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Olanda: prove del venerdì

il 03/09/2004 in Sbk

Frankie Chili ritrova gli occhi della Tigre: solo Nannelli è riuscito ad avvicinarsi al suo ‘tempone’. Muggeridge, come da copione, subito al comando nella Supersport

di Luigi Rivola, foto Alex Photo


Frankie Chili molto soddisfatto nella conferenza stampa dopo le prove. Alla sua destra, un po' sconsolato, Régis Laconi

Assen -
Quando tutti se ne stanno a temporeggiare lasciando che il tempo scorra, per dare tutto negli ultimi istanti, uno che invece non si fa pregare per aprire il gas c’è sempre, e si chiama Pierfrancesco Chili.
Nelle libere della mattinata Frankie aveva lasciato sfogare gli avversari, limitandosi a cercare una buona messa a punto per la sua Ducati 998R, e aveva avuto un primo riferimento nel miglior tempo fatto segnare da Vermeulen in 2’05”644. Appena iniziate le prove ufficiali, Chili si è subito impegnato a tentare di abbassare questo limite, cosa che gli è riuscita in poco tempo. Il suo 2’05”3 lo ha proiettato in vetta alla graduatoria, dove è rimasto per quasi mezz’ora imbattuto.
A dieci minuti dal termine del turno l’atmosfera ha cominciato però a scaldarsi: Toseland con un 2’05”0 ha scalzato Chili dal vertice e anche Bussei, guidando magistralmente la sua 998RS, se l’è messo alle spalle per un attimo. A quel punto Chili è risalito in sella e con apparente facilità ha riguadagnato il comando cdelle operazioni abbattendo il muro di 2’05”. Ha insistito e da 2’04”891 è sceso fino a 2’04”028. Gli altri? Boh...
A 2’ dalla conclusione del turno, Laconi era decimo davanti a Haga e Vermeulen, il loro acuto era atteso, ma arrivava solo da parte dell’australiano della Honda, che risaliva di colpo sino al secondo posto in 2’04”859, mentre Laconi recuperava solo due posizioni, passando all’ottavo posto e Haga addirittura scivolava al sedicesimo. Il colpo di scena, che in un finale degno di questo nome non manca mai, portava però la firma di Gianluca Nannelli, che con la Ducati 998 spiccava un eccellente 2’04”314 che gli permetteva di sistemarsi addirittura davanti a Vermeulen nella griglia di partenza provvisoria del GP d’Olanda.
Chili per il momento è in vetta ed ha certamente tutte le intenzioni di restarvi, ma domani Haga e Laconi, i grandi assenti di oggi, gli renderanno la vita molto più difficile.

Broc Parkes è stato il più veloce, davanti a Karl Muggeridge, nelle prove libere d’apertura del GP d’Olanda Supersport, e Muggeridge si è preso la rivincita nelle prime qualifiche, abbassando il tempo del compagno di squadra di oltre 1”, tanto per sottolineare la differenza.
Battere le Honda CBR600RR Ten Kate è difficile su ogni pista, ma ad Assen, la pista di casa del team olandese, è impresa quasi impossibile. Se ne è accorto anche Jurgen Vd Goorbergh, che pur giocando anche lui in casa non è riuscito ad andare oltre il quarto posto, ad 1”3 da Muggeridge.


Vd Goorbergh è stato comunque il più veloce dei piloti Yamaha, preceduto non solo dai due alfieri di Ten Kate, ma anche dalla Honda-Klaffi di Sebastien Charpentier. Pitt ex campione del mondo al debutto sulla R6 del team italiano, ha ottenuto il nono tempo alle spalle del norvegese Andersen sulla prima delle Kawasaki, mentre Fabien Foret, incredibilmente già in sella a un solo mese di distanza dal tremendo incidente di Brands Hatch, per il momento è diciannovesimo, ma non crediamo che si rassegnerà a fare il convalescente in pista.
Il giro più veloce ottenuto da Muggeridge è sembra eccezionale ma è solo un assaggio: rispetto al record ufficiale della pista, stabilito da Fujiwara con la Suzuki nel 2003, rappresenta un progresso di quasi sette decimi, ma è ancora mezzo secondo più lento del tempone che Vermeulen segnò in prova l’anno scorso con la stessa moto di “Muggas”, il che chiarisce oltre ogni dire il margine che la Honda ha ancora a disposizione sulla Yamaha.
Il migliore degli Italiani per ora è Alessio Corradi, sesto dietro a Curtain, ma il suo tempo di 2’08”358 necessita ancora di accurata e consistente limatura. Lorenzo Lanzi e la sua Ducati 749R navigano in cattive acque e lontano dal porto: il ventiduesimo posto provvisorio sulla griglia di partenza è umiliante per una moto ufficiale che alcuni anni fa fu regina delle Supersport e per un pilota che certamente è in grado di vincere, ma al momento sembra che i problemi di trazione, denunciati fin dall’inizio dell’avventura iridata e attribuiti alle gomme Pirelli, siano pressoché insuperabili.

Invertendo l’ordine dei fattori, il risultato non cambia. Questa è la regola che il Team Italia Lorenzini by Leoni applica all’Europeo Superstock dove i suoi piloti, Gianluca Vizziello e Lorenzo Alfonsi, hanno creato quasi un monopolio in prova, come in corsa, dei primi due posti disponibili in classifica.
A differenza del solito, il più veloce oggi non è stato Vizziello davanti ad Alfonsi, bensì il contrario, ma questo non cambia nulla per il Team Italia: le sue due “promesse” ancora una volta hanno primeggiato e due Yamaha R1 hanno messo in fila anche oggi le tre migliori Suzuki GSX-R 1000 in gara: quelle di Bernat Martinez, di Roberto Chiarello e di Ilario Dionisi.
Tra Alfonsi e Vizziello al momento c’è un abisso: 1”1, e questo può significare una cosa sola: senza nulla togliere alla prestazione di Alfonsi, sembra che il suo compagno sia un po’ troppo lontano perché la faccenda sia normale: è evidente che Vizziello è incappato in qualche problema, e la riprova l’avremo domani, quando si deciderà definitivamente la griglia di partenza.
Interessante anche la sfida fra Alex Martinez e Luca Scassa, ottavo e nono con le Kawasaki ZX-10R al termine delle prime prove ufficiali: fra i due il distacco si esprime in millesimi, e la lotta in famiglia, in mancanza della moto vincente, vale una lotta per la vittoria.
Una volta tanto la prima delle Ducati 999S non è del Team Rox: i suoi piloti, De Angelis e Polita, sono indietro, sedicesimo e diciassettesimo, preceduti anche da Brannetti e dalla sua Aprilia RSV Mille, mentre Ghisbert Van Ginhoven, wild card olandese, ha sistemato provvisoriamente la sua desmo all’undicesimo posto.

Olanda: prove del venerdì
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