Quotazioni moto&scooter

Cerca

Seguici con

Moto & Scooter

Ancma: Ricette anticrisi

il 21/05/2003 in Moto & Scooter

Ritorna anche quest’anno il forum organizzato a Cernobbio per indagare lo stato e le prospettive del mercato e dell’industria italiana delle due ruote. La crisi sembra finita, ma servono nuove idee, nuove normative, orizzonti internazionali

Ancma: Ricette anticrisi
Federico Minoli, presidente e amministratore delegato Ducati Motor Holding

di Luigi Bianchi


Il tavolo di presidenza del forum. Al centro Ivano Beggio, alla sua destra Marino Bartoletti che ha coordinato i lavori

Villa d’Este di Cernobbio
- Che le due ruote facciano ormai parte consolidata del costume, degli usi e delle necessità degli Italiani non ci sono dubbi. Che il fenomeno scooter stia crescendo in diversi altri paesi europei anche.

Eppure, il mercato langue, e la crescita dei paesi far east appare più una minaccia che un’occasione da cogliere. La ricetta indicata dagli esperti convenuti a Cernobbio per uscire da questa empasse è stata diversificata: innovazione e nuove tipologie di prodotto per stimolare i consumatori, apertura verso i mercati esteri, capacità di superare l’atavico individualismo italico, normative più favorevoli e rinnovo degli eco-incetivi per i 50 cc, contenimento dei costi assicurativi.

Il tutto è stato dibattuto durante il forum “Le due ruote: mezzo di trasporto, stile di vita e opportunità per il made in Italy”, organizzato dall’Ancma in collaborazione con Ambrosetti, e a cui ha partecipato tutto il Ghota dell’industria italiana delle due ruote, oltre ad economisti, sociologi, architetti, politici e rappresentanti del governo. A coordinare il tutto una delle più note firme del giornalismo sportivo italiano, Marino Bartoletti.

Le trattative in corso tra il finanziere Colaninno e il gruppo Piaggio hanno portato alla ribalta anche l’utilità o meno di superare l’attuale frammentazione dell’industria italiana, creando pochi poli di robuste dimensioni e di ampio respiro finanziario. Ma, su questo tema, il riserbo e i dubbi l’hanno fatta da padrone: Ducati (Federico Minoli) per ora sta alla finestra, Aprilia (Ivano Beggio) ritiene di avere in mano un polo già di dimensioni sufficienti, MV Agusta (Claudio Castiglioni) punta alle nicchie, Piaggio è in piena trattativa…

Certo è che l’illusione del 2000 - quando il mercato ancora cresceva verticalmente e si pensava ad un vero e proprio salto qualitativo verso l’alto dell’industria motociclistica- sembra finito; addirittura, a margine del convegno qualcuno ipotizzava per le due ruote come dimensione ideale quella “artigianale”…
Ma, mentre gli argomenti trattati e le soluzioni proposte durante il Forum in gran parte non sono usciti dal campo dei fatti noti, una meditazione sulla struttura e l’organizzazione dell’industria italiana avrebbe forse meritato qualche attenzione in più. Infatti, la dimensione del mercato è nota e ragionevolmente prevedibile nella sua evoluzione e, partendo da questi numeri, si potrebbe ragionare sull’utilità e le opportunità di razionalizzazione di un’industria che, oggi, comprende tre gruppi principali (Aprilia, Ducati e Piaggio) con sei marchi, tre gruppi minori (Benelli, Malaguti, MV Agusta) con altri cinque marchi, più un’altra decina di aziende minori. Tutte queste aziende gravitano su un mercato (Italia + Europa) che rappresenta solo il 10% del mercato mondiale, mentre le aziende giapponesi (quattro, di cui due in parziale partnership) operano anche sul mercato USA (10%) e sul mercato asiatico (75%). Potrebbe essere uno spunto per l’edizione 2004 di quello che è ormai diventato un classico tra gli appuntamenti di primavera.

Ancma: Ricette anticrisi
Chiudi

Per inserire un commento devi essere registrato ed effettuare il login.

ADV