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Honda GLX 1800 Goldwing

il 16/05/2003 in Moto & Scooter

Un mastodonte nato per i viaggi ed in grado di regalare a guidatore e passeggero tutto ciò che si possa desiderare su strada. Protezione aerodinamica e capacità di carico al top, per l’autostrada ma non solo

Honda GLX 1800 Goldwing
Le borse interne Deluxe, permettono di asportare comodamente il bagaglio

di Daniele Massari

Macinare un migliaio di chilometri a tappa è un lusso che in pochi si possono permettere. Di solito, a questi eroi dell’asfalto spettano poi appellativi riguardanti l’estrema resistenza all’usura del loro deretano. Eppure, ci sono moto con cui simili esperienze sono a portata di mano: con un mezzo come la Honda Goldwing 1800, ci si scopre a viaggiare, fermandosi più spesso a mettere il pieno che a prendere il caffè.

E non solo per i consumi considerevoli che si possono registrare se si “forza” la mano, quanto per il fatto che si viaggia a bordo di una esclusiva quanto affascinante poltrona a due ruote.

Lo abbiamo detto in passato, lo diciamo ancora: la GLX 1800 è una delle turistiche più lussuose che esistano, in un olimpo cui accedono pochissime divinità. E va ricordato anche come essa mantenga questa leadreship praticamente da oltre un quarto di secolo: creato nella versione quattro cilindri boxer da 1000cc ben 27 anni fa, questo “transatlantico su ruote” ha attraversato i decenni e le mode, senza mai tradire la propria filosofia, cioè offrire al guidatore il massimo comfort che si possa ottenere su un veicolo a due ruote.

Certo, per conseguire certi traguardi bisogna scendere a patti in campi quali la maneggevolezza o la facilità di guida, e non è strano che questa sei cilindri da 1800cc non risulti proprio una motocicletta da neofiti, ma i risultati ottenuti dai tecnici della Honda per rendere questo mezzo il più “umano” possibile sono sorprendenti. Una maneggevolezza accettabile in città e nelle manovre da fermo, il baricentro basso, l’altezza della sella a soli 740mm ed un’ottima ciclistica rendono la Goldwing, difficile a credersi, un mezzo fruibile in tutto, o quasi, le occasioni.
Provare per credere!

Nonostante a prima vista possa lasciare perplessi l’opulenza della strumentazione, che si sviluppa su vari livelli (il serbatoio, la plancia, la carena ed il manubrio), basta un minimo di esperienza per arrivare a “governare” con disinvoltura tutte le diavolerie di cui la Goldwing è dotata. La plancia, per cominciare, è composta da tre strumenti circolari che racchiudono tutto ciò che serve sapere in marcia: tachimetro, contagiri, spie ed indicatori di temperatura e carburante sono qui, mentre per il resto basta abbassare lo sguardo al display LCD a fondo azzurro, per tenere sott’occhio anche temperatura esterna, chilometraggio totale e parziale, l’eventuale apertura delle valigie (già, segnala anche questo!) e la stazione radio che si sta ascoltando. Sempre sul display, si può visualizzare l’altezza del retrotreno, regolabile tramite un dispositivo elettronico posto sul lato sinistro della carena e che offre la possibilità di memorizzare due posizioni. In tema di altezze, è regolabile anche quella del fascio luminoso.



Come se tutto ciò non bastasse, la Goldwing è dotata di retromarcia (un dispositivo di servoassistenza a comando elettrico), utilissima nelle manovre a pieno carico, e di cruise control, per viaggiare a lungo senza stressare nemmeno il polso…
Il guidatore ed il passeggero sono ospitati regalmente su vere e proprie poltrone, che ben sostengono la schiena durante i lunghi viaggi; ottima anche la qualità dell’audio, grazie ai diffusori posti nella carenatura e sui braccioli del passeggero. A garantire l’elevato comfort di marcia, anche l’ampio parabrezza, che offre ampie possibilità di regolazione in altezza, sebbene ci sembra ancora assurdo che tale operazione debba essere compiuta manualmente.



Tutt’intorno, è un tripudio di vani piccoli e grandi dove riporre i bagagli: al volume delle valigie (61+40+40 litri) si somma quello degli scomparti ottenuti qua e là, e che porta il valore dello spazio disponibile a quota 147 litri.
…Se vi serve più spazio, il vostro non è un viaggio, ma un trasloco!

Tradizionale nello schema a cilindri contrapposti, il propulsore della Goldwing registra la cilindrata record di 1832 cc, giungendo ad erogare una potenza massima di ben 120 CV; ciononostante, grande attenzione è stata rivolta al contenimento del peso e delle emissioni. Queste ultime sono abbattute grazie all’adozione di un impianto di alimentazione ad iniezione con corpi farfallati da 44 mm ed iniettori a quattro fori che, polverizzando meglio il carburante, ottimizzano la combustione a tutto vantaggio del rispetto dell’ambiente (al quale provvede, peraltro, il sofisticato impianto di scarico catalizzato).

Il telaio in alluminio a doppio trave a sezione differenziata sfrutta il propulsore come elemento stressato; la sospensione anteriore è costituita da una forcella telescopica tradizionale con steli da 45 mm, dotata di dispositivo antiaffondamento per ottimizzare la sicurezza ed il comfort di guida. La sospensione posteriore è invece costituita da un forcellone monobraccio (per agevolare gli interventi di manutenzione) contenente l’albero di trasmissione. L’impianto frenante è costituito da tre dischi “legati” tra loro dal sistema di frenata combinata Dual CBS; in particolare, l’unità posteriore è autoventilata ed ha il notevole diametro di 316 mm.

Superato il comprensibile, iniziale timore suscitato dalla mole imponente del mezzo, si resta da subito positivamente impressionati dalla posizione di guida e dalla sensazione che tutto, di ciò che ci sta attorno, sia stato studiato per farci sentire a nostro agio: l’ampio manubrio, ad esempio, garantisce una posizione di guida eccellente, ben assecondato dalle pedane ampie e posizionate con coscienza.

Basta percorrere i primi metri ed acquisire un minimo di velocità per rendersi conto di come questo veicolo non sia poi ingestibile, nonostante la mole: nel traffico, l’ampia carenatura non è certo un aiuto a “dribblare” le auto in fila, eppure consente sempre di avere ben chiara l’idea degli ingombri trasversali delle valigie. Il sorriso soddisfatto che ci accompagna lungo la passeggiata cittadina, mentre lo stereo a palla richiama l’attenzione dei passanti, si allarga a dismisura non appena si calcano i primi chilometri fuori città: qui il mastodonte si dimostra ben più agile e facilmente controllabile in ogni frangente, compresi i bruschi cambi di traiettoria (che hanno solo bisogno di un po’ di lavoro “di busto”). Semmai, va rilevato che l’impianto frenante Dual CBS interferisce un po’ nell’assetto (agendo anche sull’impianto anteriore) quando l’abitudine spinge a “pelare” il freno posteriore in curva per sentirsi sicuri.

Quello che nell’extraurbano è piacere di guida, oltrepassato il casello autostradale si trasforma in pura libidine: la Goldwing è nata per l’autostrada, è un incrociatore che si sente perfettamente a suo agio e lo dimostra tenendo le curve egregiamente, a velocità di crociera anche molto elevate; e coccolando il guidatore ed il passeggero con una protezione aerodinamica da riferimento e con tutte le ricercatezze di cui “mamma Honda” l’ha dotata. All’occorrenza, poi, il propulsore strepitoso per regolarità ed erogazione è in grado di regalare adrenalina a iosa, complice anche un cambio ineccepibile e la sicurezza offerta dall’ABS, che è talmente discreto che sembra non esserci.



Il Cruise Control consente di alleggerire lo stress del polso destro durante le lunghe trasferte, mentre l’impianto Hi-Fi, il cui volume si regola automaticamente a seconda della velocità, rende più piacevole il viaggio: e per gli incontentabili, c’è di serie anche la predisposizione all’impianto interfono, con cui si può ascoltare anche la musica.

Con un prezzo d’acquisto di quasi 26mila Euro, la Goldwing non è certo una motocicletta economica. Lo testimoniano le quote piuttosto esigue di veicoli importati in Italia, a fronte di una massiccia produzione destinata, invece, al mercato USA.
Eppure, gli amanti della Goldwing sono un po’ come gli harleysti: consapevoli di essere seduti su un mezzo esclusivo, non badano a spese pur di distinguersi finanche all’interno di una cerchia ristretta.


Il mercato dell’aftermarket, in questi casi, offre tutto quel che serve per avere una motocicletta unica. Eppure, quello della Goldwing è uno dei rari casi in cui anche la Casa Madre offre un kit di accessori di rara ampiezza, garantendo qualità elevata, nonché facendo lievitare in modo consistente il prezzo d’acquisto! Ma chi ama le Goldwing, si sa, a queste cose non ci bada…
Qualche esempio: uno degli accessori che durante il test sono emersi come indispensabili, sono le borse interne Deluxe (€ 255,72), che permettono di trasportare il bagaglio una volta a destinazione, dopo il viaggio. Alla grande capacità di carico del mezzo, fa infatti da contraltare l’impossibilità di asportare le valigie, come avviene, ad esempio, sui più grossolani sistemi tipo Windrack. Sempre in tema di bagagli, si può decidere di arricchire l’interno dei bauli con gli appositi tappetini (€ 79,73), o di inserire uno specchio con luce (€ 160,66).

Tralasciamo l’interminabile elenco di fregi cromati e dorati (ad esempio, le protezioni per le valigie laterali, che costano € 460,21), o dei pannelli strumentazione in radica od alluminio (€ 163, 09), per soffermarci sull’accessoristica ad uso strettamente turistico: come il parabrezza di altezza maggiorata di 53,3 mm, dotato di deflettori in policarbonato e proposto a 364,61 Euro.

Per un viaggio alla grande, serve un impianto audio alla grande: l’Hi-Fi di serie, può essere arricchito con il caricatore 6 CD (€ 834,53 più 508,86 Euro per il kit di fissaggio ammortizzato), gli altoparlanti supplementari per il passeggero (€ 223,39), che potrà anche intervenire direttamente sulle funzioni dell’impianto (al prezzo di 300,55 Euro), magari durante i mesi invernali, mentre chi guida resta saldamente ancorato alle manopole riscaldabili (che costano € 403,56).

Motore: a 4 tempi, 6 cilindri contrapposti (boxer), raffreddamento a liquido, alesaggio e corsa 74 x 71 mm, cilindrata 1832 cc, rapporto di compressione 9,8:1, distribuzione monoalbero in testa a 2 valvole per cilindro con comando a catena, lubrificazione a carter umido. Alimentazione: iniezione elettronica, corpi farfallati da 40 mm; capacita’ serbatoio 25 litri. Accensione elettronica integrata con l’iniezione. Avviamento elettrico.
Trasmissione: primaria ingranaggi; frizione multidisco in bagno d’olio; cambio a cinque rapporti, retromarcia elettrica; finale ad albero.
Ciclistica: telaio a doppio trave in lega leggera, inclinazione cannotto sterzo n.d., avancorsa n.d.. Sospensione anteriore: forcella telescopica a cartuccia, steli da 45 mm, escursione 140 mm; sospensione posteriore: forcellone monobraccio in lega leggera, escursione 105 mm. Ruote: anteriore tubeless in lega leggera, pneumatico 130/70-18”; posteriore tubeless in lega leggera, pneumatico 180/60-16”. Freni: anteriore a doppio disco flottante di Ø 296 mm, pinze flottanti a 3 pistoncini affiancati, posteriore a disco autventilante da 316 mm, pinza flottante a 3 pistoncini, frenatura integrale.
Dimensioni e peso: interasse 1692 mm, lunghezza 2263 mm, larghezza 947 mm , altezza sella 740 mm. Peso a secco 363 kg.
Prestazioni dichiarate: potenza 119 CV (87 kW) a 5500 giri, coppia 17 kgm (167 Nm) a 4000 giri. Velocità n.d..
Omologazione Euro-1: si’

Honda GLX 1800 Goldwing
Le borse interne Deluxe, permettono di asportare comodamente il bagaglio

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