La gara conclusiva del mondiale MotoGp è particolarmente importante per Loris Capirossi: oltre alle “classiche” motivazioni legate alla corsa, c’è una ricorrenza storica… duecento Gran Premi, ecco il bilancio della carriera del pilota Ducati, un traguardo prestigioso che fa di Capirex uno dei piloti più esperti e titolati di tutto il mondiale. Ma come ci si sente a dover spegnere 200 “candeline”?
“Fa un certo effetto, non lo nego, ed è un traguardo che mi riempie di orgoglio e mi da una grande soddisfazione. Dall’altra parte, però mi sembra che il tempo non sia passato, non mi sono accorto di averne corsi tanti. Sono un veterano dei GP, ma dentro mi sento un ragazzino. Ecco, ho 200 GP sulle spalle ma non li sento”.
- Tanti ricordi, tante battaglie, ma anche tanti giorni in pista…
“Duecento Gran Premi vogliono dire quasi un anno in corsa, se poi consideriamo i classici tre giorni tra prove e gare, significano quasi due anni in pista, consecutivi. Incredibile, ma vero".
- A Valencia si chiude una stagione, ma se ne apre un’altra: subito in pista senza sosta dopo il GP?
“E’ un periodo impegnativo, visto che il martedì saremo di nuovo in pista a provare, ma sono sacrifici che si fanno volentieri, specie dopo una stagione come questa, nella quale ho portato alla vittoria una moto al debutto. Eravamo a Barcellona, e quel 15 giugno è stato un giorno memorabile per me, per la squadra e per tutte le persone che ci sostengono e che tifano per noi. Ora torno in Spagna e spero di essere nuovamente sul gradino più alto del podio. Non sarà facile perché il circuito è molto diverso rispetto agli altri, con un rapido susseguirsi di curve lente: forse non è proprio l’ideale per delle moto che hanno più di 220 cavalli! Comunque sono certo che sarò competitivo”.