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GP Italia, il ritorno di Laconi

il 26/09/2004 in Sbk

Dopo la superpole e la vittoria in gara-1 Laconi s'impone anche nella seconda manche. Questa volta alle sue spalle c'è James Toseland. Vermeulen solo sesto. Chili si ritira, l'MV di Mazzali diciassettesima. In Supersport Muggeridge vince ed è campione


La seconda manche di Imola ha cominciato a regalare emozioni ancora prima del via. Durante il giro di ricognizione Chris Vermeulen è schizzato in aria alla chicane del Tamburello. "Ho visto che la Honda perdeva copiosamente olio" ha raccontato James Toseland. L'australiano si è rialzato dolorante, gara e Mondiale perduti? Niente affatto: Giovanni Bussei si è fermato, lo ha fatto salire sul sellino e lo ha riportato ai box dove Vermeulen ha trovato la CBR-RR con la quale ha potuto prendere il via, seppure con 14 secondi di ritardo. Per questo gesto d'altri tempi Bussei è stato penalizzato dalla race direction con il "ride through", l'attraversamento della pit lane a velocità di 85". E' arrivato undicesimo. Il passo falso della Honda ha dato alla Ducati la possibilità di ipotecare il titolo.


In testa alla corsa Laconi, Toseland e Haga se le sono date di santa ragione con il giapponese ben più aggressivo rispetto a gara-1, quando aveva archiviato un modesto quarto posto. Nori-Chan è andato in testa al nono giro ma poco dopo è volato via all'ingresso della Piratella restando miracolosamente incolume dopo una scivolata di parecchie decine di metri. Il finale è stato uno spareggio tutto Ducati ufficiale tra Toseland, determinato a riscattare la sconfitta della manche precedente, e Laconi. Al penultimo passaggio il francese ha fulminato il britannico nello stesso punto dove, tre ore prima, si era sbarazzato di Vermeulen, la velocissima discesa della Rivazza.

Toseland ha cercato di rispondere all'ultima variante ma Laconi è stato furbo: "Sono entrato piano per evitare che James potesse tentare di passarmi in accelerazione" ha confessato il francese. I due si sono toccati ma Toseland ha perso per 41 millesimi. Vermeulen non si è dato per vinto, ha risalito il gruppo con veemenza cogliendo un sesto posto che tiene in vita le sue speranze di vittoria finale. Il campionato arriva alla resa dei conti di Magny Cours con questa situazione: Laconi 295 punti, Toseland 291 e Vermeulen 282. A fine gara il dottor Claudio Costa ha fatto il punto sulle condizioni fisiche del 22enne australiano che ha gareggiato con una sospetta frattura allo scafoide destro e una forte contusione all'anca. Haga adesso ha 41 punti di ritardo, ne restano 50 ed è fuori gioco. Come Pierfrancesco Chili che si è fermato per il distacco di un tubo della benzina causato dalla rottura del supporto del serbatoio. Steve Martin è salito per la quinta volta sul podio (sempre da terzo) ma il vero eroe della gara è stato Gianluca Nannelli che nonostante una pessima partenza (12° al primo giro) ha centrato un fantastico quarto posto al debutto sulla 999, la moto che ha fatto penare un po' tutti in questa stagione. Peccato che nella prima avesse montato una gomma usata.

La gioia di Régis Laconi e degli uomini del team Ducati Fila

Gran pubblico, entusiasmo alle stelle e una manche d'apertura fantastica: la Superbike non ha deluso i palati fini di Imola. Pronti via e i quattro candidati al Mondiale si sono ritrovati al comando. Haga ha preso subito il comando delle operazioni ma alla Rivazza Vermeulen ha tentato di superarlo dando fuoco alle polveri. Haga però si è ripreso subito il comando incrociando pericolosamente la traiettoria. La Honda però è un missile e alla Tosa, all'inizio del secondo passaggio, Vermeulen ha piegato definitivamente il giapponese. Anche Laconi, il giro successivo, si è sbarazzato di un Haga non eccessivamente incisivo. Per oltre metà gara Nori è rimasto incollato alla scia dei primi due, poi ha dovuto subire anche l'attacco di Toseland terminando solo quarto. "Non avevo il grip che sarebbe stato necessario" ha mugugnato un Haga molto deluso. Neppure Toseland è stato capace di tenere la ruota di Vermeulen e Laconi che si sono studiati fino alle battute finali.


Al penultimo passaggio la svolta: Laconi è entrato dentro nel curvone veloce a destra che precede la Rivazza facendo esplodere d'entusiasmo la collina della passione gremitissima di pubblico. Régis, autore anche del giro più veloce, era ormai fuori portata, Vermeulen è rimasto buono nella sua scia cogliendo un secondo posto comunque prezioso. In virtù del risultato della prima manche la Honda balza al comando del Mondiale con 272 punti, Toseland è secondo con 271 e Laconi terzo con 270!

Haga invece perde terreno, forse irrimediabilmente: il suo modesto quarto posto lo ha fatto precipare a 18 punti dalla vetta, ritardo che a tre manche dalla conclusione (75 punti da assegnare) pare onestamente difficile da recuperare. A meno che, nella seconda manche, Nori non faccia il fenomeno. Chili, partito dalla quarta fila, ha compiuto una difficile rimonta fino al settimo posto finale. "Ho perso tanto tempo all'inizio, tutti facevano i matti e non c'era spazio per passare" ha detto. Negli ultimi giri, mentre era a caccia di Marco Borciani, Chili ha tenuto lo stesso ritmo dei primi. Borciani è arrivato ottavo precedendo Nannelli. Caduta senza danni per Pedercini, a lungo ottavo.


E' finita com'era ampiamente previsto: Karl Muggeridge e la Honda Ten Kate hanno vinto il Mondiale Supersport con una gara d'anticipo. Il verdetto non è mai stato in discussione, l'australiano aveva 38 punti di vantaggio nei confronti di Jurgen Van de Goorbergh, olandese della Yamaha che si è ulteriormente complicato la vita partendo male. Ha faticosamente recuperato fino al settimo posto ma al tredicesimo dei ventuno passaggi in programma è scivolato lasciando nella sabbia ogni residua speranza. Muggeridge, scattato dalla pole, è andato in testa fin dalla prima curva e non ha più mollato la posizione nonostante il tenace inseguimento del compagno di squadra Broc Parkes. Il numero due della Honda Ten Kate ha provato un paio di volte il sorpasso alla Rivazza ma Muggas gli ha risposto per le rime difendendo con le unghie il primato. Quando Van de Goorbergh è uscito è arrivata puntuale la segnalazione dal box e a quel punto, anziché tirare i remi in barca, Karl ha acceso il turbo lasciando sul posto il compagno di fuga.


Muggeridge ha portato a casa gara e titolo: appena tagliato il traguardo si è fermato per indossare la pettorina con un vistoso numero uno mentre i meccanici della Ten Kate hanno messo la maglietta celebrativa che ricorda i tre titoli consecutivi: nel 2002 la Honda vinse con Fabien Foret, lo scorso anno con Chris Vermeulen e adesso con Muggeridge. La marca di Tokyo, che nella Supersport è impegnata in forma ufficiale, ha monopolizzato il podio con il terzo posto del francese Sebastien Charpentier. Invece della Yamaha alle spalle della corazzata Honda è spuntata la sagoma nera della Ducati 749R di Lorenzo Lanzi che ha sfiorato il podio (quarto) come già successo a Silverstone. "Qui avevamo qualche evoluzione siamo andati meglio rispetto all'Olanda, però ci manca sempre qualcosa per arrivare sul podio." Alla Yamaha sono rimasti in mano il quinto di Foret e il sesto di Pitt, un po' poco rispetto alle aspirazioni iniziali. Curtain è scivolato nelle prime battute di gara.

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