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Protagonisti: Claudio Castiglioni

il 31/03/2003 in Moto & Scooter

Sono sue le più belle moto degli ultimi decenni, ha salvato Ducati, reinventato MV, rilanciato Husqvarna e vinto nei GP 500 con Cagiva. Ma il mercato non gli ha sempre dato ragione e oggi, chiusi due anni d’inferno, deve rilanciare la produzione del suo

Schiranna (Va) – Quasi due anni di trattative con Piaggio, bloccate all’ultimo minuto e a programmi ormai avviati, sono stati un colpo che avrebbe messo a terra il più coriaceo degli imprenditori. Ma lui no, il “sognatore”, l’appassionato di moto è anche un combattente, e non si è arreso. Le sue armi una fiducia assoluta nel valore dei suoi prodotti e il supporto di un gruppo di fedelissimi, che l’hanno seguito in tutti i momenti di gloria e, soprattutto, non l’hanno mai abbandonato durante le tempeste più dure, da Miguel Galluzzi (progettista Monster e Raptor) a Massimo Tamburini (dal suo atelier sono uscite 916, F4 e Brutale). Ora un piano di rilancio è stato approvato, la produzione è ripartita e l’obiettivo è quello di uscire in un paio d’anni dall’amministrazione controllata.
Claudio Castiglioni ci riceve nei suoi uffici di Schiranna e non ci sembra molto cambiato: come impone il momento sembra concentrato su obiettivi concreti e raggiungibili, ma si vede che la creatività cova ancora ben viva sotto la cenere.
- E allora,
chiusa la vicenda Piaggio e riprese in mano le redini dell’azienda, qual è la situazione di oggi?
“ Sono stati davvero due anni di inferno, ma finalmente la situazione è tornata sotto controllo e stiamo ripartendo. La produzione è iniziata a marzo con 30-40 pezzi al giorno e si avvia verso l’obiettivo di 120 unità, per una produzione complessiva, nel 2003, di 24.000 moto. 12.000 saranno Husqvarna, 4.000-4.500 MV Agusta e circa 8.000 Cagiva. L’obiettivo è di arrivare poi l’anno prossimo attorno ai 27.000 pezzi, ma non pensiamo di andare oltre: questa è una dimensione corretta, adatta alla struttura della nostra azienda, con un giusto equilibrio tra costi e ricavi e ben rapportata alla capacità ricettiva del mercato. Per esempio, MV Agusta vuole essere la Ferrari delle 2 ruote e, nel quadro di questo obiettivo, produrre più di 5.000-5.500 moto all’anno non avrebbe senso, andremmo a diluire l’identità del marchio e dovremmo posizionarci su dimensioni “giapponesi”, in concorrenza con i Giapponesi: una scelta perdente”.


La Brutale, la più attesa tra le MV Agusta andrà finalmente in produzione in aprile

- Non sono numeri piccoli in assolto, trattandosi unicamente di moto e non di scooter. Con quale gamma di prodotti pensate di raggiungerli?
“ Sotto questo aspetto non abbiamo proprio problemi: MV Agusta produrrà un 50% di F4 (anche nelle versioni Agostini e SPR) e un 50% di Brutale, tutti modelli che il mercato sta solo aspettando. Husqvarna lancerà la nuova gamma delle 4 tempi di 250 e 450 cc - anche in versione Supermotard - e le versioni 2003 delle 125/250 a 2 tempi. Cagiva, infine, continuerà con l’evoluzione delle Linee Raptor 650-1.000 e Navigator. Insomma, abbiamo una gamma di modelli riusciti e in sintonia con le richieste del mercato di oggi”.
- Per quest’anno sono previste altre novità di prodotto, oltre a quelle citate?
“ Stiamo progettando e sviluppando evoluzioni dei modelli attuali ma se ne riparlerà non prima del 2004: l’obiettivo di oggi, infatti, è quello di produrre e vendere la gamma attuale, che ho appena descritto e che è validissima così com’è, non servono fuge in avanti”.
- Dopo il mancato accordo con Piaggio, escludete di considerare la possibilità di nuove allanze oppure questa disponibiltà rimane?
“La disponibilità a valutare nuove proposte di alleanze, nonostante la scottatura rimane. Piuttosto, riguardo a voci corse recentemente anche su motonline, escludo la possibilità di un accordo con Ducati: a parte ogni altra considerazione, i marchi MV Agusta e Ducati sono in buona parte sovrapposti e una loro convivenza sarebbe impossibile, uno dei due finirebbe per essere penalizzato e rischierebbe addirittura di soccombere. Insomma, ben vengano sinergie e alleanza purchè servano a valorizzare i marchi del mio gruppo”.
- Dimentichiamo un attimo le difficoltà, le politiche industriali e i quadri strategici e torniamo al Claudio Castiglioni che tutti amano di più, quello che riesce a inventare e a creare moto bellissime… com’è la prossima moto che hai in testa?
“Eh sì che ce l’ho nella testa… ma questo è un momento in cui devo stare con i piedi ben saldi per terra e non posso certo regalare idee alla concorrenza…posso solo dire che nel mio DNA le moto sono soprattutto stradali, che bisogna sempre inventare cose nuove e non scimmiottare l’esistente, che le moto più affascinanti sono comunque quelle da competizione: insomma, per me le belle stradali devono essere moto da corsa con la cravatta e il maglioncino…”

Gli altri “Protagonisti” intervistati da Motonline:
Ivano Beggio, presidente Aprilia
Silvio Manicardi, Senior Manager Honda Europe
Alberto Vergani, presidente gruppo Nolan.

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