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Triumph: in sella alla Thunderbird Storm

di Riccardo Capacchione il 14/03/2011 in Moto & Scooter

La casa inglese rinfresca la gamma delle cruiser. Alla Thunderbird 1600 si affianca una poderosa versione da 1700 cc, nera come la notte. Tra poche ore online anche la Speedmaster e la America

Triumph: in sella alla Thunderbird Storm
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Verona è una città bellissima, e le cruiser inglesi sono un mezzo ideale per inerpicarsi sui tornanti che la circondano. Una volta raggiunto il piazzale panoramico del santuario di San Mattia, siamo combattuti tra l'ammirare le tortuose anse dell'Adige (che con voluttà abbraccia la città dell'Arena), perderci nei dettagli cromati dell'America e della Speedmaster, oppure accarezzare le forme ipertrofiche della poderosa Thunderbird Storm.
La Triumph ci ha invitati qui per mostrarci la nuova gamma cruiser: il cavallo di battaglia è proprio la muscolosa bicilindrica, proposta in una versione incattivita. La cilindrata sale a 1700 cc e aumenta anche il fascino, grazie al total-look nero come la notte.
Due occhi aggressivi, livrea all-black e, soprattutto, il "bombardone", cioè il twin parallelo elaborato "in casa"; questa, in soldoni, è la nuova muscle-cruiser marcata Triumph. Se 1600 cc per un bicilindrico parallelo vi sembravano tanti, dovete provare il motore della Thunderbird Storm, 1700 cc di pura coppia in abito scuro. Infatti anche il propulsore della inglesona riprende il colore dominante di questo modello che si presenta in tutta la sua aggressività a cominciare dallo sguardo "doppio" ripreso da quello della mega-cruiser Rocket III ma che in questa veste assume una connotazione decisamente più misteriosa. La Thunderbird Storm adotta il propulsore a due cilindri verticali, paralleli frontemarcia, della versione più tranquilla, ma i tecnici inglesi hanno montato, in sede, il kit di maggiorazione originale Triumph che, grazie all'incremento dell'alesaggio, rende straripante l'erogazione della coppia. Il set di parti speciali (adottabile anche sulla T-Bird 1600 come kit di potenziamento) prevede oltre ai pistoni maggiorati, anche camicie dei cilindri, camme, perni manovella più grandi, guarnizione della testata e molle della frizione più rigide, necessarie per sopportare le bordate di kgm generate dall'albero motore.
Giusto per dare un paio di numeri, questa unità è in grado di scaricare a terra ben 156 Nm (circa 16 kgm), a soli 2950 giri, un regime appena sopra quello di minimo.
La T-Bird Storm borbotta dai silenziatori aftermarket (quelli di serie sono più silenziosi: hanno la stessa forma ma sono molto più lunghi) e già alla prima partenza ci esibiamo in una bella "virgola" di gomma sull'asfalto. Non c'è niente da fare, se un "tamarro" come chi scrive incontra una moto che ne assecondi le velleità, il risultato è uno solo…
Nonostante l'aspetto truce, la "Storm" si fa condurre meglio della T-Bird standard nella manovre da fermo, grazie al nuovo manubrio dotato di riser più lunghi: anche andando a battuta con lo sterzo le braccia non sono più distese fino allo spasimo! L'handling è davvero buono, la massa della moto è notevole, ma la distribuzione dei pesi azzeccata rende la T-Storm discretamente maneggevole. Il motore spinge sempre e comunque, basta ruotare il gas e la moto schizza in avanti, tanto che, inserita la terza, si potrebbe scalare un passo alpino senza mai cambiare rapporto. Quando la velocità sale, con essa aumenta l'inerzia nei cambi di direzione, ma in modo del tutto prevedibile: basta anticipare un poco l'azione e la T-Storm corre precisa tra le curve. Un bestione simile non accetta la guida di forza, ma ripaga con ottime sensazioni se si pennellano le traiettorie e non si cerca la "staccata" a tutti i costi. Finalmente una cruiser che piega! Sì, perché le pedane ben posizionate consentono di raggiungere angoli del tutto dignitosi in curva, al contrario di molte concorrenti che al solo accenno di piega consumano scarichi, pedane e altri (costosi) dettagli sui sassi dell'asfalto. Insomma, forse il look non sarà "low" - basso - come quello delle cruiser made in USA, ma a un piccolo sacrificio estetico corrisponde un enorme guadagno in termini di guidabilità. La Thunderbird Storm trova infatti come naturale controparte le componenti delle serie "Dyna" dell'Harley: una sfida davvero dura, visto che Harley le moto le sa fare bene, eccome. La Triumph risponde quindi al blasone americano con una moto potente, tutta coppia, ben frenata e dalle doti dinamiche davvero buone. La Triumph sferra il colpo finale alla voce "prezzo": 15.690 euro c.i.m. (ai quali vi raccomandiamo di aggiungere i 600 euro per l'ABS) e vi portate in garage l'occhiuta, nera cruiser dal motorone grande così!
Tra poche ore online anche il test della Speedmaster e della America!
Triumph: in sella alla Thunderbird Storm
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