MOTOGP: LA PAROLA AI NUMERI

Arriva finalmente al via la stagione 2020, che apre il terzo decennio della MotoGP. Ne approfittiamo per guardare indietro agli ultimi vent'anni di top class, anni importantissimi dal punto di vista sia sportivo che tecnico e benedetti da più generazioni di piloti fenomeni e di moto fenomenali

Quando vogliono parlare della sostanza, gli anglosassoni dicono: “show me the numbers”, fammi vedere i numeri. Perché i numeri dicono molto di più delle impressioni, come sanno bene i tecnici di pista che passano ore e ore a studiare le telemetrie. Certo maneggiare i numeri richiede attenzione e tempo; ma al termine dello stop forzato dovuto al lockdown e all'inizio della terza decade di vita della MotoGP, il tempo per guardare indietro agli ultimi 20 anni di vita della classe regina è tempo ben speso.

Dall’età della miscela a oggi

Anni importanti, quelli che vanno dal 2000 al 2019: si aprono con l’arrivo nella top class di Valentino Rossi, hanno visto la transizione storica dalle 500 2T alle MotoGP a 4T (tra il 2002 e il 2006, ma di fatto esaurita in una sola stagione) e vissuto in generale un regolamento tecnico mai così movimentato e mutevole, per cercare di contenere i costi e di assicurare lo spettacolo migliore.

Vi proponiamo un po’ di grafici per affrontare alcune domande che hanno tenuto e continueranno a tener banco nei bar di tutta Italia: quanto vanno più forte le odierne MotoGP delle vecchie 500 2T? Nei suoi anni migliori Valentino è stato più forte del Marquez di oggi? È vero che aveva avversari meno agguerriti? E anche: è più veloce un’auto da F1 o una MotoGP?

Ecco: i numeri aiutano a dare risposte. O quanto meno, a farsi un’idea più chiara.

I grandissimi di questi 20 anni

Tra il 2000 e il 2019 ci sono stati solo sei campioni del mondo, ma è indubbio che questo ventennio verrà ricordato per il lunghissimo regno di Valentino Rossi e per quello, che si annuncia altrettanto lungo, di Marc Marquez: 13 dei 20 titoli assegnati sono andati a loro. Non possiamo dimenticare le due fiammate del talento purissimo di Casey Stoner e le tre di Jorge Lorenzo, ma i numeri parlano sopratutto della rivalità tra il romagnolo e il catalano, con l'ideale passaggio di consegne avvenuto nel discusso Mondiale 2015.

E del resto nessuno ha espresso la superiorità di questi due piloti, arrivati nei loro anni migliori al 70% di vittorie, come vedete in questo grafico. Per confronto, Stoner non ha mai superato il 60% e Lorenzo non è mai arrivato al 50%.

I Mondiali: democrazie e dittature

Confrontare epoche diverse è sempre difficile, ma tanti si chiedono se il miglior Rossi sia stato più forte del miglior Marquez o del miglior Stoner. Un modo per approfondire la questione è mettere insieme la media punti del campione del mondo (asse orizzontale) e il distacco rispetto al secondo (asse verticale, espresso in percentuale).

Le stagioni in basso sono quelle più combattute, e quindi in un certo senso più "democratiche", con lotte equilibrate tra due o più piloti e finali sul filo del rasoio: il 2006 (Hayden su Rossi), il 2013 (Marquez su Lorenzo) o il 2015 (Lorenzo su Rossi). In alto a destra ci sono invece i mondiali a senso unico, le "dittature": i più spietati risultano Rossi (2002 e 2005) e Marquez (2019), a conferma del fatto che, sulla distanza di una stagione, Rossi (ieri) e Marquez (oggi) sono stati i più forti di questi anni - e altrettanto efficaci fra loro.

Se 5 secondi vi sembran pochi

Più difficile quantificare la crescita delle prestazioni delle moto. Per farlo abbiamo preso i 10 circuiti su cui si è sempre corso tra il 2000 e il 2019 (Jerez, Le Mans, Barcellona, Mugello, Sachsenring, Brno, Motegi, Sepang, Phillip Island e Valencia) e abbiamo calcolato il tempo medio al giro, depurato dalle gare bagnate o sospese.

Presa a riferimento la stagione 2000, qui sopra trovate il miglioramento medio anno per anno: nel 2001 non cambia nulla, ma appena arrivano le 4T la curva inizia a scendere vigorosamente, anche se le novità tecniche o regolamentari a volte la fermano: in particolare, abbiamo raccolto sopra la curva quelle con effetto negativo e sotto quelle con effetto positivo. Il miglioramento totale del 5% è notevole (siamo attorno ai 5 secondi al giro), cosi come quello della velocità massima, sempre relativa alle stesse piste, che è pari addirittura al 12%.

Chi va più forte: l'auto o la moto?

Chiudiamo con una domanda vecchia come il mondo (delle corse): chi tra auto e moto va più forte sul giro secco; ma ve lo diciamo subito, non c'è storia. Prendiamo Sepang, circuito su cui dal 2000 al 2017 hanno corso sia F1 che MotoGP: nel 2000 la differenza di prestazioni era tale che mentre l'auto percorreva un giro intero, la moto ne percorreva circa 3/4 (il 75%) .

Per qualche anno la moto ha recuperato terreno, grazie ai vistosi miglioramenti che abbiamo documentato poco fa; mentre l'auto era frenata dalle continue novità regolamentari. Nel 2013 la MotoGP è arrivata al suo meglio, chiudendo all'86% (distacco del 14%), poi nel 2017 Lewis Hamilton e la sua Mercedes hanno rimesso le cose a posto riportando il distacco ai livelli del 2000.