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MotoGP, Ciabatti: la Ducati cambierà così

di Christian Cavaciuti il 12/09/2014 in Motogp

Il Direttore Sportivo della Ducati fa il punto sull'impegno del marchio Borgo Panigale nel Motomondiale. La terza squadra Open con Barberà, moto evoluzione ad Aragon e totalmente nuova nel 2015. Obiettivo, la vittoria nel 2016

MotoGP, Ciabatti: la Ducati cambierà così
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A Misano, in una giornata caratterizzata dall'annuncio del ritorno di Aprilia in forma ufficiale alla MotoGP, arriva anche quello (un po' a sorpresa) del passaggio del team Avintia a moto Ducati. In poche settimane gli annunci di rinnovi (Dovizioso), spostamenti (Crutchlow) e salti tripli (quello ventilato di Miller) non sono mancati, ma sono soprattutto i movimenti dei team che stanno disegnando per il 2015 una geografia diversa, che pare preludere a un mondo in cui lo strapotere – sportivo, economico, regolamentare – di Honda e Yamaha verrà ridimensionato. Del resto è in questa direzione che la Dorna sta lavorando da tempo, ed è appunto in questa direzione che va letto anche il consolidamento di Ducati come terza forza del campionato, di cui l'acquisizione di Avintia rappresenta l'ultimo tassello. Delle novità in casa Ducati abbiamo parlato a Misano con il suo Direttore Sportivo Paolo Ciabatti.
Arriva il terzo team a motore Ducati. Come sarà il team Avintia 2015?
Correranno con le GP14, le moto che stiamo usando noi oggi e che hanno dimostrato una buona competitività, ma in configurazione Open. I piloti saranno Hector Barberà più un secondo che il team sta definendo in queste settimane, e che ci verrà sottoposto per sapere se siamo d'accordo con la scelta. Ma già da Aragon Barberà dovrebbe correre con una Ducati.

Perché solo lui?
Perché abbiamo una sola moto disponibile, e la scelta del team è stata ovviamente di darla alla sua prima guida.

E perché correre in versione Open?
Perché il team Factory e anche il Pramac non stanno sfruttando per intero il regolamento Open, e una moto 100% Open ci permetterà di fare esperienza soprattutto in termini di software in vista del 2016, quando con il nuovo regolamento tutti correranno con l'elettronica fornita da Dorna.

Nel frattempo però arriverà la GP15.
La GP15 sarà pronta non prima di febbraio, penso che potremo correrci solo a Sepang. Nel frattempo ad Aragon debutterà una moto che chiamiamo GP14.2, nella quale sono stati ridisegnati alcuni elementi del motore per poter modificare di conseguenza il telaio e ottenere una moto più stretta e snella, che ci permetterà di sperimentare alcuni assetti più "estremi" che finora ci erano preclusi e cercare di ridurre ulteriormente il sottosterzo che è stato il nostro limite cronico nelle ultime stagioni.

Mentre la GP15 sarà una moto completamente nuova?
Sì, la GP15 sarà figlia di un progetto completamente nuovo, il primo in cui Gigi Dall'Igna ha potuto fare decisioni sin dall'inizio, mentre quando è arrivato da noi, a novembre 2013, la GP14 era pronta al 90% e ha potuto apportare solo piccole migliorie, che però hanno riguardato tutti i reparti: abbiamo nuove carene che portano più carico all'anteriore, alcune modifiche al motore e soprattutto un grosso step in termini di elettronica. E tutto quello che si poteva fare con i limiti dell'architettura del motore attuale lo abbiamo fatto sulla 14.2.

Si dice che Dall'Igna sia contrario a mantenere la storica V di 90° Ducati…
La moto 2015 sarà esternamente simile alla GP14, ma nata attorno a un motore completamente nuovo. Dall'Igna ha analizzato liberamente tutte le possibilità e alla fine ha deciso che la soluzione migliore era mantenere i 90°. Ma l'unica caratteristica intoccabile per noi è il Desmo, tutto il resto è figlio della ricerca delle massime prestazioni: quando abbiamo deciso che il bicilindrico non era più adeguato siamo passati ai quattro cilindri, quando abbiamo deciso che il traliccio non era più adeguato siamo passati al telaio in carbonio e poi al perimetrale in alluminio. La MotoGP non è la SBK che deve mantenere un legame con la produzione, qui conta solo andare più forte.

Venendo ai piloti, Pramac resterà il vostro "vivaio"?
Direi di sì, del resto sono molto contento dei progressi di Hernandez che sta realizzando un'ottima stagione. Non dimentichiamo che viene dal Cross e dal Motard ed è solo al suo quinto anno su una moto da pista. E con una GP13 evoluta sta facendo bene, soprattutto in qualifica. Per la squadra interna con Dovi e Iannone direi che parlano i risultati di quest'anno: non solo i podi, ma il distacco che è costantemente sceso. All'inizio del 2013 prendevamo due secondi e mezzo dai migliori, oggi siamo a quattro decimi e siamo ormai al nostro obiettivo per il 2014 di stare sotto i 10 secondi di distacco dal primo a fine gara.

Cosa c'è di Ducati e cosa dei piloti in questi risultati?
I miglioramenti tecnici nel corso della stagione sono stati magari piccoli, ma costanti e tutti nella direzione del miglioramento, e si è stabilito un clima di fiducia tra i piloti e gli ingegneri. Poi Dovizioso è in grande forma, lui stesso ritiene di essere al top della condizione, e il rinnovo per altri due anni gli dà la tranquillità mentale necessaria. Direi che c'è per ora molto della moto e moltissimo di Andrea.
E cosa invece non ha funzionato con Crutchlow?
Con Cal è stata indubbiamente una delusione, per entrambi. È un pezzo che ci stavamo "fiutando", eravamo vicini a chiudere già per il 2013 e poi la cosa si è concretizzata solo in questa stagione. Pensavamo che la sua guida "vecchio stile" potesse sposarsi bene con la guida "fisica" richiesta dalla nostra moto, invece non è andata così. Anche perché contrariamente a quanto sembri, Cal in realtà fa scorrere molto la moto, un po' alla Lorenzo, e sulla GP14 con il suo cronico sottosterzo non è riuscito a guidare come piace a lui, per quanto come hanno dimostrato Dovizioso e Iannone la moto in assoluto abbia un buon potenziale. Va detto anche che Crutchlow è stato rallentato da molti contrattempi e problemi tecnici. Alla fine abbiamo deciso di comune accordo di concludere la nostra collaborazione.

Cal è l'ultimo di una lunga serie di piloti che non si sono trovati a loro agio sulla Ducati, mentre solo in pochi hanno saputo "interpretarla" e vincerci: Capirossi, Stoner e a tratti Bayliss. Con la GP15 l'epoca delle Ducati "difficili" finirà?
Abbiamo già mostrato che siamo in grado di vincere, il nostro unico obiettivo ora è tornare a farlo.

Ma non temete che dopo aver messo a punto la GP15 si debba ricominciare da zero nel 2016 con i grossi cambiamenti regolamentari (rientro di Michelin con misure da 17", elettronica uguale per tutti, eccetera)?
Un cambiamento è sempre un'opportunità, e sappiamo che gli italiani sono sempre molto reattivi. L'importante è essere a un livello abbastanza alto da riuscire a coglierla, come abbiamo fatto nel 2007 con l'arrivo delle 800.

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