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Ducati, Bagnaia e la sindrome dell'Istituto Luce

Marco Gentili
di Marco Gentili il 12/06/2023 in Motogp
Ducati, Bagnaia e la sindrome dell'Istituto Luce
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Le critiche fuori luogo al nostro commento sul GP del Mugello accendono la luce sul fenomeno tutto italiano che premia chi si prona di fronte al vincente, e penalizza chi alza una voce critica

No, in redazione non beviamo e non siamo invidiosi di nessuno. Semplicemente, rispetto a una concorrenza sempre pronta a sfoderare la lingua di fronte al vincitore di turno (meglio se italiano, nella migliore tradizione dell'Istituto Luce di mussoliniana memoria), noi preferiamo alzare una voce critica, se è il caso.

Così, certi commenti scomposti apparsi sui social in risposta a un articolo del nostro Federico Garbin (che potete leggere qui) fanno tornare di granda attualità un tema fin troppo evidente nel modo italiano di fare giornalismo. 

Per noi sarebbe ben più facile e redditizio blandire Pecco Bagnaia con parole al miele, incensare la Ducati, e strombazzare ai quattro venti che la MotoGP è il campionato mondiale più bello, divertente e combattuto del mondo. Ah, dimenticavamo: anche quello con più gente sugli spalti.

La nostra colpa, agli occhi di alcuni utenti, sarebbe quella di essere "invidiosi" dei successi di Pecco Bagnaia (come se ci avesse tolto la sella da sotto il sedere...) e di sparare contro "il movimento".

La nostra forza, invece, è di dire le cose come stanno, e non di scriverle come alla gente piace sentirsele raccontare. Al Mugello il nostro collega ha visto tribune mezze vuote (laddove altri si sono affrettati a parlare di "spalti gremiti") e raccontato di una gara che ha lasciato poche emozioni a un pubblico ancora in cerca di un messia, dopo l'addio - ancora da metabolizzare - di Valentino Rossi.

Niente contro un super Bagnaia e contro una Ducati che sta mettendo in luce tutta la sua forza, sia ben chiaro. Ma è chiaro che qualcosa, nella MotoGP di adesso, non va. Lo sport non riesce più a emozionare come una volta, a mettere in pista duelli degni di tal nome, rivalità accese e personaggi di spessore. 

Certo, qualcuno potrà venire a dire che la MotoGP non è un teatrino, che alla fine è prestazione sportiva e che conta chi vince, punto. Ma noi guardiamo ai dati di fatto. E alle tante sedie vuote del circuito di Scarperia, sintomo di qualcosa che chiaramente si è incrinato. E che nessuno è intenzionato a rimettere a posto.

 

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  • Non credo che la carenza di spettatori ai MotoGP di questi anni sia dovuto alla mancanza di una superstar come Valentino Rossi. Credo invece che i tempi siano completamente cambiati e, se anche VR46 avesse oggi 20 anni, non ci sarebbero gli spalti pieni. Gli anni d'oro del Dottore sono stati dal 1999 al 2009. Un intervallo di tempo tra i 13 anni e i 24 anni fa! Il mondo dei social era appena nato: Facebook nel 2004, Youtube nel 2005, Instagram nel 2009 non era ancora stato lanciato. TikTok non esisteva. Le piattaforme di streaming non erano così diffuse come lo sono oggi. Netflix, ad esempio, all'epoca era principalmente un servizio di noleggio di DVD. La TV tradizionale era ancora il mezzo principale per consumare contenuti televisivi. I media tradizionali dominavano il panorama delle notizie. La nuova generazione è figlia di un mondo che non si può neanche paragonare a quello di un quarto di secolo fa: è più presente virtualmente che fisicamente. Una grossa fetta di spettatori fisicamente presenti sugli spalti si è persa. Credo quindi ci siano diverse ragioni che spiegano la diminuzione del numero di spettatori agli eventi della MotoGP: - Cambiamento delle abitudini di visione: con la crescente disponibilità di trasmissioni televisive ad alta definizione e piattaforme di streaming online, molte persone ora preferiscono guardare lo sport comodamente da casa. Questo cambiamento nelle abitudini di visualizzazione potrebbe portare a una minore partecipazione agli eventi dal vivo, comprese le gare della MotoGP. - Fattori economici: assistere alle gare della MotoGP comporta spese di viaggio, alloggio e prezzi dei biglietti. Le recessioni economiche possono rendere meno possibile assistere alle gare. - L'interesse dei giovani per le motociclette sta diminuendo infatti l'Italia, come molti altri paesi europei, ha assistito a un calo delle vendite di motociclette negli ultimi anni. Vari fattori, come le condizioni economiche, il cambiamento delle preferenze di mobilità e normative più severe, hanno influenzato questa tendenza. Basta andare ad un motoraduno, ad una fiera, o vedere semplicemente la faccia di chi guida la moto. Diciamo così: la moto non è più un mezzo per giovani!
  • riccardo.polo
    Ho un figlio di 16 anni al quale, ahimè,ho trasmesso il morbo delle 2 ruote... Lui non ha vissuto l'epoca del Rossi vincente, quindi non ha termini di paragone. Ma si appassiona tantissimo guardando le prove, la sprint e il gp, segue i piloti sui social, sa tutto di tutti. Tifa Bagnaia ma gli stanno simpatici quasi tutti, si diverte molto. Credo qui di che sia più difficile per noi che apparteniamo ad una generazione diversa apprezzare le gare di oggi, per noi che abbiamo vissuto lotte e duelli epici... detto questo, se volessi accompagnarlo con mia moglie a vedere una gara, per andare in tribuna centrale al Mugello mi pare che avrei dovuto spendere almeno 750€... mi pare sproporzionato
  • Riky1953
    Io credo che più che questo sport non riesce ad emozionare, le sedie vuote stanno a denunciare l'elevato costo dei biglietti. Gli addetti ai lavori dichiarano che questo è uno sport costoso? Rivedano loro qualcosa ma intanto io non frequento i circuiti perchè troppo cari.
  • Riky1953
    Io credo che più che questo sport non riesce ad emozionare, le sedie vuote stanno a denunciare l'elevato costo dei biglietti. Gli addetti ai lavori dichiarano che questo è uno sport costoso? Rivedano loro qualcosa ma intanto io non frequento i circuiti perchè troppo cari.
  • Riky1953
    Io credo che più che questo sport non riesce ad emozionare, le sedie vuote stanno a denunciare l'elevato costo dei biglietti. Gli addetti ai lavori dichiarano che questo è uno sport costoso? Rivedano loro qualcosa ma intanto io non frequento i circuiti perchè troppo cari.