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Yamaha SCR950: gusto scrambler

Davide Perruchini il 30/03/2017 in Anteprime

Pochi fronzoli, tanta sostanza. La scrambler secondo Yamaha si chiama SCR950, una moto essenziale spinta da un motore bicilindrico a V. Ecco com'è fatta e il nostro primo test sulle strade (anche sterrate) della Sardegna. In vendita a 10.150 euro chiavi in mano

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Negli ultimi anni le moto oltre che mezzi di trasporto sono diventate anche oggetti da esibire, dal forte potere evocativo. Moto che con il loro look spesso fanno l’occhiolino a quelle del passato, cercando di fondere con armonia moderno e antico, sperando di essere più versatili, oltre che modaiole, possibile. Come la nuova Yamaha SCR950, sviluppata partendo dalla nota XVS950, che si inserisce nel grande segmento di moto dallo stile vintage.

Girando attorno alla Yamaha SCR950, disponibile nei colori rosso e nero, si notano subito alcune peculiarità che contrastano con quello che dovrebbe essere lo spirito fuoristradistico cui la moto stessa si ispira, come la trasmissione a cinghia e le pedane basse e avanzate, oltre a una luce a terra non particolarmente spinta. Sì, è vero, già fin da subito ci si rende conto che questa non sarà una moto in grado di fare off-road impegnato ma è improbabile che qualcuno la scelga per questo. 

Ciononostante il sapore di scrambler, c’è tutto. C’è il manubrio basso e ampio con traversino, l’immancabile tabella portanumero laterale, i soffietti parapolvere sulla forcella, il serbatoio a goccia da 13,2 litri di capacità realizzato con una tecnica costruttiva che nasconde le saldature e lo rende quasi “fluido”, il fanale piccolo e tondo. Non manca davvero niente.

Rispetto alla Yamaha XVS950 pedane e sella sono state riposizionate rispettivamente indietro di 15cm e in alto di 14, grazie anche a un nuovo telaietto che la porta a quota 83cm, così da rendere la posizione di guida più confortevole, dinamica e adatta a quei movimenti longitudinali tipici della guida in off road. La ciclistica è stata parimenti rivista con sospensioni irrobustite e ruote a raggi (l’anteriore da 19") con pneumatici moderatamente tassellati. Completa il quadro una piacevole e leggibile strumentazione tonda LCD, moderna e stilosa seppur minimalista sia nel design che nelle funzioni. 

Il motore è un bicilindrico da 942cc e 54 CV, caratterizzato da un’erogazione di coppia piena e vigorosa. Un twin che pur essendo raffreddato ad aria vanta alcune particolarità tecniche interessanti come il cielo dei pistoni in materiale ceramico-composito e un trattamento antiattrito sui bilancieri della distribuzione. I consumi dichiarati promettono bene con una media di circa 20km/l.

Fare amicizia con la Yamaha SCR950 è questione di istanti: la posizione di guida è naturale e i comandi sono tutti dove dovrebbero essere, immediati da usare e senza richiedere particolari sforzi, anche se sono privi di possibilità di regolazione. Il motore si avvia con un rombo piacevolmente cupo, ma dal volume giustamente contenuto. Dentro la prima e via sulle curve delle bellissime strade sarde, dove abbiamo provato questa Yamaha, alla ricerca di un po’ di sterrati da divorare.

Fin dai primi chilometri la Yamaha SCR950 si rivela molto amichevole, tanto che, sotto l’onda dell’entusiasmo, dopo neanche cinque minuti di guida si cominciano a sentire le pedane che toccano per terra nelle curve più strette. Nessun problema, solo un avvertimento di cui prendere nota, dato che di luce a terra ve n’è ancora. Meglio comunque abbassare il ritmo e godersi la gita. Tra una curva e l’altra c’è comunque il modo di apprezzare il cambio, morbido e preciso, e una discreta maneggevolezza, che comincia a mostrare la corda solo quando le velocità ritornano a innalzarsi. Le traiettorie, altrimenti mantenute sempre con rigore, cominciano in questa situazione ad allargarsi, contesto in cui anche i freni, normalmente più che sufficienti, fanno fatica a dare una sensazione decisa di rallentamento, anche a causa del peso importante di questa scrambler. Un secondo disco non si rivela necessario. L’ABS è a punto.

Finalmente arrivano gli sterrati. In piedi sulla sella, ci si trova a guidare con molta naturalezza la SCR950, che garantisce un buon confort, almeno fino a che le strade bianche sono relativamente piatte. Al comparire delle prime buche le sospensioni vanno infatti facilmente a fondo corsa per l’escursione tutto sommato ridotta e si sente anche la mancanza di una piastra paramotore (disponibile però come optional).

La potenza disponibile, erogata progressivamente e ben controllata dal comando del gas, non mette mai in difficoltà, anche volendo cimentarsi in qualche piccola derapata. Ritornati su strade asfaltate, dopo aver anche affrontato un guado imprevisto, ci fermiamo sul lungomare, dove la Yamaha si mostra perfettamente a proprio agio nel tenere ritmi da passeggio, forse la situazione in cui riesce ad esprimersi meglio, capace di tenere la quarta a 30 km/h senza sussulti e con minime vibrazioni del V2. Piacevole e gratificante, proprio come chi l’ha voluta l’ha progettata.

La Yamaha SCR 950, in vendita a 10.150 euro chiavi in mano, si rivela una moto che gioca a fare la scrambler, anche se non ne ha tutte le doti, ma che sotto un altro punto di vista è molto onesta nel rispettare le intenzioni di chi l’ha prodotta e nell’adattarsi bene a quello che dovrebbe essere l’impiego del suo cliente tipo: una moto facile, da usare senza pensieri ovunque e in ogni stagione, con in più quell’aspetto modaiolo che oggi è quasi irrinunciabile e che spesso gratifica chi la esibisce molto più delle potenzialità dinamiche.

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