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Sbk

SBK: test ufficiali giorno 1

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Edwards detta subito legge nella prima giornata a Kyalami. Bayliss si conferma avversario numero uno. In evidenza Chili con la nuova Suzuki GSX-R 750

Okada sulla Honda SBK a Kyalami


Dal nostro inviato Marcello Pollini
Foto di Fabrizio Porrozzi





Con la prima giornata dei test ufficiali Superbike a Kyalami sono iniziate le manovre in vista del mondiale che partirà l’11 marzo a Valencia in Spagna. In pista tutte le squadre di vertice che hanno potuto finalmente misurarsi per la prima volta con le rivali.


Quasi a ribadire il diritto di portare il numero uno sulla carena, Colin Edwards è stato subito il più veloce, unico a scendere sotto il muro dell’1’43. Il texano della Honda ha ottenuto il risultato proprio in chiusura di sessione, nel ventiquattresimo giro del pomeriggio, facendo segnare 1’42”693, poco meno di tre decimi dal record di Corser (Aprilia), che realizzò 1’42”471 nella Superpole dello scorso anno. Edwards è stato l’unico in pista ad utilizzare gomme da qualifica, e questo perché la Honda ha già provato da parecchi giorni e ha deciso di chiudere martedì sera, con due giorni di anticipo, i suoi test a Kyalami.

Gli altri top rider non sono stati comunque a guardare e i tempi fatti segnare con gomme da gara sono già indicativi del grande equilibrio tecnico che regna quest’anno. Velocissimo così è stato Troy Bayliss con la Ducati, che si è trovato subito a suo agio su una pista che non conosceva. L’australiano ha girato forte nella sessione mattutina dove ha realizzato 1’43”159. Nel pomeriggio invece ha badato soprattutto a testare diversi tipi di gomme, chiudendo la sua fatica con un’ora di anticipo. Bene è andato anche Tadayuki Okada, terzo tempo. Il giapponese sarà un osso duro per tutti, se troverà le giuste motivazioni. Intanto ha fatto capire che il feeling con la bicilindrica Honda è già a buon punto.

La vera sorpresa della giornata l’ha fornita Pierfrancesco Chili, capace di scendere con la nuova Suzuki GSX-R 750 fino a 1’43”388. Il bolgnese è stato uno dei piloti a compiere più giri, ben 52, fermandosi spesso a parlare con i tecnici Dunlop. La Suzuki ha comunque confermato il grande potenziale che aveva già messo in mostra nei test di Suzuka e Jerez. In evidenza anche Neil Hodgson, che ritorna nel mondiale a distanza di tre anni. Il campione inglese Superbike in carica è stato l’ultimo dei piloti sotto l’1’44”, quattro decimi più veloce di Ben Bostrom, a cui è toccato “l’onore” di essere il primo e unico iscritto nell’elenco cadute, senza comunque conseguenze. E proprio a causa della caduta patita nell’ultima giornata dei test Michelin non si è presentato in pista Ruben Xaus, che non ha ancora smaltito i dolori al collo ed è stato saggiamente tenuto a riposo.

Altro forfeit eccellente in questa prima giornata è stato quello di Troy Corser. L’australiano si è fermato un giorno in più in Australia (ma la squadra non lo sapeva) per festeggiare il compleanno della madre e sarà in pista solo martedì. Così il lavoro è stato concentrato tutto su Regis Laconi. Il francese sta progrendo a piccoli passi, cercando senza strafare l’affiatamento con la RSV mille dopo anni di moto a due tempi, e per far questo ha inanellato la bellezza di 74 giri, il record della giornata. Il tempo non lo ha confortato (peggio di lui hanno fatto solo le Yamaha di Borja e Deletang) ma non era questo l’obiettivo di questa prima giornata.

I tempi Edwards (Honda) 1’42”693
Bayliss (Ducati) 1’43”159
Okada (Honda) 1’43”244 Chili (Suzuki) 1’43”388
Hodgson (Ducati) 1’43”656
Bostrom (Ducati) 1’44”079
Lavilla (kawasaki) 1’44”246
Toseland (Ducati) 1’44”383
Yanagawa (Kawasaki) 1’45”041
Chambon (Suzuki) 1’45”137
Laconi (Aprilia) 1’46”056
Borja (Yamaha) 1’48”212
Deletang (Yamaha) 1’48”457

Vai alla gallery fotografica di Fabrizio Porrozzi


Dal nostro inviato Marcello Pollini
foto Fabrizio Porrozzi


Kyalami (Saf) - Lo vedo per la prima volta un po’ perso nel box della Honda, a sedere, o meglio dire accasciato su una sedia, con la tuta tirata giù mentre tutt’attorno i meccanici del team scherzano con Colin Edwards. Lui non sembra neanche accorgersi di quello che succede intorno, con quello sguardo fisso nel vuoto che sembra tanto quello di un innamorato che ha perso definitivamente la sua amata. Invece appena lo saluto, Tadayuki Okada, che ha sostituito quest’anno Aaron Slight tra le fila del team Castrol Honda, si strappa via come una visiera quel suo sguardo triste, mi fa un bel sorriso e comincia a chiacchierare, con quel suo inglese alla giapponese fatto di parole essenziali, un po’ masticato e con pause lunghissime.

- Allora Tadayuki, come va? (La domanda sembra banale, ma approcciarsi chiedendogli se si sente un bocciato non è il miglior modo per iniziare una conversazione, n.d.r.)
“Tutto bene. Mi ritrovo in un team molto professionale, la moto ha un grande potenziale e Colin Edwards, il mio compagno di squadra e campione del mondo, guida davvero forte ed è anche simpatico. Ci sono tutte le condizioni per fare bene”.

- Ma non è che preferivi rimanere in 500? ( si lascia scappare una sghignazzatina n.d.r.)
“Se avessi potuto scegliere sarei rimasto sicuramente. Guidare una due tempi è tutta un’altra cosa: è più leggera, più bella da domare, ha una potenza mostruosa, ben maggiore della VTR 1000. Però la Honda mi ha chiesto di passare in Superbike e non potevo rifiutare”.




- Proprio il fatto di non aver scelto potrebbe non darti gli stimoli giusti per lottare al vertice?
“In effetti all’inizio ho fatto un po’ di fatica ad abituarmici. Poi ho capito che poteva essere una sfida interessante e stimolante, in grado di ridarmi quell’entusiasmo che ho un po’ perso nella disastrosa stagione 2000, dove tutto è andato davvero storto”.

- Quindi l’obiettivo è il titolo?
“Prima di tutto è vincere, poi si vedrà nel corso della stagione. Per farlo dovrò cercare di superare quelle abitudini di guida che avevo con la 500, che poco si adattano alla moto superbike, come quella di frenare all’ultimo momento per poi raddrizzare velocemente la moto, aprendo bruscamente il gas. Qui devi lasciar correre la moto, e nelle curve a largo raggio ancora non ci riesco come dovrei”.

- Un altro ostacolo potrebbe essere rappresentato dai molti circuiti che non conosci.
“Un mio pregio è quello di saper “leggere” in fretta le piste. Per cui credo che saprò adattarmi bene a qualsiasi tracciato”.

- Da quello che dici sembra chiaro che non sei venuto in Superbike da… pensionato.
“Assolutamente no. Voglio provare a diventare il primo giapponese iridato nella SBK: sarebbe un grandissimo risultato per la Honda e per me un motivo d’orgoglio”.


Luogo e data di nascita : Ibaraki (Giappone) il 13 febbraio 1967
La carriera
1989-‘90-’91
: campione giapponese 250
1992 : 2° nel campionato giapponese 250
1994 : 2° nel mondiale 250
1995 : 2° nel mondiale 250
1996 : 7° nel mondiale 500
1997 : 2° nel mondiale 500
1998 : 8° nel mondiale 500
1999 : 3° nel mondiale 500
2000 : 11° nel mondiale 500
"Frankie" Chili è andato forte anche questa volta
Okada sulla Honda SBK a Kyalami
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