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Mercato globale

il 24/05/2002 in Motogp

Nel nostro sport oramai la merce da vendere sono i piloti e non le moto, l’immagine e non le corse. E’ così che va il mondo, mi dirà qualunque manager ma io non sono d’accordo…

Mercato globale
Max Biaggi

di Marco Masetti

La spettacolarizzazione, l’enfatizzazione e il maniacale interesse da parte di pubblico e, soprattutto dei media nei confronti del “mercato”, sono una delle caratteristiche più evidenti dello sport professionistico moderno. Nel calcio, che è capofila sotto questo punto di vista, fa più notizia un ipotetico cambio di casacca di una partita vinta, una cifra, possibilmente con molti zero, di una rovesciata da metà campo che s’infila al sette.


Nel calcio esistono specialisti del mercato, ma anche nel motociclismo ci arriviamo vicino. Fa più notizia un “Biaggi che cambia”, piuttosto di un nuovo motore o di sospensioni efficaci. Ricordiamo comunque che le gare nessuno le ha mai vinte sparando i dettagli di un ingaggio in direzione dei microfoni di un cronista! Però tutti sembrano divertirsi…
Il problema del motociclismo è che tutte le Case, dalla Honda all’Italjet fanno sapere che sarebbero disponibili ad ingaggiare Valentino Rossi. Naturale, è il migliore. Però lui, il campionissimo, bravo coraggioso, furbo, intelligente, dalla psiche indistruttibile, dalla sensibilità tecnica smisurata - mi fermo perché per descrivere i pregi di Rossi pilota ci vorrebbe un libro – molto probabilmente resterà alla Honda. Forse non nel team interno Hrc, ambiente pallosetto che non penso a lui piaccia molto, ma in una squadra esterna. Sarebbe il massimo: Rossi e la squadra (Jeremy Burgess e i suoi efficienti e protettivi australopitechi) liberi di muoversi a proprio piacimento. Un po’ Vale lo fa già, visto che reclamizza un birra per strada e in tv, mentre teoricamente dovrebbe cantare le lodi di un olio e di una benzina made in Spain.


Poi c’è Max che tutti danno alla Ducati, ma io non ci credo. Primo perché me lo ha detto lui, secondo perché Biaggi ha bisogno di una moto vincente e non di una creatura da sviluppare. Con il pensiero, poi, che la potrebbe guidare solo da gennaio, cioè quando Bayliss (candidato numero uno al manubrio della Desmosedici) e gli altri piloti di Borgo Panigale l’avranno sviluppata a loro piacimento. Gli è già successo con la M1 e i risultati si chiamano mugugni. Dicono tutti che il team interno (Marlboro Yamaha) chiuderà i battenti, che Checa sarà lo spagnolo chiesto dalla Repsol pronto a salire sulla RC 211V ufficiale (con Rossi, se non farà il “privato”, o con Ukawa), che Biaggi è alla ricerca di qualcosa… Ma è Capirossi un tipo da tenere d’occhio: potrebbe andare all’Aprilia (non lo nasconde il suo manager), ma anche alla Yamaha, alla Kawasaki o alla Ducati. Il buon manico è raro come la mosca bianca e Loris di doti ne ha tante.
Che futuro avrà Macio Melandri dopo le tirate all’Aprilia? Resterà, andrà in MotoGp con Laconi, oppure per lui c’è un’altra 250? E Fonsi Nieto?
Mah, ogni giorno se ne impara una e, dall’inizio del mondiale, mi arrivano le solite misere noterelle sulle moto. Sembra quasi che la merce da vendere siano i piloti e non le moto, l’immagine e non le corse. E’ così che va il mondo, mi dirà qualunque manager. Però io a le Mans ho visto 70.000 motociclisti sugli spalti. Gente che la moto l’ha comprata e la usa, che applaude Mamola anche se non corre più da un pezzo, che fa il tifo per i minipiloti che disputano la finale davanti a tribune gremite come per i mondiali di calcio.
Penso che a nessuno di loro importasse quanto chiede il pilota X per un biennale o di quanto sia bravo il manager Y in sede di contratto.

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