di Marcello Pollini



I meccanici del Team Castrol Honda

Dietro al sorpasso in campionato di Colin Edwards a Troy Bayliss, che ha riaperto totalmente un campionato che fino a metà stagione sembrava saldamente nelle mani del pilota della Ducati, non c’è solo lo straordinario momento di forma del texano.
Non per niente, il suo impressionante filotto di vittorie (sette consecutive, record assoluto della Superbike) ha coinciso con un decisivo “step” di sviluppo del motore della VTR 1000, messo in campo in occasione della 8 Ore di Suzuka. Sviluppo che è poi stato portato in SBK, permettendo ad Edwards di vincere in carrozza soprattutto le ultime quattro gare.
Probabilmente la crisi di Bayliss ha spostato l’ago della bilancia, facendo apparire la Honda più competitiva della Ducati. La sensazione è invece che in Giappone siano riusciti solo ad “agguantare” tecnicamente i rivali, il resto glielo stanno mettendo i piloti, in positivo o negativo.
Comunque è un dato di fatto che Colin si trovi ora a disposizione un motore missile. Le indiscrezioni parlano di un propulsore in grado di erogare 4-5 CV in più su tutto il campo di utilizzo, con un vantaggio netto consistente che si avverte soprattutto ai bassi e medi regimi.


Inoltre è nuovo anche l’impianto di scarico con due silenziatori e il sistema di lubrificazione, così come le forme delle camere di scoppio e i profili delle camme.
E’ stata utilizzata anche la misura più piccola dei corpi farfallati omologati, di 62 mm di diametro invece che 64 mm.
In pratica si tratta dunque di novità sostanziali, che hanno ridato equilibrio tecnico a tutto il campionato e che hanno permesso ad Edwards di riacciuffare un mondiale che sembrava già perso.

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