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L’ultimo sigillo

il 06/10/2005 in Sbk

Si chiude in Francia il campionato mondiale Superbike 2005. Nessuno dei grandi protagonisti manca all’appello e non c’è dubbio che le due gare finali saranno roventi anche se il titolo è ormai assegnato. A meno che il tempo, come a Imola, non rovini tutto

L’ultimo sigillo
Noriyuki Haga, sarà sicuramente protagonista anche a Magny Cours

di Luigi Rivola, foto Alex Photo


Troy Corser si presenta a Magny Cours col titolo di campione del mondo SBK 2005

Magny Cours –
Si conclude in Francia il campionato mondiale SBK 2005, appena una settimana dopo il GP di Imola la cui eco non si è ancora spenta, sia per la delusione dell’annullamento della seconda manche a causa della pioggia battente, sia per l’assegnazione anticipata del titolo iridato a Troy Corser.

L’annullamento di gara-2 ha avuto come conseguenza indesiderata la matematica certezza dell’impossibilità per Chris Vermeulen di contendere fino all’ultimo la vittoria finale al pilota della Suzuki. Vermeulen ha dimostrato di possedere un autocontrollo fuori della norma, e così Gerrit Ten Kate, titolare della sua squadra: entrambi hanno evitato ogni polemica e si sono schierati a fianco di Corser nel sostenere che correre in quelle condizioni era impossibile. Altri non si sarebbero rassegnati così facilmente e così sportivamente.


A Magny Cours, come a Imola una settimana fa, il tempo è orrendo: minaccia il diluvio e la visibilità è scarsa. Le previsioni sono per un miglioramento, ma non è facile crederci guardando fuori della vetrata della sala stampa del circuito.
Il primo pilota incontrato entrando nel paddock è stato proprio Vermeulen, il favorito qui a Many Cours. Nei piani di Chris ci sono sicuramente due vittorie di manche, le ultime due del 2005. Per orgoglio, per stabilire un primato personale e per presentarsi senza complessi alla sua prima corsa in MotoGP: il GP d’Australia del 16 ottobre, dove guiderà la Honda RC211V dell’infortunato Troy Bayliss, con la possibilità concreta di correre anche l’ultima corsa del campionato MotoGP il 6 novembre a Valencia.
Questo non significa che Vermeulen nel 2006 abbandonerà la Superbike: la Honda gli ha chiesto di rimanere e di vincere, promettendogli una RC211V ufficiale per il 2007; a Imola ha avuto un colloquio con Carlo Fiorani, uno dei manager sportivi più autorevoli della Honda e a Magny Cours, alla presenza di Silvio Manicardi, il dirigente Honda Europa che lo ha seguito più di ogni altro dal suo arrivo nel Team Ten Kate, potrebbe concludere l’accordo che lo manterrà alla Honda e alla Superbike nel 2006.

Il secondo pilota incontrato nel buio di giovedì pomeriggio a Magny Cours è stato Lorenzo Lanzi. Lui non ha ambizioni di MotoGP, ma dopo la vittoria in Gara-2 nel GP di Germania lo hanno cercato in parecchi. Inutile: Lanzi è un uomo Ducati e tale ha intenzione di rimanere, anche perché, pur non avendo ancora visto nessun contratto da firmare, sa che la moto ufficiale nel 2006 non dovrebbe ormai sfuggirgli, magari facendo coppia col rientrante Troy Bayliss. Nell’ultimo GP di stagione il romagnolo punterà naturalmente a concedere il bis del Lausitzring: non che sia fondamentale per la sua permanenza in sella alla 999F05, ma una conferma non fa mai male. Le probabilità che Laconi vinca nel GP di casa la sua ultima corsa in sella alla Ducati ufficiale dipendono in buona parte dal suo stato di forma fisica, che a Imola non era ancora del tutto recuperata dopo la brutta caduta in Olanda. Regis comunque è uno che se solo se la sente apre la manetta, e in Francia cercherà di farlo ad ogni costo.
Rimangono fuori, fra i potenziali vincitori di Magny Cours, il neonominato campione del mondo, Troy Corser, l’appena detronizzato campione del mondo James Toseland e il sempre temibilissimo Noriyuki Haga. Inutile dire che Corser, un vero australiano dalla scorza durissima, non dormirà sugli allori, però nelle ultime gare la sua Suzuki non è sembrata all’altezza della Honda Ten Kate, o quantomeno non ha mostrato più la precedente superiorità. Toseland l’anno scorso qui a Magny Cours fece faville, ma davanti alla visiera del casco, come il cavallo va più forte se vede la carota, aveva la prospettiva del titolo, che quest’anno invece non c’è più. Haga ha già la moto per il 2006, ossia la sua Yamaha R1 in costante crescita, quindi non ha quegli stimoli che alcuni piloti si scoprono a fine stagione. Il fatto è che lui di questi stimoli non ha nessun bisogno: gli basta una moto che vada e un avversario da far scoppiare a furia di attacchi da ogni lato. Lui è così. E sarà così anche domenica.

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