Moto & Scooter
Non è mai troppo tardi: le migliori moto per (ri)cominciare a 50 anni
Non è questione di età, ma di scelte: dalle tourer alle crossover, ecco secondo noi i modelli che possono rendere viaggi e spostamenti urbani più piacevoli grazie a posizione di guida rilassata e motore dall’erogazione facile
Superata la soglia dei cinquant’anni, il rapporto con la moto cambia, ma non per questo perde intensità. Anzi, per molti motociclisti è proprio questa la fase in cui la passione assume una nuova maturità. Ci si lascia alle spalle la smania della prestazione a tutti i costi, tipica della gioventù, e si riscopre il valore del comfort, della facilità di guida e del piacere di viaggiare senza fretta.
In questo quadro rientrano diverse situazioni tipiche. C’è chi ha passato una vita sulle due ruote e, con l’esperienza accumulata, oggi preferisce moto che non lo costringano a guidare in posizioni "estreme": gambe troppo raccolte, polsi caricati e assetti rigidi lasciano spazio a soluzioni più ergonomiche, con posture distese e impostazioni studiate per macinare chilometri senza noie. Poi ci sono i “ritorni di fiamma”: chi da ragazzo ha vissuto la moto come simbolo di libertà, ma che per anni l’ha abbandonata, salvo poi riscoprirla una volta stabilizzati lavoro e famiglia. Per loro, la priorità è ritrovare il piacere di guida senza doversi misurare con mezzi eccessivamente impegnativi.
Un’altra categoria crescente è quella di chi si è sempre spostato in scooter e decida di fare il salto verso la moto vera e propria. A spingerli è la curiosità, ma anche la crescente offerta di modelli accessibili: le nuove proposte orientali hanno ormai raggiunto un livello qualitativo che a prima vista non ha nulla da invidiare alle giapponesi o alle europee, con il vantaggio di un prezzo molto più contenuto. Anche in questi casi, l’aspetto fondamentale è la facilità: servono moto intuitive, leggere e poco affaticanti, ideali per chi non abbia ancora grande dimestichezza.
L’offerta del mercato risponde a queste necessità con un’ampia gamma di proposte: dalle classic o scrambler confortevoli, capaci di unire stile e praticità alle crossover per tutti i terreni, fino alle tourer pensate per i lunghi viaggi. La parola chiave è una sola: piacere di guida. Ecco, secondo noi, 10 modelli di moto adatti per mettersi o rimettersi in sella superati i 50 anni.
Partiamo dalle nuove beniamine del mercato, le piccole naked monocilindriche raffreddate ad aria dal taglio che va dal classic al custom. Potenze attorno ai 20 CV, peso magari non piuma ma comunque ben sotto i 200 kg, con baricentro e sella bassi per la massima accessibilità e una guida semplice e intuitiva. Sono moto che a dispetto di prestazioni "utilitarie" si sono dimostrate in grado di riconciliare una larga fetta di italiani con le due ruote e con il viaggio, da soli o in coppia, grazie a prezzi d'acquisto abbordabilissimi (tra i 4.000 e i 5.000 euro) e costi di gestione irrisori. Moto confortevoli, parche, semplici ma non banali: più curate e personali di quel che si potrebbe pensare, sono un po' l'equivalente a due ruote dello "slow food", da gustare poco alla volta anche - ma non solo - su percorsi vicini a casa.
Erede di quella che è stata quasi una instant classic, l'Himalayan 450 raffreddata a liquido ha segnato la svolta della maturità per la Himalayan. Motore più potente, 40 cavalli al posto dei 24 della 411, ciclistica più a punto con sospensioni più moderne ed evolute, dotazione di bordo completa da vera piccola adventure. Il tutto condito da un’estetica che mescola efficacemente contemporaneità e quel sapore retrò che del vecchio modello era stato uno dei punti di forza. Lei, per chi voglia tornare in moto a 50 anni e si sia lasciato contagiare dalla smania di esplorare su tutti i terreni, è la soluzione perfetta. Cavalleria sufficiente ma non esuberante, peso non proprio piuma ma sicuramente inferiore alle più grosse bicilindriche, posizione di guida eretta ma con sella non troppo alta, per toccare sempre a terra con sicurezza. Eccola qui la ricetta per l’adventouring facile, a soli 5.900 euro.
Rimaniamo nell’ambito delle cilindrate medio/piccole e delle moto dal sapore vintage, ma con un modello più scrambler e meno adventure. In effetti si chiama proprio Scrambler, ed è la bella 400 X di casa Triumph, presentata assieme alla sorella Speed 400 non molto tempo fa. Monocilindrico da 398 cc, 40 cavalli, peso in ordine di marcia di 179 kg, sospensioni da 150 mm di escursione, ruote in lega ma cerchio anteriore da 19” e Metzeler Karoo Street come pneumatici di primo equipaggiamento. Tradotto, una moto per lo più stradale, ma che accetta percorrenze su strade bianche e sterrati leggeri, sempre con calma. Ma il punto forte della Scrambler 400 X, come anche della Himalayan, è il rapporto qualità prezzo: il marchio è inglese, è costruita in Asia ma le finiture e gli assemblaggi sono degni della casa di Hinckley. Più abbondante rispetto alle altre mono di questa cilindrata, è accogliente anche per chi è più alto e da guardare è un piccolo capolavoro. Prezzo concorrenziale: 6.395 euro.
Restiamo ancora nel campo delle piccole, ma raddoppiamo il numero di cilindri e passiamo a un’adventure fatta e finita: la CFMOTO 450MT è stata una delle più belle sorprese. Ben costruita, efficace e con un prezzo che sembra quasi uno scherzo. Bicilindrico parallelo da 449,5 cc e 44 cavalli, quindi guidabile con patente A2, sospensioni KYB, ruote da 21 e 18” a raggi tangenziali, quindi tubeless, e sovrastrutture che richiamano le moderne moto della Dakar, disponibile con parafango alto o basso. Il peso non è quello di una specialistica, è chiaro, ma quei 175 kg a secco sono comunque almeno una ventina in meno delle colleghe da 700 cc. Tutto a beneficio della facilità d’uso, per chi non abbia grande esperienza, per chi non sia così alto di statura o per chi abbia deciso di smettere di chiedere gli straordinari ai propri muscoli. Un difetto? La rapportatura molto corta la rende meno adatta alle lunghe traversate autostradali, ma per il fuoristrada turistico e per godersi il paesaggio quei 44 cavalli sono più che sufficienti. Una moto bella da guardare e da guidare offerta a 5.990 euro.
Un nome ormai storico nato quasi vent’anni fa, sinonimo di concretezza e affidabilità. La Kawasaki Versys 650, sorella minore della 1000 e oggi della 1100, è la versione entry level della crossover di Akashi, mezzo magari non particolarmente conturbante né sexy, ma sicuramente razionale ed efficace per pressoché qualsiasi uso che della motocicletta si possa fare su strada asfaltata. Innanzi tutto, costa il giusto: 8.190 euro di listino per mettersi in garage un ultra collaudato pezzo di impeccabile ingegneria giapponese. Il motore è un bicilindrico parallelo da 649 cc con 67 cavalli, nulla da far da gridare al miracolo, ma sono cavalli sinceri, pronti sotto quanto basta per spingere moto e pilota fuori dalle curve con il giusto brio. Il resto della dotazione si è evoluto con il passare degli anni, sia come ciclistica che come elettronica e dotazione di bordo. Protettiva, parca, semplice nell'approggio, la Versys è uno dei punti di riferimento se vi interessa viaggiare in scioltezza con una moto affidabile e confortevole: davvero una piccola grande tourer, che vi porterà ovunque anche con passeggero e bagagli.
Da contraltare a moto come la Versys 650, ma anche alla Yamaha Tracer 7 che vedremo tra poco, fa tutta una schiera di modelli di origine orientale, alcuni in vendita con marchi nostrani, altri dichiaratamente cinesi. Volendo qui comprendere 5 moto differenti, non scenderemo nel dettaglio tecnico di ciascuna, ma baderemo piuttosto al concetto comune. Sono tutte moto con prezzo entro i 7.500 euro da nuove, in alcuni casi stanno ben al di sotto di questa soglia e offrono un contenuto tecnico che per buona parte dei motociclisti è più che sufficiente. Con loro non stai comprando solo una motocicletta, con loro compri un piccolo sogno, che è quello di poter arrivare quasi ovunque senza limiti di terreno. Poco importa che il 90% degli acquirenti non le sfrutterà mai oltre la scorrevolissima strada bianca, quello che conta è credere di poterci girare il mondo, e parcheggiare al bar una moto che ricorda la GS, vantandosi con gli amici di averla pagata un terzo. Le abbiamo provate tutte insieme qui.
Di tutt’altra estrazione la Moto Guzzi V7, una moto moderna che sembra d’epoca, con una linea inconfondibile che si ispira apertamente alla storia del marchio di Mandello del Lario. La Guzzi V7, disponibile in vari allestimenti, è spinta dal classico V2 longitudinale da 853 cc con 67 cavalli, non molti ma sufficienti per quello che la moto vuole essere: un mezzo da diporto piacevole da guardare e guidare, senza voler essere davvero sportiva, per quanto attorno alla V7 sia anche organizzato un trofeo in pista. Lei è più a suo agio in città o in collina, ma non pensate di attraversarci mezza Europa perché non c’è un minimo di riparo dall’aria. Se invece volete una moto più rigorosa nella guida sportiva e meglio frenata, c'è la fascinosa versione Sport. La V7 è facile perché, appunto, non è esuberante e perché si tocca a terra con entrambi i piedi senza problemi, la sella è a soli 780 mm da terra; il peso non è particolarmente contenuto, parliamo di circa 200 kg, ma il fatto di toccare saldamente a terra risolve buona parte dei problemi. I prezzi per una Moto Guzzi V7 nuova partono dai 9.199 euro della V7 Stone.
È la concorrente diretta della Kawasaki Versys 650 e, aggiornata con un modello tutto nuovo nel 2025, ne ricalca le caratteristiche di base. È una crossover prettamente stradale spinta dall’azzeccato bicilindrico parallelo CP2 da 689 cc con 73 cavalli e 68 Nm a 6.500 giri. La versione più recente guadagna comando del gas elettronico, diverse modalità di guida, mappe motore, controllo di trazione e cruise control, tutti elementi che mancavano fino alla Tracer 7 2024 (e potrebbe arrivare anche il cambio automatico Y-AMT per ora riservato alla MT-07). Ora la Yamaha Tracer 7 è una crossover sportiveggiante davvero completa, grazie anche ad una ciclistica che prevede finalmente una forcella a steli rovesciati. La posizione in sella è perfetta per chi non sia troppo alto, mentre gli utenti sopra il metro e ottanta troveranno un po’ troppo chiuso l’angolo che devono mantenere le ginocchia. Diverso il discorso con la sella comfort maggiorata, disponibile di serie sulla Tracer 7 GT: leggermente più alta e meglio imbottita; se si cerca comodità è un bell’accessorio da considerare. I prezzi partono da 9.999 euro.
Anche lei è una novità del 2025, è basata sulla naked GSX8-S ma se ne discosta fortemente dal punto di vista estetico. La Suzuki GSX-8T è una sorta di moderna café racer, con faro tondo, serbatoio arrotondato e coda corta, ma è un esercizio di stile più ricercato della semplice moto classic, perché tutte le linee presentano un taglio contemporaneo, in un’armoniosa alternanza tra sinuoso e spezzato. Il suo motore è il bicilindrico parallelo da 776 cc con 83 cavalli e 78 Nm, la ciclistica prevede telaio in acciaio e sospensioni completamente regolabili, per un’attitudine sì elegante ma allo stesso tempo sportiva. Come ogni naked, anche la Suzuki GSX-8T, possiede una sella bassa e la posizione di guida moderatamente raccolta, il manubrio non è particolarmente alto ma non sono nemmeno dei semi manubri, quindi i polsi non sono troppo caricati. Ma il bello di tutta la famiglia Suzuki 800 è il carattere del motore, pieno e pastoso in basso e ai medi, abbinato ad un cambio veramente inappuntabile. Prezzo da 10.910 euro.
Non troppo dissimile dalla GSX-8T è l’accoppiata Husqvarna con le sorelle Vitpilen e Svartpilen 801. Due moto che a prima vista potrebbero sembrare identiche, e la piattaforma su cui si basano è in effetti la stessa, ma che in realtà presentano alcune differenze “caratteriali” che donano a ciascuna la propria ragion d’essere. La Vitpilen 801 è una naked prettamente stradale d’indole sportiva con manubrio basso (attenzione, non con semi manubri), mentre la Svartpilen 801 è quasi una scrambler moderna, tanto da uscire di serie con pneumatici leggermente tassellati. In comune hanno il bicilindrico parallelo LC8c nella versione da 799 cc e 105 cavalli, (ma esistono anche con 95 CV e depotenziabili per chi ha la patente A2), motore prestante e pieno a tutti i regimi, telaio, forcellone, sospensioni, ruote e parte delle sovrastrutture, oltre alla completissima elettronica. Sono due sportive stradali, non scomode ma nemmeno pensate per i lunghi viaggi: offrono qualità, personalità e una bella guida, specie nei tragitti a breve e medio raggio grazie ad una posizione non troppo raccolta, mentre nelle scappate tra le curve sanno dare tanto gusto. Prezzi poco sopra gli 11.000 euro.
Ultima, per cilindrata e prezzo ma non per importanza, una vera e propria moto turistica nata attorno al bicilindrico frontemarcia dell’Africa Twin 1100. 1.084 cc, 102 cavalli e un’ottima riserva di coppia, 112 Nm già a 5.500 giri, per una spinta ai bassi corposa ma sempre morbida e piacevole da sfruttare, utile anche se si viaggia in due e con borse piene. La Honda NT 1100 lascia da parte qualsiasi velleità sportiva e si concentra sul comfort di marcia, con sella comoda e posizione di guida rilassata, poche vibrazioni e protezione dall’aria completa. Non solo, la NT 1100 è disponibile anche in versione DCT, con cambio automatico a doppia frizione, soluzione molto intelligente per chi ricerchi la massima rilassatezza alla guida o vuole togliersi l'impaccio di cambio e frizione: per moto come la NT è sicuramente un’opzione da tenere in considerazione. La differenza di prezzo tra le due è rilevante, si passa dai 14.890 euro della NT con cambio tradizionale ai 16.890 della NT 1100 DCT, che offre anche le sospensioni semiattive.
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