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GP Imola: il primo applauso è per Toseland

il 29/09/2006 in Sbk

L’inglese si intromette nel duello fra Corser e Bayliss e li beffa entrambi strappando loro la pole provvisoria. 14 piloti in 1’’ preannunciano due manche da ricordare. Charpentier primo con un tempone, e Sofuoglu, secondo, controlla Curtain. Scassa davan

GP Imola: il primo applauso è per Toseland
Claudio Corti. Impennerà la R1in questo modo anche alla fine della corsa?

di Luigi Rivola, foto Alex Photo

Bayliss inizia il suo week-end sul circuito del Santerno portando la sua 999 F06 al primo posto nelle prove libere della mattinata di venerdì. Dietro di lui, a un soffio, Kagayama e Corser con le Suzuki, poi Barros e Clementi; undici piloti rientrano in un secondo, a testimonianza di un impegno che normalmente non si riscontra al primo approccio.


Bayliss è quindi l’uomo da battere quando iniziano le prove ufficiali, ma alle spalle ha gente che non si lascia intimidire, e soprattutto ha un pilota, Corser, che sa benissimo di essere il campione del mondo in carica e sa altrettanto bene che nelle ultime gare il suo carisma ha dovuto incassare colpi molto duri. Corser è infatti il primo a spingere con decisione cercando il tempo.


Lo trova e balza in vetta alla classifica detronizzando Bayliss. Il campione della Ducati non fa una piega: risale sulla 999, ruota la manopola del gas come solo lui sa fare sulla Desmo, e il tempone di Corser è presto battuto: con 1’50”265, quasi tre decimi in meno del tempo che gli era valso il primato nelle libere, torna primo, e tutti sono convinti che la pole sia già nelle sue mani.
Mancano poco meno di 20’ alla fine del turno, quando dalle retrovie arriva di slancio Toseland: ha la gomma giusta sulla moto giusta ed è nella giornata giusta; con tanti elementi positivi a disposizione il giro record non può fallire e non fallisce: 1’50”039, quasi due decimi più veloce di Bayliss.

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Ma c’è anche Corser, un Corser che dopo l’annuncio dell’imminente arrivo nella sua stessa squadra di Max Biaggi potrebbe aver ritrovato in sé quel campione sicuro e velocissimo che nel 2005 aveva vinto un titolo con evidente superiorità. La Suzuki col numero Uno sulla carena pennella le curve del Dino Ferrari, il suo ritmo è sostenutissimo e il cronometro lo attesta con un 1’50”250 che vale il secondo posto nella griglia provvisoria. La GSX-R 1000 qui a Imola sembra in palla: la bella prestazione di Corser è infatti avvalorata dal quarto tempo di Kagayama, vicinissimo ai primi, mentre Barros è quinto a confermare una Honda molto competitiva su questo circuito, che anche Fabrizio porta fra le Top Ten all’ottavo posto.
Molto valido il sesto tempo del sempre aggressivo Xaus, che al termine del primo turno di prova precede con la sua Ducati Sterilgarda la Yamaha ufficiale di Pitt, che, come già nelle libere, si piazza davanti al più blasonato compagno di squadra Haga, per il momento solo undicesimo. Da sottolineare la bella prova di Clementi, decimo con una Ducati del Team Pedercini, e, viceversa, le prove opache delle Kawasaki del Team PSG-1, la cui miglior rappresentante, guidata da Nieto, è solo quattordicesima.

Le CBR600RR del Team Ten Kate hanno ritrovato lo smalto dei tempi migliori. Il primo turno di prove uffciali del GP di Imola ha riproposto i due piloti della squadra olandese ai primi due posti della graduatoria dei tempi con Charpentier in vetta, grazie ad un guizzo finale che ha sicuramente frastornato il compagno Sofuoglu, fino a quel momento leader del turno.
Il rientro in gara di Broc Parkes, malamente caduto ad Assen e costretto a disertare Lausitz, ha appiedato Fabien Foret, che nel GP di Germania aveva comunque fornito una prova molto buona classificandosi al terzo posto.

L’ex campione del mondo SS (2002) gira per il paddock di Imola alla ricerca di una moto per Magny Cours, che ancora non è in vista, e di una squadra per l’anno prossimo, intanto Parkes cerca di tornare subito in piena forma, anche se il cronometro per ora lo penalizza: nella classifica del primo turno di prove è solo dodicesimo a oltre 2” da Charpentier e a 1”2 dal suo compagno di squadra, Kevin Curtain, oggi terzo, che punta al titolo della categoria dall’alto di un vantaggio di 27 punti su Charpentier.
Il favorito della corsa di Imola è certamente il campione del mondo in carica, che però non è ancora al massimo della forma e della tenuta fisica. Curtain dovrà fare il ragioniere perché un errore potrebbe costare carissimo a lui e alla Yamaha, che ci tiene moltissimo a questa affermazione, dopo anni di umiliazioni da parte della Honda. Una graditissima sorpresa potrebbe venire anche da Nannelli, che porta in gara la Ducati 749R con cui lo scorso anno vinse clamorosamente sotto la pioggia; il toscano ha già dimostrato di trovarsi bene su questa pista anche sull’asciutto e fra le libere e le ufficiali è riuscito a limare più di 2”, classificandosi al quarto posto e sistemandosi, seppur provvisoriamente, in prima fila.


Buona anche la prova di Vizziello, sesto alle spalle del coriaceo Harms, mentre Roccoli non è andato oltre il decimo tempo. Da tenere d’occhio infine il norvegese Andersen, che con la Suzuki ha offerto prove molto convincenti negli ultimi GP. Il primo turno di qualificazione lo vede in posizione arretrata, solo ventitreesimo, ma non c’è dubbio che possa salire e non di poco.

La Superstock non è per deboli di cuore. Non lo era all’inizio del campionato è a maggior ragione non lo è a due gare dalla fine, quando quattro piloti possono ancora lottare per il titolo, a condizione di non sprecare assolutamente nulla, anzi, con l’obbligo, Polita a parte, di vincere sempre. Polita però è in condizioni fisiche precarie e sussistono fondati dubbi sulla possibilità che possa tenere il ritmo degli altri fino in fondo. Il pilota della Suzuki sta lottando per questo titolo, che dopo tre gare sembrava già suo, da vero campione e una sua vittoria finale sarebbe meritata due volte.


La MV però sta facendo una pressione eccezionale con Scassa, che oggi ha stabilito il miglior tempo staccando di oltre tre decimi l’australiano Roberts su Suzuki, con Badovini, che al momento è quinto, e anche con Dionisi, il cui affiatamento con la F4 è in rapidissimo progresso, tanto che oggi è riuscito a conquistare un eccellente quarto posto.
Serissimo pretendente al titolo è anche Claudio Corti, con una Yamaha gestita dal Team Italia Lorenzini, che gode però di un appoggio appassionato da parte della Yamaha Italia. Corti ha già vinto tre crose, eguagliando il numero di vittorie di Polita, ma ha sprecato punti in diverse gare e deve quindi rincorrere e guardarsi da Scassa e Badovini che di corse ne hanno conquistate solo una a testa. I due piloti della MV, sarà forse anche per il fatto che guidano una moto che al massimo era considerata outsider e che invece si è rivelata vincente, sono guardati con molto interesse: a Badovini si è interessata la Ducati, che l’avrebbe voluto in sella alla sua nuova 1100 l’anno prossimo, ma sembra che abbia deciso di rimanere nel Team Unionbike, allettato anche dall’ipotesi di correre, oltre al mondiale STK 1000, anche il campionato italiano SBK 2007 con una MV “evoluzione”, la moto che dovrebbe lanciare la gloriosa Casa lombarda nel mondiale.


Ayrton Badovini

A proposito di Scassa – fresco campione italiano Superstock – si sussurra invece di un suo trasferimento in America per le gare del campionato AMA SBK, naturalmente in sella alla MV.
L’unica cosa certa, al momento, è che le ultime due corse del Mondiale 2006 saranno incredibilmente combattute e che domani il secondo turno di prove sarà contemporaneamente una rivincita di oggi e un anticipo della corsa di domenica. Provate ad immaginare come potrà essere il Mondiale 2007, quando anche la Ducati, con l’unico bicilindrico, sarà della partita.

Manca Canepa, impossibilitato a correre per le conseguenze dell’incidente in cui è rimasto coinvolto durante la corsa del campionato italiano di velocità domenica scorsa qui ad Imola, ma c’è Giugliano, e la pole provvisoria dell’europeo superstock 600 è sua al termine di un turno che è rimasto incompiuto proprio per la caduta, all’ultimo istante, dell’italiano e la conseguente esposizione della bandiera rossa.


Il giovane pilota della Kawasaki del Team Lightspeed è stato l’unico a scendere sotto i due minuti; la sua pole provvisoria, 1’59”724, è comunque alla portata di Simeon, il leader della classifica in sella alla Suzuki Alstare, che nelle libere ha girato addirittura più veloce, fermando i cronometri sul tempo di 1’59”436.
Altri tre italiani seguono la coppia di testa: sono Beretta, Antonelli e Magnoni, che guidano rispettivamente una Suzuki, una Honda e una Yamaha, ma che difficilmente riusciranno ad inserirsi nella lotta per la vittoria.

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