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MotoGP: Andrea Iannone ha voglia di vincere

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Alla sua seconda stagione nella MotoGP il pilota abruzzese ha trovato nella Ducati Desmosedici la sua moto ed è pronto per un finale di stagione da protagonista

MotoGP: Andrea Iannone ha voglia di vincere
MotoGP: Andrea Iannone ha voglia di vincere
Andrea Iannone ha conquistato la Ducati e la Ducati ha conquistato Andrea Iannone. Il pilota abruzzese, che dal prossimo anno entrerà nel team ufficiale in questa stagione in sella alla Desmosedici del team Pramac, è stato in più occasioni autore di qualifiche da protagonista: secondo al Mugello, terzo sulla griglia a Brno e secondo anche nell'ultima gara a Misano. Gli manca ancora il podio, è vero: ma visto il feeling che sta maturando con la sua Ducati, è un risultato alla sua portata di qui alla fine della stagione, e chissà che l'evoluzione della moto che arriverà ad Aragon non gli dia una marcia in più.

"Non credo che quest'anno avremo cambiamenti radicali sulla Ducati, mi aspetto però che la Desmosedici GP15 sia una moto diversa e spero che riesca a farci migliorare ancora. Proverò l'evoluzione della moto al Mugello prima di andare ad Aragon e solo allora potrò farmi un'idea di come sarà. La cosa più importante è che ci permetta di essere più costanti in gara".
Qual è oggi il limite della Desmosedici GP14?
"Ci sono tanti aspetti da migliorare, non ce n'è uno in particolare. Per questo per me è difficile dire quale sia adesso il limite della Ducati. Di sicuro però ci penalizza la perdita di grip in gara: così se nei primi cinque o sei giri siamo davanti e lottiamo con i primi, poi rispetto alle Honda e Yamaha perdiamo terreno. Sento che la moto scivola e il traction control entra di più dopo i primi giri, di conseguenza perdo in accelerazione e in percorrenza di curva. Seppure il calo sia minore rispetto allo scorso anno, mi penalizza molto nel risultato finale".

Hai partecipato allo sviluppo della nuova moto, tu e Andrea Dovizioso date indicazioni nella stessa direzione?
"Io ho sempre lavorato di pari passo con Andrea, ci siamo sempre divisi il materiale da provare e gli aggiornamenti. Le cose che non ci piacciono sono le stesse, abbiamo pareri simili. Anche per quanto riguarda lo sviluppo della nuova moto, ho sempre avuto un rapporto stretto con Gigi Dall'Igna e con la Ducati; anche se sono in un team satellite, i miei ingegneri sono Ducati e lavorare con loro è servito a me, ma credo anche a Ducati per migliorare la moto secondo le mie indicazioni".

Cosa è cambiato rispetto al 2013?
"Rispetto all'anno scorso son cambiate tante cose, in Ducati è arrivato Luigi Dall'Igna. Da noi l'anno scorso faceva fatica ad arrivare il materiale, la novità più importante che ho visto in un anno è stata una carena... Quest'anno insieme al team ufficiale abbiamo lavorato su più aree: motore, cambio, elettronica, carena, aerodinamica. A mio parere con ci sono paragoni rispetto al 2013. Questo è il ruolo di Dall'Igna che sa come migliorare una moto, come gestire il team e soprattutto sa cosa vuole un pilota e sa che sono necessari piccoli aggiornamenti continui durante la stagione".

Pensi che la Ducati resterà Open anche nel 2015?
"Per il lavoro che dobbiamo fare credo che anche l'anno prossimo correremo come Open, l'unica possibilità se volgiamo continuare a sviluppare la moto, soprattutto il motore. Alla fine secondo me quest'anno abbiamo avuto dei vantaggi ad essere Open solo in qualifica, anche perché in gara abbiamo più litri di benzina a disposizione, ma alla fine non li usiamo. La gomma morbida ci aiuta in qualifica ma nelle gare non sempre la usiamo a meno che si voglia fare un test, così magari Dovi usa la dura e i io la morbida; ma il più delle volte corriamo con le gomme uguali agli altri per capire anche il distacco dai team Factory".

La Ducati si è fatta la nomea di essere una moto che in pochi riescono a guidare, tu invece sembri non aver avuto particolari difficoltà ad adattarti.
"Secondo me non esiste un pilota che riesce a guidare una moto e uno che ci non riesce. Così come credo che Casey Stoner non sia stato l'unico a saper guidare al limite la Ducati, di sicuro però è stato il solo capace di sfruttare al massimo le Bridgestone fatte apposta per la Ducati (vincendo 12 gare su 18 nel 2007, nda). Dall'anno dopo però, quando le Bridgestone non le aveva più solo la Ducati, non è riuscito a essere più così incisivo: ha vinto ancora ma è anche caduto tante volte, e credo che già allora fossero arrivati alla situazione di difficoltà in cui mi son trovato anche io lo scorso anno in cui a volte quando spingevi ti trovavi per terra e non capivi il motivo della caduta…".

E Marquez? In Moto2 spesso riuscivi a stargli davanti…
"Marc Marquez è molto forte e negli anni è cresciuto sempre, ma è anche molto bravo a sfruttare al meglio quello che ha e quello che ha avuto. Nella sua carriera ha sempre corso con buone moto, team di alto livello ed è stato sempre seguito bene. Questa stagione poi credo che sia uno dei momenti migliori della sua carriera, come dimostrano i risultati incredibili che sta ottenendo. Penso però che con la sua guida, il suo talento e una Honda ufficiale a disposizione, ottenere quei risultati sia la normalità. È anche vero che in Moto2 abbiamo lottato tanto, l'ho battuto più volte, ma adesso a me non interessa quello che è stato ma penso a quello che sarà…".

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