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I viaggi dei lettori

Desert Challenge Atacama Cile 2001: dalla Cordillera all'Oceano Pacifico

il 04/03/2001 in I viaggi dei lettori

Quarta puntata dell'avventuroso rally sudamericano di Edi Orioli. A ovest da San Pedro fino ad , poi la costa marittima e il ritorno nel deserto dell'Atacama

Desert Challenge Atacama Cile 2001: dalla Cordillera all'Oceano Pacifico
L'European Austral Observatory a Paranal

Quarta puntata dell'avventuroso rally sudamericano di Edi Orioli. A ovest da San Pedro fino ad Antofagasta, poi la costa marittima e il ritorno nel deserto dell'Atacama

Quarta puntata dell'avventuroso rally sudamericano di Edi Orioli. A ovest da San Pedro fino ad Antofagasta, poi la costa marittima e il ritorno nel deserto dell'Atacama
Quarta puntata dell'avventuroso rally sudamericano di Edi Orioli.
A ovest da San Pedro fino a Antofagasta, poi la costa marittima e il ritorno nel deserto dell'Atacama
Quarta puntata dell'avventuroso rally sudamericano di Edi Orioli. A ovest da San Pedro fino a Antofagasta, poi la costa marittima e il ritorno nel deserto dell'Atacama

di Piero Batini

di Piero Batini

di Piero Batini

di Piero Batini

di Piero Batini

di Piero Batini




Lasciata San Pedro con la prima giornata di sole dal suo inizio, il Desert Challenge sceglie una lunga rotta ad ovest fino ad Antofagasta, poi scorre le onde dell'Oceano Pacifico fino a Tal Tal, ed infine si insinua ancora nel deserto dell'Atacama, per raggiungere El Salvador, un "campo base" decisamente più asciutto dei due precedenti.

E' la rotta del "Salnitro" fino al mare, poi quella delle miniere, per ritrovare nella città disegnata da un grande architetto sull'ispirazione della Brasilia di Oscar Niemeyer uno scenario ancora diverso. Edi Orioli e la sua Honda Transalp, cento km in direzione di Calama ritrovano la piccola laguna Ojo del Mar, un "buco" di acqua salata che sprofonda verso il centro della terra e che nemmeno Cousteau è riuscito a misurare in profondità.

Lungo la strada di Antofagasta, e lungo la direttrice di una delle più antiche ferrovie del deserto, scorre una dopo l'altra la serie triste e desolata delle "Oficine" del Salnitro. Fermarsi a Pampa Union è un po' come tuffarsi in una delle pagine più importanti della storia Atacamena, per riscoprire che il deserto più arido del mondo è stato anche "il più triste".

Poi lungo l'Oceano un itinerario più vario e "turistico", con la sosta vicino alla "Mano del deserto", una scultura che spunta dalla sabbia del deserto in mezzo ad una spianata magnifica.

Lasciata quindi la scorrevole Panamericana verso sud, la moto e il suo pilota si sono addentrati per 150 km in una pista veloce e priva di insidie, ma polverosissima, alla ricerca dei contrasti tra il Cile della sua storia e del suo futuro tecnologico.

E al mattino presto, dopo aver bivaccato sotto il cielo nel quale cercare la Croce del Sud, sulla spiaggia di Paposo ed all'osservatorio astronomico del Paranal. Un tuffo nel Pacifico ed altri 200 km di piste polverose e torride, attraverso le suggestive "pampas" del Carmen e dell'Indio Morto costellate di vecchie e non più sfruttate miniere.

Infine El Salvador, ed è subito una scorribanda nel deserto a sud per incrociare il Camino de los Incas una delle arterie del dominio Inca sul Sud America. Partita da Cuzco, è rimasta intatta la traccia di questa strada, intervallata dai Tambi (antichi "Autogrill").
La Gallery






In Cile ogni pista che attraversa il deserto porta verso una piccola sorpresa. Se n'è accorto Orioli spingendo la sua moto in alcuni angoli sperduti, senza una ragione precisa nello scegliere una rotta piuttosto che un'altra. D'altra parte, tra la cordillera e il mare, il "corridoio" è abbastanza stretto per allungare sempre di poco la strada verso sud. A Chiu Chiu, un piccolo e caratteristico paese di poche centinaia di abitanti, il centro è la chiesa di San Francisco, ma i turisti la scoprono per raggiungere l'Ojo del Mar, in una piccola laguna di 500 metri quadri dominata dalle cime del San Pedro e del San Pablo. Sono gli abitanti stessi che si incaricano di informare i viaggiatori che il piccolo "occhio" blu ha una profondità sconosciuta, e che nemmeno Jacques Cousteau è riuscito a raggiungerne il fondo.

Oltre il deserto, una volta lasciata alle spalle Antofagasta, la Panamericana rompe la sua monotonia con lo spettacolo della Mano del Deserto, una scultura del 1992 di Matias Irrarazabal che mimetizza nei colori del deserto una "sinistra" che spunta dalla sabbia.

Alla fine, mentre i km di asfalto si sommano, si è tentati di abbandonarlo per andare a curiosare in una delle tante piste che richiamano verso l'interno dell'Atacama. Tra Calama e Antofagasta le salnitriere abbandonate si susseguono senza interruzione, con le loro "torte" di materiale sfruttato da una parte e le macerie degli abitati dall'altra, e Pampa Union, attraverso le cui strade è passato Orioli, è solo una di esse, un esempio di quella storia.






La pista che lascia la Panamericana 40 km a sud di Antofagasta non è stata scelta a caso, e la polvere dei giganteschi camion carichi del minerale estratto dalle miniere scivola sui colori della Transalp e sulla tuta immacolata di Edi Orioli.

L'obiettivo è quello di "indagare" in un solo giorno sul futuro tecnologico del Cile dell'Atacama e sul suo passato. Meno di cento km ed il bivacco nella vallata riunisce i componenti del Desert Challenge sotto il cielo più "pulito" della... Terra, lo stesso motivo che ha spinto l'astronomia mondiale a scegliere questo luogo per installarvi il telescopio ottico più grande... del mondo (un Paese dei record, stiamo scoprendo. Il più bello del mondo, come dice Giorgio De Gavardo ammiccando).

Questo cielo è attraversato dalle nuvole per non più di dieci giorni all'anno, e sulla sommità "segata" del Cerro Paranal è nato l'ESO (www.eso.org), l'European Austral Observatory, dotato del VLT (il very Large Telescope), che combinerà entro il 2004 la potenza di quattro specchi di 8,2 metri di diametro per la realizzazione del più ambizioso progetto di interferometria. Già adesso la nitidezza ottenuta dal sistema attuale consente, per dare un'idea, di vedere un uomo sulla luna. Ma è nella profondità di altre galassie che di notte si puntano questi giganteschi occhi.

I chilometri di pista si susseguono, divertenti, piegando verso ovest nell'avanzata a Sud. Gli altimetri cominciano a dare cifre "normali", e passando accanto ai cactus lungo le "quebrade", gli ultimi tornanti polverosi finiscono in mare, nell'Oceano Pacifico. Edi Orioli è voluto andare a Paposa, su suggerimento di Giorgio. E' un villaggio di pescatori, che offre un po' di mano d'opera anche alle vicine miniere, ma nel corso della sua storia ha ospitato vescovi ed esploratori, e il ricco José Antonio Moreno, detto il Manco, proprietario "minero" che costruì sulle rive dell'Oceano la sua "Casona" in Adobe e canne di Guayaqui che ora è abbandonata, sorvegliata solo dai pellicani di guardia sulla scogliera.
Desert Challenge Atacama Cile 2001: dalla Cordillera all'Oceano Pacifico
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