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Terra Modena SX2 450: eccola!

il 26/03/2004 in Moto & Scooter

Alla Borsa di Milano tolti i veli alla nuova supermotard emiliana, frutto della cooperazione di marchi importanti. Motore ancora muto, ma tante idee chiare sul business

Terra Modena SX2 450: eccola!
I piloti Thiebault ( sinsistra) e Lavetti sono fiduciosi nelle possibilità della nuova moto

di Alberto Dell'Orto, foto Giuseppe Gori


Grandi nomi, grandi moto. Questo è, restringendo il sugo, il concetto che sembra trasparire dalle parole che hanno accompagnato la "prima" della Terra Modena SM450, di cui ci siamo occupati in occasione della presentazione del progetto prima e del motore poi. Non è possibile non ricordare anche questa volta gli attori della scommessa: Diego Calzavara, fondatore del marchio dopo un passato di dirigente Ferrari e Pirelli, e Piero Ferrari, figlio di Enzo, titolare di quella HPE che progetta i motori Ferrari da Formula 1, che ha fornito la propria esperienza alla Ducati per il Desmosedici da MotoGP, e che ora si avventura nel settore delle moto complete con un monocilindrico.

E se il motore l’avevamo già visto e discusso in prima di Natale scorso in un articolo dedicato, ieri è stato il momento di togliere i veli alla moto completa.


Una moto, come promesso da Calzavara fin dal primo momento, che ha l’ambizione di proporsi come l’arma totale, la moto vincente che racchiude in sé il meglio del meglio della tecnologia applicabile al settore. Uno sforzo progettuale e tecnico gravoso, a cui sono stati imposti tempi molto stretti, per una moto che nelle intenzioni del patron del marchio dovrebbe prendere parte al campionato del mondo Supermotard 2004, favorita in questo anche dallo slittamento dell’avvio di stagione a giugno. La moto finita sotto i flash dei fotografi, infatti, è un prototipo non ancora marciante: il motore comincerà le prove al banco martedì 29 prossimo, e una volta a punto sarà la volta della ciclistica, su cui i due piloti Alexandre Thiebault e Michele Lavetti dovranno definire i dettagli.

 

Le scelte tecniche fondamentali parlando di un approccio molto race-oriented (come direbbero i maghi del marketing): del motore abbiamo già parlato e vi rimandiamo all’articolo pubblicato a suo tempo, invece il telaio è una struttura a doppio trave perimetrale in alluminio costituito da due piastre laterali ricavate di fusione e due travi ottenute saldando due tubi ognuno, che collegano in modo molto diretto il cannotto di sterzo con il supporto del perno dl forcellone. La parte anteriore del carter del motore è supportata da una scatolatura discendente, irrigidita da due piccoli archi che "ritornano" ai travi discendenti. Il forcellone in lega di alluminio ottenuto per piegatura e saldatura di lamiera attira davvero lo sguardo per le sue forme e la cura di realizzazione.



Le scelte tecniche si spingono un po’ più in là su altri particolari: anteriormente una forcella rovesciata Marzocchi con steli da 50 mm trattati al nitruro di titanio e alluminio (TiAlN) e perno in asse (scelta che sembra privilegiare l’asfalto allo sterrato) e un freno monodisco Brembo con pinza e pompa radiale, un impianto che forse non costituisce una novità assoluta nel supermotard ma di certo vede Terra Modena tra i primi ad adottarlo; più inedito il corto parafango cha fa anche da convogliatore per l’aria verso la "bocca" dell’air-box, il radiatore a tutta larghezza curvato "al contrario" e il sistema di scarico sottosella della Arrow dotato di un particolare ugello di uscita che termina a filo con la superficie del codino, un dettaglio tecnico ed estetico derivato dal settore aeronautico. I cerchi, diversamente da quello che pare essere lo standard della categoria, sono in lega leggera (anzi, leggerissima: li fa Marchesini...) e dotati di un disegno delle razze molto accattivante. Dunlop i pneumatici, una scelta dovuta anche all’affermazione del produttore giapponese come leader nella categoria. Il peso per ora non è stato dichiarato.

Appassionati sì, ma i soldi? Sull’argomento Dario Calzavara sembra avere le idee chiare: le moto sono belle ma gli affari sono affari, e dunque un’azienda che produce moto deve farlo guadagnando il più possibile. Per questo si è partiti con un piano che prevede, analizzando la situazione del mercato europeo (quello USA è problematico a causa dell’euro molto apprezzato sul dollaro), la produzione di 35 moto quest’anno, 150 nel 2005 e circa 300 nel 2006 (affiancando alla SM anche version cross ed enduro). Quest’ultimo è l’anno in cui l’azienda, secondo le stime, dovrebbe cominciare a guadagnare, forte di un fatturato previsto di oltre 6 milioni.
Per ora si cerca di contenere quanto più possibile i costi adottando una strategia che la Ferrari di Montezemolo ha sperimentato con successo: fare in modo che anche i fornitori investano sulle forniture degli esemplari da corsa, guadagnando eventualmente sulla produzione di serie (quando ci sarà) e sul ritorno di immagine che Terra Modena è sicura di poter garantire. Per questo oltre ai citati fornitori di componenti è probabile che anche il gruppo Tecnoelettra a cui si deve la gestione elettronica del motore, o la 2000 Engineering progettista del cambio, La Boni che si è occupata di assemblare la moto, la WS che fa i telai, la SWdesign per la carrozzeria, JPX per parti speciali del motore e la Flamingo Corse per i materiali compositi, abbiano, come si dice, "fatto la loro parte". Calzavara non ha fatto mistero del fatto che la Ohlins non ha accettato questa logica, e che quindi l’ammortizzatore potrebbe benissimo essere di un altro fabbricante, in futuro.

Risparmiare da una parte, incassare dall’altra. E allora, visto che la produzione non è ancora partita, si comincia con le sponsorizzazioni in vista del Campionato del Mondo 2004, ormai alle porte. In gioco è entrata la IWC, storico marchio svizzero di orologi, che di fatto è lo sponsor principale, affiancato da AB Medica (produttore di attrezzature mediche di alta tecnologia), da Mag-Lite (torce elettriche) e gli sponsor tecnici dei fornitori.

 

 

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