Con un Bagnaia così serve un Martin al 100%, senza problemi di gomme. E il Marquez visto a Losail promette bene. Da Aprilia invece possiamo - e dobbiamo - aspettarci di più
Da dove incomonciamo? Esattamente da dove abbiamo finito lo scorso anno: da un Bagnaia vincente. Il weekend di Losail ci è stato utile per cogliere le prime indicazioni su una stagione (quella della MotoGP 2024) appena iniziata. E che vedrà la prossima settimana il secondo atto sul circuito di Portimao.
Ma torniamo a Bagnaia: da lui ci si aspetta molto e c’è da dire che, nonostante un inizio esplosivo nei test prestagionali, il venerdì e il sabato del Qatar hanno fatto preoccupare gli appassionati. La soluzione per il campione italiano sta sempre nella giornata di domenica, grazie ad una vittoria che fa tirare un sospiro di sollievo… d’altronde ci aveva abituati così dall’anno scorso.
Se diamo poi uno sguardo all’altro lato del box possiamo dire di aver ritrovato un fantastico Enea Bastianini, anche se dopo i test forse ci si aspettava qualcosa in più… lui stesso per ammette: “Sono stato conservativo per nulla, mi aspettavo un drop della gomma consistente, ma non è stato così”.
MARTIN & CO: LE ALTRE DUCATI
Che dire invece di Jorge Martin? L’abbiamo ritrovato come l’avevamo lasciato o forse addirittura meglio. Dominatore assoluto del sabato, costretto però ad affrontare i problemi di chattering della moto la domenica, che l’hanno obbligato ad accontentarsi del terzo gradino del podio. Non ci sono dubbi sul fatto che sia lui il rivale numero uno da affrontare.
Per concludere il discorso sulla casa di Borgo Panigale bisogna parlare delle due new entry: Marc Marquez, in sella alla Ducati Gresini e Franco Morbidelli, con la Ducati Pramac. Nel caso del pilota italiano c’è da fare un discorso a parte: a causa dell’infortunio rimediato sul circuito di Portimao durante un giorno di prove, non ha potuto provare la moto ai test. L’obiettivo per lui, quindi, non era puntare al miglior risultato, ma prendere confidenza con la moto e iniziare il lavoro di sviluppo.
A differenza sua, l’otto volte campione del mondo sembra aver trovato questa confidenza e soprattutto sembra aver ritrovato se stesso, tornando finalmente a sorridere sotto il casco. Tenendo in considerazione che il Qatar non è mai stata la sua pista, i risultati ottenuti sono notevoli. Lui non vuole sbilanciarsi in ottica mondiale, ma ormai è chiaro a tutti che ci sarà e darà filo da torcere.
APRILIA: POLLICE VERSO
L'altra faccia italiana della medaglia è Aprilia che però purtroppo ci aveva già abituati l’anno scorso a uno sprint iniziale, destinato a spegnersi nel corso della stagione. La speranza era infatti che nel 2024 questo non succedesse. Il punto di domanda più grande sta proprio qui per ora: Maverick Viñales sembra già accusare le prime difficoltà, mentre Aleix Espargaro è riuscito a conquistare il podio nella sprint, non riuscendo invece a riconfermarsi nella giornata di domenica. Qualche dubbio inizia a sorgere, anche se sappiamo che la gara del Qatar è sempre un appuntamento particolare.
ACOSTA, CHE SORPRESA!
Il 2024 sa anche di “rookie maravilla”, stiamo parlando di Pedro Acosta. Abbiamo imparato a conoscerlo grazie ai suoi successi nelle classi minori ed è stato da subito chiaro che avrebbe dato filo da torcere ai grandi campioni. Il suo debutto nella classe regina è stato a dir poco spettacolare, terminando entrambe le gare in top 10. Un’emozione quella di trovarsi in pista con i big, che difficilmente si dimentica. Lui stesso ha affermato: “il sorpasso su Marc è stato come perdere la verginità”.
GRAN BINDER, HONDA E YAMAHA BOCCIATE
In casa KTM anche Brad Binder si è dimostrato un ottimo sfidante per la lotta al titolo. Già alla fine della scorsa stagione ci aveva dimostrato di poter lottare per le posizioni importanti, ma quest’anno il pacchetto moto-pilota fa paura. Oltre alle italiane, infatti, Ktm è la miglior moto presente sullo schieramento e addirittura sembra aver sviluppato il motore più potente.
E le giapponesi? Poco da dire… la realtà la conosciamo tutti e non potevamo aspettarci molto. Ne è la prova la performance di Fabio Quartararo, quasi inesistente. In sella a questa Yamaha si è ormai rassegnato a dover vedere il proprio nome in fondo alle classifiche. Non da meno il suo compagno di box Alex Rins che, oltre a dover imparare a guidare una nuova moto, deve far fronte a tutti i problemi di sviluppo di cui si parla ormai già da tempo.
Una storia che si ripete anche per Honda, con Joan Mir e Luca Marini. In questo caso però bisogna fare un appunto sulla prestazione di Marini, risultata deludente se paragonata a quello che ci aveva fatto vedere nei test. Detto questo, non potevamo di sicuro aspettarci un miracolo, però nemmeno l’ultimo posto… la fiducia che il team ha riposto in lui e soprattutto quella che lui ha deciso di offrire a loro speriamo possa ripagare entrambi da qui a fine stagione.
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