Sembra ieri quando, seguito da una potente deflagrazione nel panorama dei maxiscooter, è atterrato sulla terra quello che per i successivi vent’anni si è imposto come il riferimento assoluto di categoria: lo Yamaha TMAX. E invece sono già otto le generazioni di sviluppo per un prodotto che continua a mietere successi mai scalfiti dall’arrivo di sempre nuovi potenziali concorrenti – in pieno stile dantesco: “non ti curar di loro, ma guarda e passa”.

Vent’anni che sono serviti per affinare il TMAX sotto ogni punto di vista, migliorandone di volta in volta le prestazioni, la resa dinamica, il confort di bordo, la sicurezza attiva e passiva e il design. Mantenendolo però sempre fedele al concetto di partenza: quello cioè di realizzare il maxiscooter sportivo più bilanciato, rifinito e soprattutto bello da guidare – il primo scooter rispettato anche dai motociclisti “duri e puri” per le sue qualità dinamiche.

Stesso charme, ergonomia rivista

E i numeri raccontano dell’indiscutibile successo del TMAX in questi due decenni di vita: 350.000 esemplari venduti in tutto il mondo, dei quali ben 160.000 nel nostro paese. Un successo fatto di clienti fedeli, che in oltre il 40% dei casi hanno deciso di continuare a guidare il maxi giapponese riacquistando il modello successivo. Insomma: un vero e proprio fenomeno di costume, che ha dato vita a una comunità di appassionati e a un indotto con centinaia di parti speciali aftermarket, in grado di soddisfare qualsiasi tipo di esigenza e prurito. Il TMAX è un fenomeno assoluto nell’intero panorama motociclistico.

Volando verso Valencia per la presentazione del modello 2022 del maxi di Iwata ci domandavamo come gli uomini Yamaha avrebbero potuto migliorare ulteriormente un prodotto che, nell’ultima release del 2019, ci era già sembrato vicino alla perfezione. Avevamo naturalmente già avuto modo di vedere a Eicma il nuovo modello ma, come sappiamo bene, la conoscenza dal vivo può sempre rivelare delle sorprese. E al primo impatto il nuovo TMAX ci è subito piaciuto molto: sembra più affilato e più raffinato. La carrozzeria è completamente nuova, forte di un frontale con doppio faro a led e indicatori di direzione integrati, dalla linea molto aggressiva senza essere eccessivamente “manga style” e con ali aerodinamiche integrate.

Pur presentando sempre gli iconici “boomerang”, i fianchi sono più snelli e si appoggiano più agevolmente entrambi i piedi a terra; la coda risulta meno imponente ed è caratterizzata da un faro posteriore che disegna una T. Rivista la posizione in sella, meno distesa e più dinamica con il pilota avvicinato alla parte anteriore per impugnare il nuovo manubrio in alluminio forgiato, dal design molto sportivo. Aumenta lo spazio a bordo grazie ad una sella più lunga, ma anche a pedane più accoglienti che consentono ai piedi del pilota di trovare la posizione preferita.

Ora è 100% connesso

La prima impressione quindi, una volta a bordo, è che sia stata posta molta attenzione all’ergonomia e al confort di pilota e passeggero, che trova a sua volta le pedane poggiapiedi riposizionate. Con la smart key in tasca non ci rimane ora che mettere in moto e partire per il nostro test. Tutto molto facile visto che ora il tasto centrale sotto al manubrio controlla sia l’accensione che l’apertura della sella.

Prima di partire però ci prendiamo del tempo per familiarizzare con la grande novità del modello 2022: il pannello a colori TFT da 7” che prende il posto del doppio strumento: è ricchissimo di informazioni e in grado di connettersi allo smartphone, per un’esperienza di guida davvero straordinaria. Una volta collegato il nostro dispositivo mobile (via Bluetooth o tramite la porta USB situata nel vano portaoggetti anteriore) si naviga facilmente tra le varie funzioni tramite il pratico joystick posizionato sul bracciale sinistro del manubrio. E se abbiamo un casco dotato di auricolari diventa possibile ascoltare la musica o rispondere alle telefonate, mentre grazie all’App di Garmin possiamo visualizzare a schermo intero la mappa di navigazione con tanto di indicazioni “corner by corner”.

Il cuscino d'aria

Ora siamo davvero pronti a dar vita al bicilindrico da 560 cc dalle prestazioni confermate: potenza di 47 CV a 7.500 giri e 55 Nm di coppia a 5.250 giri. Ci rendiamo conto fin dai primi chilometri cittadini che il TMAX è sempre lui: risposta al comando del gas perfetta, erogazione gustosissima fin dai regimi più bassi ma una propensione ad acquistare velocità sempre stupefacente. Impostando la mappa T, quella con la risposta del ride-by-wire più equilibrata, il TMAX si muove come se fosse su un cuscino d’aria. Il setting delle sospensioni rivisto ha alzato ulteriormente l’asticella del confort, con una forcella che filtra tutto pur senza essere mai troppo morbida in frenata e un ammortizzatore posteriore che non soffre le aperture repentine del gas in uscita di curva, sostenendo il posteriore in maniera efficace.

Nel tratto di autostrada percorso durante il nostro test il TMAX ha messo in luce ancora una volta il suo eccellente rigore direzionale anche alle alte velocità, mentre protegge il suo pilota in maniera efficace grazie al nuovo cupolino, regolabile manualmente su due posizioni, che crea minori turbolenze. Ci impressiona sempre la capacità che ha il bicilindrico giapponese di continuare ad acquistare velocità in maniera così veemente, anche all’approssimarsi di quella massima, senza mostrare praticamente mai alcun calo di spinta. Funzionale e sempre molto comodo il cruise control, che si gestisce con semplicità tramite un tasto sul manubrio.

Equilibrio confermato

Quando poi si tratta di guidare davvero il TMAX non si tira certo indietro, anzi. Forte di un asfalto perfetto, il percorso tutto curve studiato per la presentazione calza a pennello alle doti dinamiche del maxi sportivo di Iwata, che non fa altro che regalarci sorrisi di piacere. Scende in piega sempre preciso con la ruota anteriore che rimanda informazioni puntuali e molto dirette, regalandoci una grande confidenza. Anche agli angoli di piega più accentuati il TMAX rimane comunicativo, i cambi di direzione si affrontano senza apprensioni e i 218 kg dichiarati in ordine di marcia sembrano molti meno. I nuovi cerchi forgiati più leggeri concorrono a diminuire le inerzie aumentando la reattività; peccato solo che il cavalletto centrale venga presto in contatto con l’asfalto.

Il grip fornito dalle Bridgestone Battlax Scooter Sc2 permette di divertirsi senza percepire mai la minima perdita di aderenza. Il traction control c’è ma non si fa mai sentire, se non su fondi particolarmente scivolosi dove il taglio di potenza arriva in maniera un po’ brusca. Passando alla mappa S la spinta in uscita di curva sembra se possibile ancora più efficace, e il TMAX fa strada mettendo sempre a suo agio il pilota. La frenata è adeguata alle prestazioni, con un ABS correttamente tarato; apprezziamo sempre molto la possibilità di regolare la distanza delle leve dei freni dal manubrio.

E gli altri inseguono

Dopo un test di oltre 200 km rientriamo al punto di partenza senza accusare particolarmente la stanchezza. Consapevoli, ancora di più nel caso ce ne fosse bisogno, di quanto il TMAX sia un mezzo prima di tutto efficace, equilibrato, bello da guidare e decisamente pratico, oltre che sempre performante e con un’aura da prodotto premium che appaga sempre molto. Negli anni è stato anche criticato per il suo voler “fare la moto” pur senza esserlo. Certo resta uno scooter, ma quello che promette di fare lo fa egregiamente… ai detrattori più accaniti ci sentiamo di consigliare di provarlo e di saperci poi dire.

Il nuovo TMAX MY 2022 sarà disponibile dal mese di aprile a 12.959 euro c.i.m. in tre varianti colore: blu, grigio e giallo, quest’ultimo tributo alla prima serie del 2001. Per gli incontentabili resta poi a listino la versione super ricca Tech Max, che per 15.159 euro offre anche manopole riscaldabili, sella pilota riscaldabile, cupolino a regolazione elettrica e due colori dedicati, entrambi satinati: dark petrol e power grey. E anche questa volta il TMAX è destinato a farsi inseguire.