Valli a capire gli austriaci. Un anno fa, KTM ha acquisito da BMW il marchio Husqvarna, dando immediatamente inizio a una rifondazione che, stando alle parole del management austriaco, avrebbe dovuto riportare la Casa svedese alle sue radici: radici lontane dall'asfalto. Per cui via le moto stradali, via le grosse bicilindriche con motore Rotax e grande enfasi sul tassello, con una gamma di enduro e cross interamente nuova, calcata sulla produzione KTM. Coerentemente con questo programma, il motto di Husky è diventato "I pionieri del Motocross" (Husqvarna ha vinto molti dei primi titoli mondiali di Motocross messi in palio).

Fino ad EICMA, quindi, l'azienda ha perseguito il suo obiettivo di rinnovamento del marchio con grande coerenza. Lascia un po' stupiti quindi l'annuncio di oggi dell'ingresso di Husky in Moto3, che se da un lato non può che far piacere agli appassionati, stride un po' con la strategia vista finora. Del resto la "nuova Husqvarna" è ancora così giovane da potersi permettere un po' di tutto. Soprattutto di correre in Moto3, se può farlo attingendo a piene mani dalla miglior moto del lotto, la KTM Moto3 che ha monopolizzato tutti i podi della categoria.

Gestione nordica per la squadra, organizzata dall'esperto team manager Aki Ajo, già mentore di Mika Kallio, Masao Azuma Sandro Cortese e soprattutto i due campioni del mondo Mike DiMeglio e Marc Marquez). Il team Red Bull Husqvarna Factory Racing farà correre l'inglese Danny Kent come ufficiale e il giovane Niklas Ajo come pilota di supporto.

Sia il CEO di Husqvarna Stefan Pierer che il responsabile dell'attività sportiva Pit Beirer si sono detti convinti che questo passo possa aumentare significativamente la visibilità e la popolarità del marchio scandinavo. Di sicuro ci guadagna lo spettacolo, già interessante, della Moto3.