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Motomercato: il prezzo dei sogni

il 26/08/2002 in Motogp

Facile volere le 211 Honda: il problema è che i team per farle correre devono sborsare 9 milioni di dollari. Cifre che bloccano il mercato e che fanno temporeggiare anche big come Biaggi e Capirossi

THE POWER OF DREAMS, il potere dei sogni. Questo è il grande motto della Honda, la più grande fabbrica di moto del mondo. Ma qui si parla di sogni e soprattutto di realtà. Il sogno si chiama 211 e la possibilità di averla, la realtà è la cifra necessaria per noleggiare questo ben di dio.
Scusate, ma vi siete chiesti per quale motivo il mercato quest’anno sembra quello del calcio, perché tutti tentennano, perché Biaggi e Capirossi, tanto per fare qualche nome, ci mettono tanto a decidere, perché Fausto Gresini non riesce a definire un secondo pilota da affiancare a Kato? Semplice: perché non sono degli ingenui e hanno visto che alla prima uscita Kato, uno bravo e bravissimo, ma che con la 500 beccava regolarmente, sia subito sul podio appena appoggiate le natiche sulla gommapiuma della 211! E sperano di averne una, magari ufficiale, magari con un buon ingaggio.
E qui la macchina meravigliosa concepita dalla Dorna e, pare, dalle Case e dalla Federazione Internazionale, cioè la MotoGp, si inceppa. In una conferenza stampa dai toni come sempre soporiferi ma dai contenuti dirompenti, le gerarchie HRC, cioè Suguro Kanazawa, Koji Nakajima e Hisashi Kodumasu, rispettivamente Presidente HRC, Direttore HRC e Project Leader della 211, hanno detto che, da adesso, si fa come dicono loro. Ovvero il prossimo anno ci saranno tre moto ufficiali per i loro piloti “interni” Rossi, Ukawa e Kato (quest’ultimo pronto a diventare, fin dal prossimo anno l’anti Rossi made in Japan che alla Honda aspettano da anni come il messia) e cinque clienti. Non ci sono preclusioni sui nomi, anche l’odiato (un tempo e da altri dirigenti) Biaggi può salirci sopra. Basta pagare. Ma quanto? Loro dicono il 20% in più rispetto al leasing della vecchia 500, qualcosa come 1,8 milioni di dollari a moto completa (e un team di 211 ne deve noleggiare due), più tre motori di scorta. Però, qualcuno che ha contattato l’ufficio commerciale dell’HRC, ha riferito che per il pacchetto (due moto e tre motori) servono nove milioni di dollari!
Capito perché il mercato è fermo? Perché uno sponsor che fa già fatica a darti 100 non può sentirsi dire: mi serve il doppio. In cambio cosa gli dai? Lo spazio su stampa e Tv è lo stesso, cambia solo il rumore. Qui è caduto l’asino.
Otto 211 e due special con telaio Moriwaki e motore cinque cilindri sono quasi la metà dello schieramento. Non è il monomarca Honda temuto dalla Dorna, ma quasi. E la Yamaha fa sapere che schiererà quattro moto, ma qualcuno mormora che un paio extra potrebbero arrivare (sempre se si trovano i soldi). Il che vuol dire che su 24 moto (limite imposto dall’organizzazione) 16 saranno delle due Case che da molti anni monopolizzano la 500. Poi due Suzuki (buonine ma ancora non eccelse), due Kawasaki (tutte da scoprire), due Ducati (che muovono i primi passi) e due (forse) Aprilia (da rifare o quasi). Capito perché il mercato è “scoppiettante”?
Nessuno dei top rider sulla trentina (come Biaggi e Capirossi) ha voglia di sprecare le ultime stagioni buone a fare il test rider e ben pochi team manager hanno tanti soldi. Gli sponsor sono pochi e tutti li vogliono e i finanziatori chiedono di più. Chi un pilota spagnolo, chi un giovane, chi la luna. E tutti a sbattersi alla ricerca di soldi che finiranno all’HRC per finanziare la ricerca. Quella ricerca che gli fa realizzare moto come la 211. Forse hanno vinto la guerra.

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