La storia si ripete. Il trofeo virtuale consegnato con una stretta di mano da Rossi a Marquez ad Austin, inizia a prendere la forma di un'eredità concreta. Complice la "spallata-bis" arrivata all'ultima curva di Jerez, con cui Marc sfila il secondo posto a Lorenzo. Un gesto atletico che entra subito nella bacheca dei soprassi epici, riportando alla memoria l'identica manovra fatta da Rossi su Gibernau. Con la differenza che Lorenzo è un Campione ben più titolato di Sete, e che Marc dichiara candidamente: "Ho studiato il video di Valentino". Quanto basta per far vacillare la pazienza di una misuratissimo Jorge, che preferisce non commentare, ma ha già il fuoco negli occhi, il veleno del Black Mamba che pulsa, pronto a mordere con ferocia già da Le Mans.

Detto che la gara è un vero e potentissimo trionfo di Pedrosa. Dato per bollito, finito e spompato, mille volte, Dani trae forza dai 111 mila spagnoli sulle tribune e spinge la sua Honda al limite. Un razzo in partenza, quando beffa tutti ancora una volta, un coltello affilatissimo quando attacca Lorenzo, infilandosi con una determinazione che non sempre è nelle sue corde. Prima di scappare per una fuga difficile, ma devastante, che non lascia speranze alla migliore concorrenza in pista. Marquez invece prima lotta con Rossi, liberandosene abbastanza facilmente, poi va ad attaccare Lorenzo in modo quasi scriteriato, spettacolare di sicuro. Sempre sopra le righe, Marc è il re dello show e all'ultima curva, quella intitolata proprio a Lorenzo, mette una firma che vale un successo. Troppo sopra le righe? Poco corretto e un po' arrogante? Forse, ma onestamente che bello. Una lotta vera, che fa sempre la differenza. Così, al ruolo di debuttante Marquez nemmeno ci pensa più. Per ricordare a tutti che non si diventa un pilota vincente, di livello mondiale, facendo sconti o mostrando timori reverenziali. E con 61 punti, Marc sgomita in vetta alla classifica iridata. Pedrosa segue a 58, Lorenzo a 57, arrabbiatissimo, tanto da non salutare il Numero 93 nel parco chiuso, alzando l'indice e dicendo solo: "così non si fa".

Non entra invece in lotta per il podio Rossi, che si gode lo spettacolo con qualche curva di distanza, consapevole di dover colmare diversi gap. Il primo, sul ritmo in avvio di gara, troppo lento. Ma anche per lavorare meglio in qualifica e per avvicinarsi alle prestazioni di Lorenzo. Valentino chiama in causa anche la Yamaha, dicendo che bisogna fare di più perché i piloti Honda guidano più "spigolosi" e con più trazione in uscita di curva. Mentre la M1 ha bisogno di linee più rotonde. Cosa che non ha aiutato nemmeno Lorenzo, nemmeno all'ultima curva, appunto. Il Dottore comunque tiene dietro il solito esuberante e incostante Crutchlow, che nel finale acciuffa e passa Bautista, 6°. E' invece in crisi netta, e apparentemente senza luce in fondo al tunnel, la Ducati: Hayden è il suo miglior interprete di giornata. Nicky chiude settimo davanti a Dovizioso, che ammette: "Ho guidato male, ma comunque il distacco è enorme e in curva siamo troppo lenti". Detto che Andrea ci mette del suo per tenere dietro Espargaro, stoico 9° con la sempre più performante ART. Quindi Pirro 11°, con il telaio e le novità che proprio Dovizioso proverà nei test di prossimi giorni, sperando di trovare qualche cura per la Desmosedici. Caduto il già dolorante Iannone, gli applausi vanno infine a Petrucci 14° con la Ioda. Danilo è veloce e un bel personaggio. Degno rappresentante del motociclismo tricolore, che merita con urgenza una moto più competitiva!