Marc Marquez è per l'ottava volta campione del Mondo. Per il quarto anno consecutivo è lui il re della MotoGP, di cui era già stato iridato nel 2013 e nel 2014. Nove vittorie. Podi a raffica e un solo errore in gara. Questa è stata la stagione in cui ha dominato con maggior autorità il campionato.

LA FORZA DI MARC MARQUEZ

Numeri spaventosi quelli dello spagnolo, numeri da record specie se si considera che ha appena 26 anni e soprattutto ha raggiunto un livello di maturità tale che batterlo è davvero difficile. Non impossibile, come hanno dimostrato in questa stagione le affermazioni di Alex Rins, Andrea Dovizioso, Maverick Vinales, Danilo Petrucci. Ma quel che lascia ai suoi rivali poche speranze nella corsa al titolo è che ormai sbaglia pochissimo, si conta solo il passo falso di Austin ad inizio stagione, e che se non vince sale comunque sul podio. Battere uno così è dura. 

CHI PUÒ BATTERLO?

Ci vogliono motivazioni extra perché la sua superiorità rischia di logorare gli avversari. Lo stesso Dovi che nelle ultime due stagioni ne era stato il primo rivale quest'anno lo ha impensierito molto meno. E Andrea lo sa e ne soffre e rimboccarsi le maniche per tornare a lottare al massimo non sarà facile. La speranza è che da qui a fine stagione per la Ducati e il Dovi arrivino nuove vittorie che gli diano fiducia per affrontare con grinta l'inverno.

IL CASO QUARTARARO

Per ora quello sembra aver le carte per battere Marc pare il rookie Fabio Quartararo. Che sulla Yamaha del team Petronas, come aveva già fatto a Misano, ha corso anche in Thailandia per la vittoria. Sul finale è stato beffato da Marc Marquez che per batterlo però ha dato fondo a tutto il suo talento, tanto che lo spagnolo sa che potrebbe essere lui un rivale concreto nel 2020. E se Dovi ormai lo conosce, così come sa il potenziale di Rins e di Vinales, Quartararo è ancora da scoprire. Ma per quello visto quest'anno può essere un candidato al titolo. Quel titolo che Marc quest'anno si è costruito mettendo in mostra tutto il suo potenziale e la forza della sua Honda. Sua perché solo nelle sue mani la RC213V diventa l'arma letale. Per gli altri (Cal Crutchlow, Takaaki Nakagami e Jorge Lorenzo) è il più delle volte una bestia difficile da domare. Una moto che in una sola stagione ha tolto il sorriso e anche tante speranze a Jorge Lorenzo. Quello che doveva essere un dream team è diventato il suo peggiore incubo. E per quanto visto in Thailandia non è ancora finito. 

EMOZIONI NEL FINALE

A Buriram la gara è stata tutta nel duello serrato fra Marc Marquez e Fabio Quartararo, con Vinales spettatore capace di salire di nuovo sul podio. Quel podio che è rimasto sempre lontano per Andrea Dovizioso e la sua Ducati. Ancora una gara a due velocità per Franco Morbidelli, la cui ascesa di Quartararo dà uno stimolo, ma resta una spina nel fianco, visto che con la stessa Yamaha lotta per vincere. Lo stesso vale per Rossi che anche in Thailandia dopo un buon avvio ha avuto problemi di trazione che non gli hanno permesso di difendersi dagli attacchi delle Suzuki di Rins e Mir. La vittoria per ora resta lontana per Valentino e la speranza è che trovi la soluzione per affrontare da protagonista le prossime gare della sua 24esima stagione. Deve tornare all'attacco anche Danilo Petrucci, il pilota dominatore al Mugello non si è più visto. Passi indietro anche per Aprilia, che ha perso Aleix Espargaro e che ha in Andrea Iannone un'arma molto meno efficace di quel che pensava, e per la KTM.

IL RITORNO DEL MARO, DALLA PORTA SEMPRE PIÙ LEADER

Nella giornata del trionfo di Marc Marquez nella Moto2 è tornato al successo Luca Marini, un'affermazione che ridà fiducia e motivazione al pilota dello Sky Racing team VR46. Nella Moto3 ha vinto Arenas e il nostro Lorenzo Dalla Porta, complice l'uscita di scena di Canet per il contatto con Binder, è sempre più al comando della classifica.

SPAZIO ALLA SBK, LA MOTOGP VOLA IN GIAPPONE

Ora due settimane di pausa. Il motomondiale riaccenderà i motori in Giappone a Motegi. Settimana prossima è di nuovo tempo di SBK in Argentina.