Joan Mir e la sua Suzuki sono i nuovi campioni del Mondo della MotoGP. Un risultato di certo inaspettato a inizio stagione, ma che grazie al talento e alla costanza del pilota spagnolo e all’equilibrio della GSX-RR ha preso forma gara dopo gara, arrivando a concretizzarsi a Valencia alla penultima prova del campionato. Un successo storico per la Casa di Hamamatsu, che può festeggiare nel migliore dei modi i suoi cento anni. 

MIR, CAMPIONE DI UNA STAGIONE IMPREVEDIBILE

In una stagione del Motomondiale pesantemente condizionata dal Coronavirus, ma soprattutto dalla mancanza di Marc Marquez, fuori dopo la caduta nella prima gara e il cui rientro pare ancora lontano, lo spagnolo è cresciuto gara dopo gara insieme alla sua moto. Joan ha fatto qualche errore nelle prime battute, ma poi ha cambiato passo, iniziando ad essere sempre più efficace, raccogliendo gioie, podi e soddisfazioni con una costanza che non ha avuto eguali nei suoi avversari. Quando l'impresa era sempre più vicina, gli mancava solo il successo in gara per essere considerato completo.

E l'ha ottenuto proprio a Valencia sette giorni prima di festeggiare il titolo della MotoGP sullo stesso tracciato, cosa che lo rende comunque l'iridato della top class con meno vittorie all'attivo nella storia della categoria, tra 500 e MotoGP. A 23 anni (è nato il giorno dopo che Valentino Rossi ha conquistato il suo primo alloro nella 125), Mir ha già in bacheca il titolo di campione della Moto3 nel 2017, vinto da fuoriclasse (10 vittorie in 18 GP) e ha mostrato non solo talento ma anche una grande lucidità. Intelligenza, velocità, dedizione al progetto: le doti che ha visto in lui Davide Brivio, il deus ex machina, insieme al fratello Roberto, della rinascita Suzuki: che in pochi anni e con poco budget, grazie a scelte giuste e lungimiranti è diventata la formazione più equilibrata e coesa. E proprio a Brivio va quindi il grande merito di aver creduto in Mir e di aver costruito le basi di questo trionfo che resterà nella storia.

LA TERZA DI MORBIDELLI

Nel giorno di gloria di Joan Mir, il mattatore della gara è stato Franco Morbidelli. Altra bella promessa diventata realtà, l'ex campione della Moto2 ha conquistato il suo terzo successo stagionale battendo alla fine di un duello serrato Jack Miller. Una vittoria che ribadisce il valore di Morbidelli e che lo lancia al secondo posto nella classifica iridata, mentre il suo compagno Fabio Quartararo che ad inizio stagione era considerato l'unico possibile anti-Marquez, dopo un fine settimana opaco finiva ancora a terra. E mentre la moto 2019 di Morbidelli lottava per la vittoria, poco hanno raccolto le M1 ufficiali di Vinales e Valentino Rossi.

Morbidelli diventa il pilota che ha percorso più giri in testa nel 2020: ieri ha saputo piegare un indomabile Miller e la sua Ducati, ha fatto vedere ancora una volta cosa può fare la vecchia Yamaha, nelle sue mani e dimostrato un potenziale impressionante. E se non ha potuto lottare fino in fondo per il titolo, è stato anche per quei due zeri dovuti a cadute in cui è stato coinvolto. Certo è che il confronto con un compagno di squadra come Quartararo, dato come favorito fino a metà stagione, ha forse fatto scattare in Franco la voglia di mostrare ancora di più il suo valore: e i risultati si sono visti.

KTM, ANCORA PODIO CON ESPARGARO

Ancora sul podio la KTM con Pol Espargaro. Lo spagnolo quest'anno non ha vinto gare come Binder e Oliveira, ma ha sempre portato in alto la RC-16. Con Binder e Oliveira di nuovo nella top ten le moto austriache si confermano efficaci su tutti i tracciati.

Per Ducati con Miller sul podio e pronto ad entrare nel team ufficiale a fine stagione, Andrea Dovizioso dopo qualifiche opache ritrova la grinta, risale ma non va oltre la ottava posizione alle spalle di Mir e davanti alla Aprilia di Aleix Espargaro, che porta a casa una delle migliori gare stagionali - il che purtroppo dice molto sulla competitività ancora da trovare per la moto di Noale. Affonda nuovamente Danilo Petrucci e anche Pecco Bagnaia non fa guizzi chiudendo fuori dai dieci.

Nel giorno in cui la Suzuki vince il Mondiale e porta a casa anche un buon quarto posto con Alex Rins e in cui la Yamaha conquista la settima vittoria da inizio stagione, la Honda, dopo aver sognato con Takaaki Nakagami, uscito mentre era in odore di podio, torna a raccogliere (pochi) punti; il migliore al traguardo è Cal Crtuchlow che a fine stagione lascerà. La mancanza di Marc Marquez si sente sempre di più… 

ULTIMA FERMATA PORTIMAO: ARBOLINO E BASTIANINI SOGNANO

Se a Portimao fra sette giorni in MotoGP i giochi saranno chiusi, nella Moto3 Tony Arbolino dopo il successo di Valencia punta all’exploit per portare a casa il titolo. Un’impresa ancora più alla portata di Enea Bastianini, che sogna di passare nella top class da numero uno della Moto2.