da problemi tecnici è ult

GP Francia: Vermeulen: superpole strepitosa!
Pole position del tedesco Stefan Nebel nella classe Superstock 1000

Magny Cours –

di Luigi Rivola, foto Alex Photo

Grande prova di orgoglio per Vermeulen che, nonostante il titolo ormai perso, vuol chiudere in bellezza la stagione, come dimostra la sua Superpole

Magny Cours –
Laconi, tante volte l’ultimo a partire per la superpole, questa volta è il primo, posto spettante al sedicesimo classificato delle prove. Il francese si lancia, guida veloce ma abbastanza scomposto e chiude in 1’41”398: gli applausi nel box Ducati sono tiepidi.

David Checa non combina niente di buono con la sua Yamaha-France, nonostante una velocità massima superiore di 10 km/h rispetto alla Ducati 999. Fra i due si inserisce il nostro Giovanni Bussei, che poi è costretto a lasciar strada a Ben Bostrom, che si piazza provvisoriamente al quarto posto.
Meglio di Laconi fa finalmente Toseland, che abbassa tutti gli intertempi e conclude in 1’40”981, piazzandosi in vetta alla graduatoria. Scende in pista Haga e il primato di Toseland crolla inesorabilmente: col tempo di 1’40”510 il giapponese della Yamaha vola in cima alla classifica. Martin effettua il suo giro veloce reduce da una spettacolare caduta con la Petronas nelle libere che hanno preceduto la Superpole; il suo tempo è modesto: 1’41”747 e gli vale l’ultimo posto. Chili sbaglia quella superpole che tante volte lo ha visto trionfare e fa peggio di Martin: davvero una stagione da dimenticare per il bolognese.


È in pista Muggeridge, che al primo intertempo abbassa il primato, al secondo si mantiene ancora in vantaggio su Haga, ma in conclusione del giro allarga troppo, sale su un cordolo, sbanda vistosamente e perde tempo, piazzandosi secondo dietro a Noriyuki. Walker promette grandi cose abbassando percorrendo più veloce del leader il primo tratto di pista, ma sbaglia qualcosa nel secondo ed è in ritardo di mezzo secondo, un divario che non recupera nell’ultimo tratto. Con 1’41”264 è sesto.
Finisce il giro di lancio di Vermeulen e scatta il cronometro sull’australiano e sulla sua Honda. Il primo intertempo è chiuso in vantaggio di mezzo secondo su Haga; nel secondo il distacco sale a otto decimi e sotto il traguardo ancora sei decimi abbondanti gli assicurano la superpole. Il tempo è semplicemente strepitoso: 1’39”836.

Per Kagayama il compito si presenta molto arduo. Troppo. Sembra filare come un razzo il giapponese sulla sua Suzuki, ma il cronometro è impietoso e lo condanna: è sesto in 1’41”112. Tutti gli occhi ora sono su Corser, il re delle superpole, l’uomo delle grandi invenzioni nel giro unico, ma a Corser questa volta qualcosa gira storto: la sua GSX-R è sempre di traverso, sembra volerlo sbalzare da un momento all’altro; la sua gomma posteriore slitta furiosamente producendo un denso fumo azzurro, l’ipotesi è che il controllo elettronico della trazione non funzioni a dovere. La conclusione conferma una prova del tutto anomala per il campione del mondo 2005: è ultimo in 1’42”659. Si appura poi che per un disguido i meccanici del team Alstare non hanno regolato la pressione della gomma, lasciandola alla pressione di consegna della Pirelli, attorno ai 3 bar.
Il gran finale è tutto di Lanzi, ma per il romagnolo l’impresa appare quasi impossibile. Guida al limite, con vistose sbandate in staccata, percorre le traiettorie pennellandole con la massima precisione, è decisamente più veloce di tutti, ma non di Vermeulen. Il suo tempo: 1’40”349, è il secondo assoluto e probabilmente il massimo che la sua Ducati potesse permettergli.

Il secondo turno di prove ufficiali deella Superbike inizia all’insegna della calma. Molta messa a punto, assetto da gara, nessuna fretta di migliorare i tempi di ieri. L’unico dei potenziali protagonisti a prodursi in un affondo è Lanzi, che finalmente infrange il muro di 1’41” con un 1’40”920 che gli permette di salire dal quarto al terzo posto della graduatoria provvisoria dei tempi. Lanzi ieri aveva assicurato di aver girato sempre e solo con gomme da gara, e probabilmente, almeno in questa prima fase del secondo turno di prove, sta continuando con questa tattica. Se così è, il suo tempo è davvero promettente per la corsa.


Circa a metà turno, la Petronas di Andy Notman, sostituto di McCoy, annaffia d’olio la pista. Viene esposta la bandiera rossa per la pulizia del manto stradale.
A 20 minuti dalla fine, Lanzi dà un’altra limata al suo miglior tempo e con 1’40”840 scavalca Muggeridge al secondo posto. Risalgono anche Toseland dalla diciassettesima alla settima posizione e Laconi dalla diciannovesima alla decima. È il momento delle Ducati.

Mancano solo quattro minuti alla bandiera a scacchi, e Pierfrancesco Chili si fa e ci fa un grosso regalo: 1’41”1: quarto tempo, che diventa subito quinto quando Corser compie il suo primo affondo che si rivela vincente: 1’40”497, pole provvisoria. Si lanciano Vermeulen e Lanzi: l’australiano ottiene il terzo tempo scavalcando proprio l’italiano, che reagisce subito e alla sua maniera: veloce? Di più, velocissimo; con 1’40”450 è sua la nuova pole. Finisce il turno e il pilota della Ducati-Caracchi si mantiene in vetta davanti a Corser, Kagayama, Neukirchner, Vermeulen, Walker, Muggeridge, Pitt e Chili. Chi aveva bisogno di una conferma, l’ha avuta: Lanzi è la nuova stella della Ducati. Toseland e Laconi chiudono al tredicesimo e sedicesimo posto; per il francese c’è indubbiamente la giustificazione delle precarie condizioni fisiche, ma il campione del mondo 2004 sta solo preparandosi a cambiar casacca.

Domani sarà battaglia dura nella Supersport. La Yamaha ha una grande voglia di rivincita, dopo le tante batoste subite ad opera di Charpentier e della sua Honda nel corso della stagione, e il GP di Francia è l’occasione giusta, un po’ perché Charpentier è assente forzato, un po’ perché negli ultimi tre gran premi la competitività della R6 sembra cresciuta.
Ieri Michel Fabrizio con la sua Honda Megabike aveva contenuto le velleità di Kevin Curtain in sella alla Yamaha del team tedesco, aggiudicandosi il miglior tempo, ma al termine delle prove libere della mattinata di sabato si è visto che l’1’44”1, che era valso al romano la pole provvisoria, non era più sufficiente per metterlo al riparo dagli attacchi, visto che Curtain aveva ottenuto un preoccupante 1’43”954.


Fabrizio è evidentemente in gran forma. Sarà la pista di suo gradimento, sarà forse l’ipotesi che lo vuole ormai sicuramente accasato per il 2006 nel Team Ten Kate in Superbike, fatto sta che il romano è sceso in pista per il secondo turno di prove della Supersport con la massima determinazione e con una moto evidentemente molto a punto. Ha tenuto un passo costantemente veloce e quando Curtain ha piazzato il suo colpo, girando in 1’43”983, lui ha subito replicato con un vincente 1’43”835, conquistando definitivamente la pole.
Nessuno, a parte i primi due, è sceso sotto 1’44”. Foret, che ha conservato la terza posizione di ieri, è arrivato al limite di 1’44”080 e Parkes, quarto, si è fermato a 1’44”222.


Fra i primi, il miglioramento più consistente è venuto da Fujiwara, che ha limato otto decimi al tempo del primo turno, piazzandosi quinto; di mezzo secondo è sceso anche Nannelli, che ha così guadagnato definitivamente il sesto posto davanti al debuttante Vos sulla Honda Ten Kate. Ci grande rilievo infine l’undicesimo posto di Canepa con la Kawasaki del Team Lightspeed, una moto certamente non vincente, con la quale il giovanissimo italiano che gareggia nell’Europeo Superstock, si è lasciato alle spalle personaggi di buona caratura come il danese Harms, che a Imola era stato fra i protagonisti.

La Yamaha si è rifatta con gli interessi nel secondo turno di prove della Superstock 1000. Ilario Dionisi aveva portato ieri la sua Suzuki in pole provvisoria, davanti alla Yamaha di Roccoli e alla Suzuki di Polita, ma oggi, terminate le prove, la griglia di partenza vede quattro R1 ai primi quattro posti e le velleità italiane ridimensionate dalla pole del tedesco Stefan Nebel e del belga Didier Van Keymeulen, entrambi in forza al Team Yamaha Germania.
I primi due sono staccati di appena 22 millesimi, a testimoniare il grande equilibrio emerso su questa pista, dove ben undici piloti sono racchiusi in un solo secondo. Mentre Van Keymeulen parte in prima fila, il suo avversario e compagno di squadra, Kenan Sofuoglu, è sesto e dovrà sgomitare in partenza per non farsi staccare troppo.


Fra il turco e il belga, che in classifica di coppa del mondo sono staccati incredibilmente di un solo punto all’alba dell’ultimo Gran Premio, domani la sfida sarà indubbiamente rovente. Sofuoglu sulla carta è favorito, ma Van Keymeulen, che ha accumulato punti su punti sprecando pochissimo a differenza dell’avversario, non gli perdonerà nulla.
In gioco ci sarà pure la pattuglia italiana, fortissima, con almeno quattro piloti che potrebbero vincere e interferire nella battaglia in famiglia del Team Yamaha Germania.


Sono Roccoli e Scassa, che partono in prima fila, ma anche Dionisi, settimo, e Polita, solo dodicesimo sulla griglia di partenza, ma in forma tale da potersi produre anche in un grande recupero.
Badovini, undicesimo, sarà l’unico a difendere i colori della MV nel gruppo più avanzato, vista la defezione, per problemi fisici, di Iannuzzo.

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