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Italjet Formula 125: un progetto rivoluzionario

Federico Garbin il 10/07/2018 in Moto & Scooter

Monobraccio anteriore, linea aggressiva e motore a due cilindri. Ecco come è nato l’Italjet Formula, uno dei progetti più originali di Leopoldo Tartarini

Italjet Formula 125: un progetto rivoluzionario
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Vi ricordate l’Italjet Formula 125? Era un progetto per l’epoca rivoluzionario nel segmento degli scooter destinati al pubblico dei sedicenni. La sua peculiarità era nascosta dalle aggressive forme della carrozzeria: si trattava del propulsore bicilindrico a due tempi raffreddato a liquido da 114 cc e 13,6 CV di potenza massima, erogati in prossimità dei 7.500 giri/minuto.
Per trovare un altro scooter con caratteristiche meccaniche similari bisogna correre indietro negli anni, fino ai mitici sixties, e focalizzarsi su un altro mezzo all’epoca rivoluzionario: il Formichino della Rumi.

Nato a Ferragosto

Il Formula 125 bicilindrico nacque in piena estate a Ferragosto raccontò all’epoca Leopoldo Tartarini, il patron della Italjet. In quel periodo l’estroso imprenditore era in vacanza e gli venne in mente di unire due motori monocilindrici. Nacque così lo scooter con motore bicilindrico che nella prima metà degli Anni 90 era una cosa fuori dagli schemi... Senza far passare troppo tempo, il primo prototipo venne realizzato lo stesso mese da Franco Morini.

Il canto della sirena

Fra le altre peculiarità dell’Italjet Formula 125 LC c’era anche il sound, lo stesso Tartarini lo definiva simile al canto di una sirena, una musica ottenuta grazie al doppio silenziatore di scarico sovrapposto che impreziosiva il profilo destro. E non andava nemmeno piano! I soli 110 kg di peso gli garantivano un bello spunto al semaforo. Anche l’allungo non era male. All’estero il Formula bicilindrico ebbe un discreto successo e ancora oggi si possono scovare sul web esemplari pesantemente elaborati in grado di far emozionare con il loro bel canto, spesso amplificato da silenziatori ad espansione realizzati ad hoc. Volete farvi un’idea? Andate a sbirciare questo blog

Dal punto di vista estetico attirò in egual misura favori e critiche: la vista frontale era leggermente sporcata dal grosso radiatore del liquido di raffreddamento, nascosto sotto la carenatura. La soluzione era la stessa adottata anche sul Formula 50 LC e differente dal modello ad aria, più snello e filante. Il posteriore era invece identico fra tutti i modelli, e bello: scocca filante, sella ampia e bocchettone del carburante “racing”, in bella vista sul lato destro.

Gamma Formula, un successo parziale

Allargando quindi il nostro excursus storico alla gamma Formula tutti i modelli ebbero un discreto successo commerciale e molti ragazzi di allora li ricordano proprio l’innovativa sospensione anteriore: un monobraccio in lega di alluminio vincolato al telaio. La funzione ammortizzante era demandata ad una barra di torsione che rendeva il piccolo Italjet estremamente rigido sulle sconnessioni dell’asfalto, ma precisissimo sui fondi migliori.

Più pesante dei concorrenti diretti, ma gagliardo nella guida e originalissimo. Chi l’ha posseduto lo ricorda con affetto, anche se la lotta con gli scooter con motori Minarelli a liquido portava sempre ad abbassare un po’ le orecchie... Poco tempo dopo arrivò il Dragster, più scattante e forse ancora più originale, se non altro dal punto di vista estetico. Così come il Formula, anche quest’ultimo è un oggetto da tenere d’occhio, a futura memoria.

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  • fabio1768
    affidabilita' molto scarsa - scooter molto particolare con ottimi freni e buone prestazioni, ma assolutamente poco affidabile. rotture frequenti alla pompa dell'acqua, idem l' alternatore, fragilita' diffusa, difficolta' a reperire i pezzi di ricambio. ormai in giro ce ne sono pochissimi e quelli funzionati una rarita': le difficolta' per tenerli in esercizio non sono poche.

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