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Motogp

MotoGP: pagellone di fine stagione

di Matt Cape
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Superlativi Marquez e Lorenzo, da ringraziare per il grande show. Una pacca sulle spalle a Pedrosa, mentre per Rossi...

10 e lode a Marc Marquez, che fa una stagione da bacio accademico al grido di "largo ai giovani". Il Baby Champ della MotoGP appunto, che a 20 anni e 245 giorni fa meglio di Freddy Spencer (21 anni e 258 giorni). Salutando per l'occasione anche Kenny Roberts, che nel 1978 era stato anche lui vincente al debutto nella top class. E per la serie "benvenuto nel club di quelli forti", Marquez infila il suo nome tra quelli di Mike Hailwood, Phil Read e Valentino Rossi, tutta gente che ha conquistato il titolo nelle tre classi del Motomondiale. Massacrando record di cui si è scritto e si scriverà per anni. Intanto restano nell'albo d'oro di questa stagione la spallata a Lorenzo a Jerez, il sorpasso a Laguna Seca su Rossi e la vittoria nel primo GP di Austin, con cui è diventato il più giovane vincente della storia in MotoGP (20 anni e 63 giorni). Ok, forse per un talento così il voto corretto sarebbe 100, ma non vorremmo sbilanciarci troppo...
10 a Jorge Lorenzo, per una stagione "di quelle che non dormi mai". Il 2013 del maiorchino è stato necessariamente spericolato, prima di tutto per colmare il gap tecnico tra la sua Yamaha M1 e le velocissime Honda. Il GP di Assen, con la frattura nelle libere, il volo a Barcellona per farsi operare e il ritorno in pista in 24 ore, è stato qualcosa di epico. Completato con un gigantesco 5° posto in gara. E anche grazie a questo gesto raro di agonismo e determinazione sportiva, Jorge è arrivato a giocarsi il titolo all'ultima gara. Correndo come una leone e combattendo come l'eroe Achille. Valencia resta la sua Lorenzo's Land, uscendo da vincente nel giorno della sconfitta. Ha fatto tutto il possibile, e di più, per confermarsi campione del mondo, e solo la classifica iridata finale dice il contrario. Questione che, dopo tante gare perfette, già ricarica il 99, già pronto per ripartire e fare di nuovo 100.

8 a Dani Pedrosa, perché anche questa volta perde miseramente il confronto con il compagno di box. Oltre che il numero 1, che quando arriva su una Honda non è mai la sua. Quel 26 sulla carena di Dani è stato incollato con il super attack e non viene via più, neanche quest'anno. Dove prenderle dal debuttante fenomeno non deve essere stato facile per il Torero Camomillo, che di cose buone e gare belle aggressive ne ha fatte. Non tutte, non ultima questa di Valencia, dove però è comunque arrivato 2°. Dimostrando che nella fossa dei leoni, Pedrosa è sempre quello troppo sfortunato e troppo buono. Detto che non sempre ha la fame del campione, non è un "bastardo", nemmeno quando ci sarebbe da sbattere le porte in casa Honda, per dire qui comando io e gli ultimi arrivati non si permettano... Visto che, appunto, l'ultimo arrivato si è permesso, eccome. Speriamo che almeno questa volta si arrabbi davvero e lo dimostri con costanza al prossimo giro.

4 a Valentino Rossi, come il suo andamento stagionale. A molti piacerebbe, ma invece scherziamo... Perché gli diamo comunque un 7, in un'annata in cui di progressi grandi e piccoli ne ha fatti, e comunque la si giri è rimasto vicino agli a scarichi dei migliori tre. O almeno più vicino di tutti gli altri. A 34 anni e 9 titoli mondiali, nella testa ha ancora la voglia di vincere del primo giorno. Fisicamente ogni tanto ha la lingua fuori e un filo di fiatone, che soprattutto in piste come la Malesia non aiutano. Come il discorso della limitazione dei litri di benzina che per i piloti più pesanti sono una vera croce, oltre che una vaccata regolamentare. C'è chi si ostina a dargli contro in tutti i modi, quasi per sport, al punto di parlare solo di lui anche quando i flash dei fotografi sono tutti per gli altri. Il 2014 del 46 sarà la sua sfida più grande, con il nuovo capotecnico Silvano Galbusera, esperto già visto in casa Yamaha e non solo. Professionista a cui affidare un nuovo modo di lavorare, anche più tecnologico, per fare quel passo avanti che deve valere 3 decimi. Ovvero quelli che sono mancati all'appello di ogni giro di questo 2013. L'obiettivo di Rossi è tornare a lottare con i primi con regolarità, per poter restare in sella in un top team fino al 2016. Impresa non facile, ma nemmeno entrare nella leggenda lo è stato...


Altri voti sarebbe ingiusto darne, perché molte sarebbero insufficienze pesanti. Meglio dire che la Dorna deve fare di più nella gestione del Mondiale, per attirare piloti e sponsor internazionali, non solo asiatici, e lavorare con la Bridgestone meno al risparmio.

Mentre Ducati deve girare l'acceleratore a fondo corsa, per dare tutto e subito al progetto di rinnovamento del Reparto Corse. Giusto per dovere di cronaca Andrea Dovizioso, miglior Rossa in pista, chiude questa stagione all'ottavo posto in classifica con 140 punti. L'uscente Nicky Hayden alle sue spalle, ne conquista 126. Nel 2012 l'americano ne fece 122 chiudendo sempre nono, ma fu Rossi (6°) a farne ben 163... Un lavoro importante che attende Borgo Panigale, ma anche la Yamaha che deve avvicinarsi di più alle prestazioni della meravigliosa ed efficacissima RC213V. Oggetto che oltre al titolo piloti, firma anche il 62° titolo costruttori per la Honda. Bene, bravi, bis.

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