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info: https://www.dueruote.it/sport/altri-sport/2021/07/07/gara-e-bike-enduro-piancavallo.html
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E-Bike Enduro: il campionato visto da (molto) vicino

Marco Boni
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E-Bike Enduro: il campionato visto da (molto) vicino
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E-Bike Enduro: il campionato visto da (molto) vicino

Per scoprire i segreti e conoscere questo mondo siamo andati a Piancavallo dove si è svolta la quarta tappa. Non siamo stati solo a guardare, ma ci siamo messi alla prova, provando sul campo il nuovo motore Polini EP3+ MX montato sulla Fulgur Mula

Un’e-bike da enduro professionale rappresenta per certi versi un punto di incontro tra l'enduro in bicicletta e quello in moto, poiché la spinta del motore elettrico rende più veloci le salite e i passaggi in pianura, ma il mezzo rimane comunque la bicicletta e la preparazione atletica conta. Anche per questo aspetto la disciplina sta attirando tanti motociclisti, ex-enduristi ma anche tanti piloti, come Marco Melandri, pronti a mettersi alla prova. Curiosi di saperne di più per vedere questo mondo da vicino siamo andati a Piancavallo in provincia di Pordenone, dove si è svolta la quarta tappa del Campionato E-Bike Enduro. Non siamo stati solo a guardare, ma abbiamo corso e con l'occasione abbiamo provato in gara il nuovo motore Polini montato sulle e-bike Fulgur, in questo caso il modello Mula. Il motore EP3+ MX è un propulsore all'avanguardia, che ha una coppia di 90Nm, il massimo per un motore elettrico per biciclette a pedalata assistita. E prima di raccontarvi del campionato vi spieghiamo nei dettagli come funziona e come si è comportato.

Mula nasce per discese adrenaliniche grazie alle sue geometrie e ai componenti scelti ad hoc. Il motore Polini EP+ MX aiuta durante le salite e permette di mantenere alte velocità in pianura grazie all'elevata coppia a disposizione.

In gara con la Fulgur Mula con motore Polini EP3+ MX

Partecipare alla prova del campionato è stata anche l'occasione per mettere alla prova la Fulgur Mula spinta dal nuovo motore Polini EP3+ MX
Telaio Full Carbon
e batteria integrata, la Fulgur Mula è un'e-bike progettata per affrontare salite sterrate e soprattutto discese ad alte velocità. Infatti, per regolare a pieno l'andatura in discesa sono montate sospensioni Olhins da 160mm anteriori e posteriori e freni Formula Cura da 2 o 4 pistoni. A spingere la Mula è il nuovo motore Polini EP3+ MX, un propulsore da 90 Nm di coppia e 250 W di potenza. Per questo tipo di gare l'asssistenza del motore è usufruibile anche sopra i 25km/h e il sistema di Polini permette di utilizzare 5 mappature da 5 livelli l'una per l'assisstenza. Le prime tre sono Touring, Dynamic e Race, già configurate, mentre le altre due sono personalizzabili tramite app, a seconda delle proprie esigenze o utilizzi. La batteria montata sotto il tubo obliquo è da 504Wh estensibili internamente o esternamente tramite sistemi Fulgur. Provandola nel pieno del suo habitat, la Fulgur Mula, grazie alle sue geometrie, risulta essere a proprio agio su percorsi non battuti e i passaggi sulle rocce vengono aiutati dalle ruote che sono da 29" all'anteriore per maggior agilità e 27,5" al posteriore in modo da avere più aderenza durante la pedalata. In discesa i freni e gli ammortizzatori lavorano bene permettendo di mantenere velocità costanti o adeguate al tipo di passaggio e di oltrepassare ostacoli complicati senza quasi sentirli ammorbidendo i colpi. 

In salita o in pianura, soprattutto nelle speciali in cui bisogna andare veloci, si sente molto il nuovo motore Polini. La coppia elevata permette ripartenze veloci da fermi e di raggiungere alte velocità rapidamente anche in salita. I livelli di assistenza sono adeguati a ogni situazione e la modalità Race è davvero efficiente. Una salita con dislivello di 50 metri la si percorre facilmente e ad alta velocità. È un po' più rumoroso dei soliti motori per urban e-bike, questo è dovuto alla richiesta di tanta coppia, ma nulla di fastidioso e l'andatura risulta piacevole ed equilibrata.
In percorsi sterrati con pochi tratti piani non può mancare un cambio adeguato, 11 rapporti calcolati per percorrere qualsiasi pendenza e venire in aiuto al motore e al pilota, soprattutto nel caso in cui si scarichi la batteria. Parlare di autonomia però è difficile, si potrebbe calcolare in pianura ma su di una e-bike di questo tipo non avrebbe molto senso, perciò dipende dal percorso. In modalità Race non si parla di più di 40km in salita, senza considerare le discese.

Il giorno prima della gara si effettua un sopralluogo delle prove per conoscere curve e percorsi più veloci e non solo, capire il terreno e il percorso serve a preparare la bici prima della partenza

Enduro e-bike visto da vicino, il giorno prima, il sopralluogo

In questo articolo vi portiamo con noi alla scoperta del Campionato E-Bike Enduro. Seguiteci passo, passo.

Il consiglio, come in tutte le gare di enduro, è quello di arrivare un giorno prima per due motivi. Innanzitutto, la possibilità di fare un sopralluogo a piedi lungo le prove speciali. In questo caso a Piancavallo sono due prove: la prima è una gravity da 3 km, una speciale per lo più in discesa in cui l'altimetria varia di 300 metri, questa passa principalmente all'interno di un bosco con fondo instabile e rocce che ostacolano continuamente le traiettorie più rapide. Mentre la seconda è una marathon lunga 3,5 km, prova in cui l'altitudine varia meno di un centinaio di metri ma comprende anche salite impegnative, qui si parte appena fuori un boschetto e lo si attraversa per arrivare ai piedi di una pista da sci e affrontarla in salita e scendere di nuovo. Lo scopo del sopralluogo è quello di farsi un'idea del tracciato segnando a mente i percorsi più rapidi, che difficilmente risultano quelli più intuitivi o battuti, ed eventuali curve successive, per poter passare più rapidamente.
Altro fattore importante è la gestione della bici.  Regolare i parametri principali a seconda del terreno e delle prove da affrontare è fondamentale per guadagnare secondi e vincere. Vedere il percorso permette anche di “organizzare” il consumo di batteria, questa gara la si può affrontare tranquillamente con il motore spinto al massimo e arrivare al paddock con un minimo di autonomia residua ma non sempre è così facile.

Nonostante l'aiuto da parte del motore, la fatica si sente e guardare chi è rimasto senza batteria affrontare le salite fa capire bene la differenza tra e-bike e bicicletta muscolare

 E-Bike Enduro: i segreti della gara

È il giorno della gara. Ore 7 del mattino sveglia, colazione veloce e si torna al paddock per gli ultimi preparativi. La notte ha piovuto e il cielo è rimasto nuvoloso, non una buona notizia per le gomme che passeranno nel sottobosco. Si sistema la pressione dei pneumatici, si controlla la carica delle batterie e si pesa la e-bike per verificare che rientri nei 25kg massimi consentiti.
I primi piloti partono alle 9.30 verso il primo trasferimento da Piancavallo (1270m). Il trasferimento non si controlla durante il sopralluogo poiché non è necessario andare veloci e il primo risulta tutto in salita per raggiungere i 1470 metri di altitudine, dove inizia la prima speciale. Già si nota il prato bagnato e la terra che ieri era sdrucciolevole ora si è compattata a dare più attrito alle gomme tassellate. Arrivato in cima, conto alla rovescia e si scende. Aver visto la prova il giorno prima aiuta ma ricordarsi tutti i passaggi più veloci è complicato e la voglia di passare sui sentieri già battuti porta automaticamente la bici in strade non preferibili. In discesa il motore serve a poco, ma sul piano si nota la differenza di velocità che distingue le e-bike dalle enduro muscolari e in gara il motore non si ferma a 25km/h come su strada!
Nel bosco il sentiero è diventato morbido, il pavimento bagnato fa slittare la bici che scivola sulle rocce nascoste dalle foglie e persino la velocità ne risente poiché le gomme affondano nel fango. La difficoltà maggiore, essendo abituato alla moto, è trovare il punto in cui pedalare per evitare di sbattere i pedali sulle rocce, in moto appunto basta far riferimento all'altezza delle pedane e dare gas. La fatica, nonostante la spinta del motore si sente.
Arrivati in fondo alla prova si riparte con il secondo trasferimento che continua nel bosco, la altitudine qui è di 1170 metri circa. In questo caso il motore dà un aiuto non da poco, solo nel caso in cui ci si ferma è difficile dosare la potenza per ripartire e non far scivolare le gomme. A 1360 metri si trova la partenza della seconda prova speciale. Ennesimo conto alla rovescia e si riparte! Questa risulta più veloce nel primo tratto e i passaggi tecnici richiedo meno accortezza nella maggior parte, il passaggio nel bosco infatti è più rapido. Una volta fuori c'è da fare i conti con la salita: 50 metri di dislivello che si affrontano abbastanza facilmente con il motore alla massima potenza, e vedere alcuni piloti rimanere senza batteria fa capire la difficoltà di portare la bici su con la sola forza delle gambe. Terminata questa sfida si scende, si affronta un "muro" e si pedala verso il traguardo. La particolarità della gara è dover fare questo giro 3 volte con brevi pause tra uno e l'altro. 

In una gara con più giri è facile notare le difficoltà a partire dal secondo. Organizzare il consumo di batteria e la propria forza, può essere decisivo per vincere

E-Bike Enduro: niente cambio gomme, si cambiano le batterie

Si cambia la batteria e si riparte. Da notare la differenza di consumi fra un pilota principiante e uno professionista, il primo termina con circa il 25% di autonomia residua mentre l'altro arriva al paddock con un buon 45%. Per questo motivo conviene organizzare l'utilizzo di assistenza durante i trasferimenti, in modo da non rimanere mai senza motore.
Il secondo e il terzo giro sono più complicati a causa del continuo passaggio delle e-bike nelle prove speciali che affondano il terreno e creano buche sul pavimento non battuto. Non è una novità in questo tipo di gare, soprattutto se il terreno non è frequentato solitamente. Inoltre, alla fine del secondo giro una breve pioggia ha contribuito a rovinare il sottobosco. Da qui si iniziano a vedere i primi piloti rimanere senza batteria a causa di calcoli errati o errori nel cambio tra un giro e l'altro ed è questo che differenzia le bici muscolari dalle e-bike. Nel pomeriggio il tempo ha retto e il percorso è rimasto uniforme senza particolari ulteriori difficoltà.

L'enduro e-bike è ben diverso da quello a biciclette muscolari e se da una parte c'è un aiuto in salita, il peso influisce sul resto del percorso. Anche le prove risultano più veloci.

Una gara per professionisti e non

L'enduro in e-bike si conferma essere una disciplina a sè, ricorda molto quello in bicicletta ma le differenze ci sono e non solo per quanto riguarda il motore ma anche il peso. Passare sui sentieri non battuti con un peso maggiore non è semplice poichè la bici si deve tenere con i muscoli e nella gara a Piancavallo si è visto, soprattutto nella prima prova. I tempi dei professionisti nelle prove si aggirano tra gli 8,30 nella prima prova e 5,45 nella seconda ma a chi si scaricava la batteria il tempo si allungava parecchio, per questo motivo non basta ricaricarla tra un giro e l'altro ma può essere necessario averne più di scorta. Insomma, parlare di enduro e-bike e bicicletta muscolare è ben diverso anche se esiste un'idea delle biciclette motorizzate per la quale vengono considerate più semplici da guidare ma a vedere i risultati della gara non è così. 
L'aspetto interessante è che anche un principiante può correre e affrontare passaggi, tramite l'aiuto del motore, che sicuramente su di una bici muscolare non potrebbe affrontare senza un minimo di allenamento e soprattutto in salita ha la possibilità di rimanere in sella alla e-bike senza difficoltà nella maggior parte dei casi.
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