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Nord Italia il delta del Po: il GRANDE fiume, fra terra e acqua

testo e foto Emilio Salvatori e Cristina Zoli il 21/02/2022 in Emilia Romagna
Nord Italia il delta del Po: il GRANDE fiume, fra terra e acqua
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Tra Emilia Romagna e Veneto, zigzagando da una sponda all’altra tra argini, ponti di barche e porticcioli. E poi il mar Adriatico, l’isola dell’amore, il bosco della Mesola e le Valli di Comacchio...

Nord Italia il delta del Po: il GRANDE fiume, fra terra e acqua

per secoli SU QUESTE STRATEGICHE AUTOSTRADE D’ACQUA hanno navigato merci, idee ed eserciti

Questo itinerario è stato pubblicato per la prima volta su Dueruote (202) di Febbraio 2022

Lasciata Parma è sufficiente qualche manciata di chilometri per arrivare a incontrare il corso del Grande Fiume, il Po. Non è semplice lasciare la città che è stata cinta dal titolo di Capitale italiana della Cultura: un insieme di eccellenze storico-architettoniche qui si sposano con il piacere di una gastronomia d’eccellenza. Ed è seguendo la direzione del torrente Parma, che oltre a dare il nome alla città l’attraversa, che in una quindicina di chilometri si arriva a Colorno su cui, magnifica, si erge la Reggia che si affaccia col suo meraviglioso giardino alla francese sulla piazza centrale del paese. La Reggia di Colorno è lambita dal corso del torrente che di lì a poco si getterà nelle acque del Po all’altezza di Mezzano, da dove si iniziano a respirare le atmosfere uniche dei paesaggi fluviali su cui, alti, si slanciano i salici e i pioppi. Dalla strada il fiume si cela ancora alla vista, ma la sua presenza già si avverte nell’aria mentre cerchiamo di seguirne il corso lungo gli alti argini che tentano d’imbrigliarlo. Sono proprio questi argini, frutto dell’impegno plurisecolare a difesa del territorio, che contenendo e indirizzando il corso del Po lo accompagnano nella sua corsa verso il mare, tracciando il confine tra il mondo del fiume e quello dell’uomo. Qua non ci sono curve mozzafiato da affrontare in piega, è la dolcezza del paesaggio che seduce.

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Chiatte, case galleggianti e piccoli porti fluviali si susseguono lungo il P

Peppone e Don Camillo

Non occorre poi tanto per incontrare, uno a pochi chilometri dall’altro, alcuni luoghi legati a personaggi che - con la loro opera e il loro ingegno - hanno raccontato al mondo la storia di questo territorio. Brescello, ad esempio, è il piccolo borgo dove il grande Giovannino Guareschi ha ambientato la saga, letteraria prima, cinematografica poi, di Peppone e Don Camillo. Basta poi poco ed ecco Gualtieri, la “Città Nuova” dei Bentivoglio in cui trovò rifugio il genio visionario e folle di Antonio Ligabue. Poca strada ancora e siamo a Guastalla che, a cavallo del ‘600, attorno alle fortune della dinastia dei Gonzaga raggiunse il massimo splendore. Non sempre la strada riesce a portarci a correre nelle vicinanze del fiume, anzi, a volte se ne allontana in modo deciso. Ed è per questo che i ponti lungo il Po o i piccoli porti d’attracco con le barche ormeggiate risultano essere i luoghi più adatti per incontrare questo flusso d’acqua, a volte placido, a volte impetuoso. Lasciamo il ponte che sulla SS62 supera il fiume all’altezza di Borgoforte per seguirne l’argine destro. Un luogo che la storia continua a raccontare come martoriato dalle piene del fiume, proprio come, poco più avanti, San Benedetto Po, dove troneggia il monastero che dà lustro al borgo voluto dai Canossa. Non stupisce quindi che proprio al suo esterno, davanti ai portici eleganti del chiostro, una statua equestre stilizzata ricordi la figura di Matilde, la donna diventata regina che seppe far conciliare imperatori e papi e che amò tanto questo luogo da sceglierlo per la propria sepoltura.

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La Rocca Possente di Stellata

Stellata, un luogo magico

Arrivando a Stellata si entra in territorio ferrarese. Stellata è un luogo magico, dalla storia antica. Con la sua rocca a forma di stella, da poco tirata a lucido dai lavori di restauro, era collegata con una catena alla Rocca Benedetta di Ficarolo sull’altra sponda del fiume, controllando così il traffico fluviale. Ficarolo è poi un nome importante nella storia del Po, perché fu proprio qui che con la rotta degli argini del 1152 il corso principale del Grande Fiume si spostò più a nord, riducendo drasticamente la portata delle acque che fino ad allora, scendendo, bagnavano Ferrara là dove il ramo di Volano si separava da quello di Primaro. La strada che da Ficarolo corre lungo l’argine di sinistra è capace di metterci in sintonia con il fascino di questo territorio caratterizzato dalla vegetazione fluviale: il fiume scorre accanto a noi, vicino, e quasi si può sentire il respiro della corrente. È una strada d’argine di grande bellezza (che in particolari periodi potrebbe essere anche essere sottoposta, specie nel week end, a limitazioni della circolazione) lungo cui superiamo Stienta per arrivare, toccata Occhiobello e tornando in Romagna dopo aver superato il fiume, a Pontelagoscuro. Poi, ecco Ferrara, la città degli Este.

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La spiaggia dell’Isola dell’Amore e il faro: questo è il punto esatto in cui il Po di Goro sfocia nel mar Adriatico

un posto speciale? nella bella stagione è possibile imbarcarsi per raggiungere l’isola dell’amore

La corsa continua

Ferrara e il fiume Po, un rapporto indissolubile almeno fino a quando il ramo principale del fiume che scorreva sotto le mura meridionali della città prese a correre più a nord, facendo perdere alla città il suo ruolo strategico lungo una delle vie principali dei commerci tra l’Adriatico e la pianura padana e, continuando a risalire il corso del fiume, da qui fino alle Alpi. Lasciata Ferrara è seguendo l’SP14 che torniamo a incontrare le acque del Po. Alberone, Cologna, Berra, Serravalle, è qui, a un soffio, il luogo dove si stacca il ramo del Po di Goro, che ora può continuare in solitaria la sua corsa verso il mare tracciando il confine tra Emilia Romagna e Veneto. Una corsa lunga ancora una quarantina di chilometri e capace di regalare emozioni specie quando, superato Ariano Ferrarese e riprendendo la strada d’argine, arriviamo a Mesola, che già da lontano si erge imponente con le quattro torri merlate del Castello estense della Mesola.

Nord Italia il delta del Po: il GRANDE fiume, fra terra e acqua

Guidiamo lungo gli argini, piccole vie che tracciano il confine tra il mondo del fiume e quello dell’uomo

Al di là della Romea, il Parco del Delta del Po è capace di raccogliere e proteggere ambienti naturalistici come il Bosco della Mesola. Questo conserva la memoria delle antiche foreste che fino all’età moderna ricoprivano la costa adriatica. Riprendendo l’argine, eccoci a Goro e poi a Gorino, l’ultimo insediamento urbano prima che le acque si gettino in mare. Il suo porticciolo sa affascinare, specie al rientro delle barche da pesca inseguite dai gabbiani. Da qui, durante la bella stagione, è possibile imbarcarsi per raggiungere l’isola che, sormontata da un faro, per la sua romantica bellezza è stata chiamata “L’isola dell’amore”. Le spiagge, il mare, sembrerebbe il punto di arrivo perfetto. E invece il nostro viaggio continua, verso quell’Abbazia di Pomposa che per lungo tempo coi suoi frati fu baluardo ed emblema dell’irriducibile lotta per la bonifica di queste terre. È qui che incontriamo il ramo del Po di Volano: lo seguiamo fino alla foce per poi proseguire lungo la strada che, costeggiando, corre tra il mare e Valle Bertuzzi, una delle aree umide più suggestive del Parco del Delta del Po; al nostro passaggio si libra una colonia di fenicotteri rosa... Tagliando i campi lungo le poderali secondarie possiamo giungere a Comacchio che, come una piccola Venezia, è caratterizzata da ponti e canali che ne disegnano il cuore del centro storico; questo antico insediamento è ancora oggi ricco di grandi suggestioni e forti sapori legati da sempre alla pesca e alla lavorazione dell’anguilla.

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Verso la capitale

Acqua di qua, acqua di là, e al centro gli undici chilometri dell’Argine Agosta, la strada che dritta come un fuso taglia le valli. Un’esperienza quasi esoterica, specie se si ha la fortuna di ritrovarsi soli a correre lungo questo nastro asfaltato liscio come biliardo. Al termine della corsa una stradina ci porta, fiancheggiando l’argine sud delle valli, davanti al paesino di Sant’Alberto, dove un romantico traghettino ci scarica sull’altra sponda. Le acque che oggi superiamo sono quelle del fiume Reno, ma l’alveo in cui scorrono è quello storico del Po di Primaro, entro cui il Reno a metà del ‘700 fu incanalato. È il ramo perduto del Po che bagnava Ferrara prima della rotta di Ficarolo e che per secoli fu la via fluviale su cui hanno navigato merci, idee ed eserciti. Una vera e propria autostrada d’acqua dell’antichità che terminava a Ravenna, collegata a questi luoghi da un canale artificiale d’epoca romana: la Fossa Augusta. Da qui la fortuna della città che per tre volte fu capitale di un regno e che, solo a una ventina di chilometri più a sud, ci aspetta con il suo patrimonio di bellezza.

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Il famoso Trepponti a Comacchio

Un viaggio di oltre 400 km che parte da Parma e arriva a Ravenna, un itinerario che si può fare in qualsiasi mese dell'anno e adatto a tutte le moto

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Da sapere

Ferrara
Museo Archeologico Nazionale
Sembrava che Spina fosse una città del mito più che della realtà, almeno fino a quando negli Anni 30, a poca distanza da Comacchio, nel corso dei lavori di bonifica, riemerse in tutto il suo splendore di celebre e florido emporio marittimo menzionato dagli autori greci e romani. Dal 1935 i suoi straordinari tesori sono esposti a Ferrara nelle sale del Museo Archeologico Nazionale. Tra questi è presente una delle maggiori raccolte al mondo di vasi greci a figure rosse di produzione attica, ma anche due imbarcazioni, due piroghe, praticamente intatte.

Orari: da martedì a domenica ore 9.30-17; lunedì chiuso. Per info tel. 0532 66299.

Parma
La Basilica e il Battistero

Accanto al Duomo si erge il Battistero di Parma. Realizzato in marmo rosa, è uno dei più importanti monumenti medievali in Europa, punto di giunzione e passaggio tra il romanico e il primo gotico. Se le proporzioni, i portali e i bassorilievi dell’esterno stupiscono, non da meno lo è l’apparato dell’interno costituito da 16 arcate, dove splendono gli affreschi del XIII e XIV secolo.

Sermide
La Gonzaghese

L’impianto idrovoro di Moglia di Sermide è conosciuto come “La Gonzaghese”. Con le sue alte ciminiere, è un capolavoro architettonico del primo Novecento oltre che magistrale opera di ingegneria idraulica. Messo in funzione nel 1907, l’idrovoro è tuttora uno dei punti di forza dell’attività del Consorzio di Bonifica Terre di Gonzaga e costituisce uno dei più grandi esempi di impianti di scolo del nostro paese.
Posizione: 45.01726, 11.26268.

Gualtieri (RE)
Il museo dedicato ad Antonio Ligabue e Palazzo Bentivoglio

Gualtieri è un borgo dalle origini lontane e deve il suo straordinario fascino alla ricca famiglia dei Bentivoglio, che qui vollero realizzare la “città nuova” al cui centro, come in una gigantesca quinta teatrale, emerge Palazzo Bentivoglio.
In queste sale è ospitato il museo dedicato ad Antonio Ligabue, che - arrivato a Gualtieri ventenne - operò diventando immenso. Una vita difficile, capace però di diventare più rosea quando con i primi ricavi dalla vendita delle sue opere potè comprare una Moto Guzzi, la prima delle 16 che sembra abbia posseduto. Un amore struggente che lo spinse spesso a inserire quella moto rossa in tanti dei suoi autoritratti.

Romagna Motorcycle
L’itinerario ha preso ispirazione da una delle proposte che Visit Romagna, nella sua attività di promozione turistica della regione, ha pensato e realizzato espressamente per i motoviaggiatori fornendo loro, attraverso una serie di itinerari, le chiavi d’accesso a un territorio universalmente conosciuto come Terra dei Motori per la passione verso la motocicletta che anima la sua gente. Cinque itinerari, destinati a raddoppiare, per raccontare da dentro una terra colma di bellezza e sorprese.

Argini e ponti di barche
Sono stati misurati in 860 km gli argini sull’asta principale del Po nel tratto dal Ticino fino al mare. Costruiti per cercare di guidare il corso delle acque e prevenire i disastri sul territorio dalle sue esondazioni, per i turisti sono il punto più alto del paesaggio da cui è possibile ammirare il fiume e l’ambiente sottostante. Sugli argini non sono rare le limitazioni alla circolazione in determinati orari o nei giorni del week end o festivi, a seconda dei comuni, indicate comunque dalla segnaletica. Sempre percorrendo il Po, una chicca da scoprire sono i tre ponti di barche (Gorino, Santa Giulia e Boccasette) che ancora fanno servizio sul fiume, retaggio di quando, per la loro flessibilità e facilità di costruzione, erano diffusissimi.

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L’Abbazia di Polirone a San Benedetto Po, uno dei tanti paesi lungo gli argini che nascondono piccoli grandi gioielli.

Dove mangiare, dove dormire

Ostiglia

Hostiliae Ciminiera Hotel
Piazza Mondadori Milano, 8
Tel. 0386 670400
Non costoso e con reception aperta h24, è un sistemazione strategica con servizio cucina.

Codigoro
Hotel Rurale Cannevié
Via per Volano, 45. Tel. 0533 719014
Un suggestivo hotel rurale in un’antica struttura immersa nella natura.
Camera doppia da 78 euro, ristorante con specialità del territorio.

Gualtieri
Osteria della Merla
Via Giardino 23 - Tel. 3791725240
Cappelletti, tortelli e risotti regnano tra i primi; tra antipasti e secondi spazio  a carni e salumi di livello, locali e non.

Porto Viro
Ristorante Zafferano
Via Gorghi, 46. Tel. 0426 633075
Il mare è vicino e la proposta di pesce, che si muove tra tradizione e creatività, è curata e gustosa. Ma c’è dell’altro...

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