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Motogp

Ecco la nuova Ducati MotoGP

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Presentata al Mugello la Desmosedici che debutterà nel 2003 a Suzuka. La guideranno due piloti, uno sarà quasi sicuramente Bayliss

La conferenza stampa di presentazione della Ducati Desmosedici MotoGP al Mugello



Una giornata storica per la Ducati quella vissuta oggi al Mugello, alla vigilia del Gp d’Italia. In passerella (per ora statica) la Desmosedici, ovvero l’arma della Casa italiana per il prossimo Motomondiale della classe regina. La rivale di Honda, Suzuki, Yamaha e Aprilia è davvero bellissima, figlia di una linea disegnata all’interno del reparto e della galleria del vento con la collaborazione di Alan Jenkins “aerodinamico” proveniente dalla Stewart F1.


Il debutto agonistico è previsto per la prima gara del prossimo anno, a Suzuka. E, fino a quel momento, il progetto assorbirà la bellezza di 30 milioni di Euro, 50.000 ore di lavoro dei tecnici, 20.000 chilometri in pista con il collaudatore Vittoriano Guareschi e 120 ore in galleria del vento. Non male.
La bella quattro cilindri a L di 90°, presentata con orgoglio davanti ad una folla incredibile (tra i quali spiccavano i tecnici della Honda) viene per ora provata solo al banco dove ha già fornito più di 205 cavalli con l’obiettivo di arrivare ad oltre 220 a 18.000, il regime più alto mai raggiunto da un motore Desmo.
Oltre alla raffinata aerodinamica, che potrà cambiare a seconda dei circuiti, la moto mette in mostra la ciclistica nella quale spiccano il telaio a traliccio (come sulle moto di serie e le SBK) e il lunghissimo forcellone a doppio braccio in alluminio.


Tutti in attesa dei piloti, ma da quanto dichiarato dall’ingegner Domenicali, a capo di Ducati Corse: “Uno di sicuro arriverà dalla SBK (Bayliss al 99%), mentre non ci dispiacerebbe un pilota dei Gp, uno che conosca le piste e l’ambiente”. Team Manager sarà l’attuale diretto della squadra SBK Davide Tardozzi.
A proposito, e la Superbike? Alla Ducati giurano che l’avventura continuerà senza cali di tensione.



Non corre ancora nel motomondiale, ma alla vigilia del GP d'Italia, pur non chiamandosi Honda, Yamaha Suzuki o Aprilia, l'attenzione è puntata tutta su di lei. La Ducati "Desmosedici" 4 cilindri MotoGP.
Avete presente quei film in cui, si vede l'attesissima sconosciuta che entra in un salone dove tutti i soliti invitati stanno festeggiando? Le danze si fermano, i bicchieri si bloccano a mezz'aria senza arrivare alle labbra, gli sguardi si focalizzano sulla nuova arrivata. Al Mugello, giovedì 30 maggio alle ore 17, quando David, un appassionatissimo Ducatista che ha versato una consistente somma in beneficenza per aggiudicarsi questo diritto, ha sollevato e tolto il telo che copriva la Ducati MotoGP, è successo ben altro: la debuttante è stata aggredita dai fotografi, misurata con occhi più precisi di un telemetro, toccata dappertutto.


Un giapponese della Yamaha, con un evidente passato da contorsionista, era quasi riuscito ad infilarsi fra la carenatura e il motore, ma è stato respinto con furia da un altro giapponese, della Honda, che era già entrato anche in un cilindro attraverso il corpo farfallato, senza farsi notare.
Battute? Certo, ma non troppo distanti dalla realtà. Da venerdì a domenica sera la scena del teatro del Mugello sarà nuovamente dominata dagli attori già noti, ma la festa di giovedì è di quelle che non si dimenticano: tutti gli avversari hanno capito che a Borgo Panigale si fa sul serio, e adesso che hanno visto la moto, sanno che fra poco arriverà; sanno che chi è riuscito a fare una bicilindrica che li ha messi tutti in fila nel mondiale Superbike merita rispetto e credito. Sanno che chi scherza col desmo, poi ride amaro.


"La partecipazione alla MotoGP - ha detto Federico Minoli, presidente della Ducati - non è stata voluta solo da noi, ma soprattutto dai nostri tifosi. Lo scorso anno effettuammo un sondaggio in tal senso sul nostro sito, e il risultato fu stupefacente: nello spazio di un week-end ci pervennero più di 10.000 risposte che esprimevano un preciso desiderio, quello di vedere la Ducati correre non solo nel mondiale Superbike, ma anche nella MotoGP".

"Il progetto Desmosedici - ha sottolineato l'ing. Claudio Domenicali, Amministratore Delegato della Ducati Corse - è senza dubbio il più grande impegno nelle competizioni che la Ducati abbia mai affrontato. La sfida della nuova categoria MotoGP ha posto la Ducati Corse di fronte alla necessità di ricorrere non solo a tutte le proprie competenze interne, ma anche a qualificate competenze esterne. La nuova moto è nello stesso tempo molto innovativa e molto Ducati; abbiamo mantenuto tutte le caratteristiche tipiche delle "Rosse di Borgo Panigale" esasperandone i concetti e realizzando quella che di sicuro è una Ducati fin dal primo sguardo".
"Siamo consapevoli che combatteremo con le più grandi Case costruttrici del mondo e che non sarà un'impresa facile -
è stato il parere di Carlo Di Biagio, Amministratore Delegato della Ducati - siamo però convinti di essere ben preparati e dotati di armi non comuni: un irrefrenabile entusiasmo ed un'innata passione per le competizioni".
Uno dei dati più significativi fra quelli che l'ing. Domenicali si è divertito a snocciolare durante la presentazione della Desmosedici al Mugello è la composizione del reparto corse: 100 persone, di cui 45 ingegneri, 40 meccanici, 10 addetti all'ufficio commerciale e 5 a quello amministrativo; altri tempi! Una volta c'era un solo ingegnere circondato da pochi meccanici, alcuni dei quali facevano anche i piloti.
Una simile struttura costa, e tanto: per la precisione, nel 2003 alla Ducati Corse verrà assegnato un budget di 30 milioni di Euro.
Come verrà speso questo fiume di denaro? A parte gli stipendi, che non ci riguardano, il programma prevede, oltre alle 50.000 ore di progettazione già concluse, altre 100.000 ore di studio entro l'inizio del campionato 2003; 1000 ore di prove al banco, 120 ore di simulazioni nella galleria del vento (80 già effettuate), infine 40 giorni di test su dieci piste differenti, per un totale di circa 20.000 km di test.



Al Mugello il rombo del Desmosedici non si è sentito, purtroppo, ma a Bologna il quattro cilindri a "L" ha già ruggito, assumendo anche toni già minacciosi.
"Oggi le prove al banco - ha spiegato ancora l'ing. Domenicali - servono in prima istanza come verifica dei dati ricavati in fase di simulazione al computer. Ebbene, il desmosedici ci ha già dato grosse soddisfazioni: al banco lo abbiamo già frenato fino a 14.000 giri, e fino a questo limite i dati reali combaciano perfettamente con quelli virtuali. Non vi nascondo che un motore si è rotto durante un test al banco, ma è un'eventualità che nessun progettista può scartare a priori, e che serve ad identificare i punti deboli e a porvi rimedio".


L'intervento di Filippo Preziosi, Direttore Tecnico della Ducati Corse, ha permesso di conoscere a grandi linee la filosofia ispiratrice del progetto Desmosedici e le sue caratteristiche fondamentali.
"Punto cardine di tutta la progettazione è stata la cura nella definizione della posizione in sella del pilota, indispensabile per poter sfruttare al massimo le caratteristiche del motore e del veicolo. La moto che vediamo è nata completamente in modalità virtuale, non ha avuto quindi una fase né di bozzetti, né di maquette; la linea è solo una di quelle che stiamo valutando: altre versioni saranno utilizzate nelle prove in pista per verificarne le potenzialità dinamiche".



"Per il telaio abbiamo mantenuto la struttura a traliccio in tubi d'acciaio perché rappresenta un compromesso ideale fra peso, rigidità e caratteristiche di guidabilità. Il forcellone in alluminio, direttamente infulcrato sul motore, è in configurazione bibraccio. Il motivo è che la grande compattezza del motore ci ha consentito di adottare un forcellone molto lungo, che se monobraccio e in fusione sarebbe stato troppo pesante".


Disegno al computer della distribuzione desmodromica per una coppia di cilindri

"Questa stessa compattezza ha reso possibile la miglior collocazione del motore nel telaio e anche la realizzazione di un air-box adeguato alle esigenze. La configurazione a "L" minimizza il livello di vibrazioni, con effetti positivi sull'efficienza meccanica e sull'affidabilità di un motore che deve raggiungere i 18.000 giri. Quanto alla distribuzione, la conferma del sistema desmodromico è venuta dopo un'approfondita analisi che ci ha convinto dei suoi effettivi vantaggi, fra cui un assorbimento di potenza - in particolare ai medi e bassi regimi - inferiore a qualsiasi altro sistema. Logica infine l'adozione dell'iniezione elettronica, nella quale siamo stati pionieri, e che grazie alla collaborazione con la Magneti Marelli e con la Shell, ci permetterà non solo un'efficacissima gestione del motore, ma anche di contenere i consumi entro i limiti fissati dal regolamento MotoGP".
La Ducati non ha intenzione di abbandonare la Superbike. Questa saggia decisione ha comportato, in presenza del forte impegno previsto per la MotoGP, ad una riorganizzazione della Ducati Corse, che nel 2003 sarà composto di due "Racing Business Unit", una per ciascun campionato. Quella orientata al mondiale SBK avrà come manager Paolo Ciabatti (attuale direttore commerciale e comunicazione della Ducati Corse) e come direttore tecnico di pista Ernesto Marinelli (ora in forza al Team di Ben Bostrom). La Racing Business Unit della MotoGP sarà affidata a Livio Suppo e si avvarrà di Davide Tardozzi nel ruolo collaudato di team manager e di Corrado Cecchinelli quale direttore tecnico in pista.

Dagli attuali team ufficiali Infostrada e L&M che corrono nel mondiale SBK 2002 nascerà la squadra ufficiale per il mondiale MotoGP; ciò comporterà naturalmente la creazione di un nuovo team per il mondiale SBK 2003.
Sia i piloti del mondiale prototipi, sia quelli per il campionato delle derivate di serie saranno posti sotto contratto diretto dalla Casa madre, e questo smentisce l'ipotesi di una gestione esterna del Team SBK, affidata - come era stato ventilato - alla squadra inglese di Hodgson e Toseland.

Presso la Ducati Corse sono già attivi due gruppi di lavoro col compito di realizzare le moto per i due team ufficiali e di seguirne lo sviluppo. In quest'ultima fase sarà fondamentale il lavoro del "Team di Sviluppo", diretto dall'ing. Cecchinelli, che si occuperà per entrambi i progetti delle prove dinamiche in pista. Il Team di Sviluppo è già stato rafforzato e potrà disporre in esclusiva, come collaudatore, della collaborazione di Vittoriano Guareschi.
Il quattro cilindri "Doppio Twin" a L della Ducati MotoGP

La conferenza stampa di presentazione della Ducati Desmosedici MotoGP al Mugello

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