In Portogallo sul circuito dell’Estoril con la splendida vittoria di Chaz Davies si chiude il 2020 della SBK. Una stagione iniziata in Australia con il successo di Toprak Razgatlioglu che dopo alti e bassi nelle successive prove, proprio nell'ultimo fine settimana della stagione ha ritrovato la vittoria con la Yamaha tagliando il traguardo per primo sia in Gara 1 sia nella Superpole Race, mostrando la competitività della Yamaha nel finale di stagione, insieme al promettente Garrett Gerloff. Ma in Portogallo si è soprattutto chiusa la sesta stagione consecutiva nel segno di Jonathan Rea e della Kawasaki che hanno portato a casa un risultato storico. Mai nessuno ha vinto tanto. 

Jonathan Rea per la sesta volta campione del Mondo

Un titolo festeggiato il sabato senza la vittoria, quella centesima per cui Rea dovrà ora aspettare il 2021, ma che ha avuto un sapore speciale. Perché in questo anno difficile per le conseguenze del Coronavirus il nordirlandese ha nuovamente mostrato la superiorità.

Dopo aver lasciato l'Australia senza essere in testa al Mondiale e con la consapevolezza di aver trovato in Scott Redding e in Toprak Razgatlioglu oltre che nel nuovo compagno Alex Lowes, avversari ancora più temibili, dopo i cinque mesi di stop che hanno fermato anche il mondo delle corse; mesi in cui ha affilato le armi allenandosi a casa ancora più duramente, dopo aver incassato le vittorie di Redding e la Ducati alla ripresa del campionato a Jerez, Rea ha rimesso la sua Kawasaki davanti a tutti da Portimao. Da lì è stato un crescendo che lo ha portato al titolo, mentre Redding perdeva terreno via via ma non la motivazione. Quella c'è da dire il britannico non l'ha persa mai arrivando fino all'ultima gara, quando ormai il titolo era matematicamente nelle mani di Rea, ancora determinato a lottare a provarci fino alla fine. Ma alla fine ha vinto Rea. Ha vinto come sa fare lui, ha scritto un'altra pagina di storia della SBK e si prepara a scriverne un'altra il prossimo anno conscio che Redding con un anno di esperienza sarà ancora più temibile e Razgatlioglu forse altrettanto.

Ci sarà poi Michael Ruben Rinaldi sulla Ducati ufficiale, quel Michael che ha regalato al team GoEleven la soddisfazione della vittoria, il titolo di miglior formazione indipendente e che ora si prepara al salto nella squadra ufficiale, da cui esce da vincitore dopo sette anni Chaz Davies. Le sue lacrime sono l'ultima immagine della stagione di questo Mondiale SBK ai tempi del Coronavirus.

Il lato umano della SBK

Un mondiale da cui è mancata la Honda attesa alla vigilia per un grande exploit con Alvaro Bautista e che invece si è dovuta accontentare di podi, pochi, e di portare a casa esperienza (e punti importanti con Leon Haslam) per la prossima stagione. Certo è che la prima annata della Panigale V4R proprio con Bautista è stata un'altra cosa.

Tutta da riscrivere per il 2021 anche la storia di BMW che dopo i pochi acuto di questa stagione con Tom Sykes e Eugene Laverty con Michael Van der Mark deve cambiare passo. Quel passo che dovrà trovare pronti via il neo campione della SSP Andrea Locatelli che dopo aver distrutto gli avversari quest’anno ha le carte in regola per fare bene anche in SBK. Quella SBK che ci consegna oltre alle lacrime di Chaz Davies anche il bel gesto di riconoscenza di Rea nei confronti di Xavi Fores capace di portare alla Kawasaki i punti necessari per vincere il Mondiale dopo che Rea nel tentativo di vincere era finito, come ad inizio stagione a terra.

Ecco Xavi con la Kawasaki del team di Manuel Puccetti ha salvato per due punti il titolo costruttori della Casa di Akashi e insieme al nordirlandese ha festeggiato il successo con tanto di giro in parata in coppia. Storie che accadono solo nella SBK.