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MV Agusta Brutale 800 Dragster ABS, Triumph Street Triple R, Yamaha MT-09 ABS

Andrea Padovani il 16/01/2015 in Prove della redazione
MV Agusta Brutale 800 Dragster ABS, Triumph Street Triple R, Yamaha MT-09 ABS
MV Agusta Brutale 800 Dragster ABS
798,0 cc / 92 kW (125 CV) / 3 cilindri in linea / Euro3
€ 13.690 c.i.m.
Triumph Street Triple R
675,0 cc / 77,9 kW (106 CV) / 3 cilindri in linea / Euro3
€ 9.920 c.i.m.
Yamaha MT-09 ABS
847,0 cc / 84,6 kW (115 CV) / 3 cilindri in linea / Euro3
€ 8.290 c.i.m.

Un'inglesina che non ha bisogno di presentazioni, un'italiana con la coda mozza, una jap dal successo immediato. Scontro a tutto campo tra le "triple"

Tre cilindri. Questa è l'unica caratteristica, oggettiva e quantificabile, che hanno in comune le tre moto di questa comparativa. Per il resto potrebbero arrivare da pianeti differenti che non ci sarebbe granché da stupirsi. Perché la Brutale 800 Dragster, la Street Triple R e la MT-09 sono sì nude e spinte da un motore dall'architettura identica, ma rappresentano tre diversissime interpretazioni sul tema "manubrio alto". L'unica vera naked sembrerebbe essere la piccola del gruppo, ovvero la Triumph, marchio che peraltro detiene i diritti morali sul tre cilindri frontemarcia, da sempre suo cavallo di battaglia: la Street Triple R è la nuda per eccellenza, bilanciata nelle forme, leggera, potente quanto basta, stabile ed efficace su ogni tipo di percorso. Caratteristiche, queste, che abbiamo avuto modo di apprezzare nel corso degli anni, enfatizzate in questa versione "R", ancor più speziata e... gustosa. L'elettronica, in questa moto, è ridotta al minimo indispensabile: l'ABS è tollerato, il resto serve per far scoccare la scintilla nella camera di scoppio, nulla di più. Per le due rivali lanciate ad inizio anno, invece, occorre aprire un capitolo a parte e rispondere a una prima fondamentale domanda: di che si tratta?

Spazio alla fantasia

L'MV Agusta Dragster deriva dalla Brutale 800 da cui eredita la base ciclistica (telaio, monobraccio, forcella e mono), il motore e la relativa elettronica di gestione. Le modifiche sono per lo più di dettaglio anche se il gommone 200/50 al posto di quello da 180/55 ha il suo peso nella dinamica della motocicletta. È questa, insieme ai cerchi a razze sdoppiate, la differenza tecnica principale dalla Brutale: il resto riguarda per lo più il look estremamente accattivante e sopra le righe, perfetto per farsi belli all'aperitivo serale. Come non notare, infatti, la coda tozza, le finiture in rilievo della sella, i semimanubri "alti" e regolabili longitudinalmente (su una escursione di 40 mm), gli specchi retrovisori laterali a scomparsa e le pedane create ad hoc per questo modello... Insomma, il risultato non passa certo inosservato ma, come abbiamo avuto modo di scoprire in un bel giro sull'Appenino emiliano, non è solo apparenza. La sostanza c'è ed è tanta! Ben altro effetto sortisce la Yamaha MT09: è una nuda, certo, ma a modo suo. È indubbio che in Giappone si siano ispirati al mondo motard e il risultato è una fun bike muscolosa, fuori dalla norma, adatta al misto e agli ambiti urbani. Le sospensioni morbide, la posizione in sella eretta e naturale, in grado di regalare al pilota grande feeling, il corposo motore accreditato di ben 115 CV disegnano un quadro dalle tinte forti che non deluderà chi è alla ricerca di emozioni ma anche di una moto capace di soddisfare (quasi) a 360°.

Questione di gusti

Queste nude sono talmente diverse che è difficile trovare il bandolo della matassa. Se partiamo dall'ergonomia, il premio - come accennato - va alla Yamaha. All'opposto troviamo l'MV Agusta, una naked da fachiri per quanto è piccola: accoglie il pilota con una posizione di guida molto raccolta tanto che i più alti si sentiranno come elefanti sul triciclo. Il manubrio dalla ridotta apertura e le pedane rialzate contribuiscono alla "costrizione" globale. Nulla da rammaricarsi invece sulla Street Triple R che, seppur piccola, garantisce spazio anche ai più lunghi e una posizione in sella normale, relativamente poco affaticante e adatta anche alla guida d'attacco, caratteristiche che spesso sono contrastanti. Forse anche per questo l'inglese è quella che globalmente più convince: sostanzialmente è priva di difetti evidenti e questo ne fa un mezzo completo. Ciclistica e motore si esaltano a vicenda: la prima è il bilanciamento ideale tra maneggevolezza e agilità, il secondo offre prestazioni di rilievo (quasi 7 kgm a poco meno di 10.000 giri) ma non tali da mettere in soggezione. Così, nel misto, alla fine ci si ritrova a guidare di buon ritmo con estrema facilità e senza troppe preoccupazioni: di più, se il pilota è dotato di talento, quel "buon ritmo" può diventare "indiavolato", a livello di quello esprimibile da naked di ben altra cilindrata, potenza ed estrazione. La sicurezza che infonde nella discesa in piega e in appoggio è superlativa: anche l'agilità che emerge nei cambi di direzione esalta il pilota, anche perché non si corre mai il rischio di essere presi in contropiede o di essere in balia della moto. Quello che, al contrario, in certe situazione accade con la MV Agusta: la sua ciclistica radicale, d'attacco, orientata soprattutto alla maneggevolezza e alla reattività, necessita di qualche chilometro per essere apprezzata; necessita soprattutto di un asfalto in buone condizioni. Le malformazioni non sono gradite dalle sospensioni che risultano particolarmente rigide, tanto che occorre allentare un tantino i registri dell'idraulica per smussarne il carattere spigoloso: ogni perturbazione infatti si ripercuote sullo sterzo, non in maniera drammatica per fortuna, ma fastidiosa sì. Dove il fondo è liscio, invece, la Dragster regala belle soddisfazioni, con un temperamento da sportiva pura (incredibile la reattività!) e un motore che esalta. Il tre cilindri italiano è una bomba: i suoi 125 CV sono enfatizzati da una rapportatura estremamente corta che invita a sparare dentro tutte le marce (grazie al quick-shift), come in un videogioco. La spinta è costante su tutto l'arco di erogazione e anche l'elettronica di gestione (ride by wire, traction control, mappe motore...) è ora finalmente abbastanza a punto: niente più ingestibili incrementi di coppia e un feeling col comando del gas buono (anche se ancora non a livello della migliore concorrenza). Il motore della Triumph, per quanto omogeneo nell'erogazione, non arriva a tanto: certo, mancano un po' di "cc" e l'elettronica è basilare. In compenso è sfruttabile al 100% e se fatto frullare agli alti non delude nella guida sportiva.

La via di mezzo

Più articolato invece il discorso per il tre cilindri della Yamaha: nella mappa standard (per non parlare di quella più sportiva A), il giapponese rivela un carattere esuberante, con medi davvero convincenti e un allungo efficace, ma anche qualche spigolosità. Queste emergono soprattutto alle minime aperture del gas, nel traffico o nel guidato, quando si riprende in mano l'acceleratore a centro curva: la risposta troppo decisa alla lunga infastidisce, specie se si guida in souplesse. Per risolvere il problema occorre passare alla mappa B anche se poi ci si ritrova con un motore fin troppo amichevole quando si cerca la spinta fuori dalle curve. Più in generale, la MT-09 si dimostra la moto meno esasperata del lotto: nonostante l'appeal estetico da motard, non è un missile di agilità e appena si inizia a spingere, le sospensioni denotano una taratura piuttosto morbida che non contrasta a dovere i trasferimenti di carico. Va precisato che questo non è affatto un limite se si guida con tranquillità, specie su fondi movimentati, o in città, laddove il pavé è i classici binari del tram certo non aiutano. La Yamaha è, insomma, il mezzo più eclettico del gruppo: permette di guidare di buon passo, è la più comoda, e anche il passeggero non è sacrificato. Non le manca nulla... se però volete emozioni forti davvero, ci sono le altre due.

Dati Tecnici

 
MV Agusta Brutale 800 Dragster ABS
MV Agusta
Brutale 800 Dragster ABS
Triumph Street Triple R
Triumph
Street Triple R

Motore

3 cilindri in linea 3 cilindri in linea

Raffreddamento

a liquido a liquido

Alesaggio corsa

79,0x54,3 mm 74,0x52,3 mm

Cilindrata (cc)

798 cc 675 cc

Rapporto di compressione

13,3:1 nd

Distribuzione

bialbero a camme in testa,12 valvole bialbero a camme in testa,12 valvole

Alimentazione

iniezione elettronica con 3 corpi farfallati Full RbW da 47 mm iniezione elettronica con 3 corpi farfallati

Lubrificazione

a carter umido a carter umido

Serbatoio (litri/riserva)

da 16,6 lt da 17,4 lt

Frizione

multidisco in bagno d'olio con comando meccanico multidisco in bagno d'olio

Telaio

telaio a traliccio di tubi doppio trave diagonale

Materiale

acciaio alluminio

Sospensione ant/regolazioni

forcella rovesciata da 43 mm tutta regolabile forcella rovesciata da 41 mm tutta regolabile

Sospensione post/regolazioni

monobraccio in alluminio e ammortizzatore completamente regolabile forcellone in alluminio e ammortizzatore completamente regolabile

Escursione ruota ant/post

125/125 mm 115/135 mm

Pneumatico ant/post

ant. 120/70-ZR17; post. 200/50-ZR17 ant. 120/70-ZR17; post. 180/55-ZR17

Freno anteriore

ant. 2 dischi da 320 mm, pinze ad attacco radiale a 4 pistoncini ant. 2 dischi da 310 mm, pinze ad attacco radiale a 4 pistoncini

Freno posteriore

disco da 220 mm, pinza a doppio pistoncino disco da 220 mm, pinza a singolo pistoncino

Lunghezza

2.060 2.055

Altezza sella

811 820

Interasse

1.380 1.410

Peso a secco

167 kg 182 kg

Potenza max/giri

92 kW (125 CV) a 11.600 giri 77,9 kW (106 CV) a 11.850 giri

Coppia max/giri

81,0 Nm (8,25 kgm) a 8.600 giri 68,0 Nm (6,9 kgm) a 9.750 giri

Prestazioni

Il commento del centro prove

I dati riportati si riferiscono alla mappa Sport per l'MV e a quella Standard nel caso della Yamaha (la Triumph non permette scelta). A dominare la scena è l'italiana, grazie a un motore cattivo e alla rapportatura corta: in accelerazione, spicca tempi da riferimento su quasi tutti i traguardi e solo l'MT-09 sembra tenerle testa. La Yamaha fa valere la grande efficacia nello spunto da fermo, quello che invece manca alla Dragster. La Triumph paga la cilindrata inferiore e qualche CV in meno: l'inglese si prende la rivincita nel test di frenata (il suo impianto è il migliore del lotto) e alla prova bilancia: pesa quasi 10 kg in meno della migliore delle inseguitrici... La Street merita un plauso anche sul fronte consumi.

Curva di accelerazione

MV Agusta Brutale 800 Dragster ABS, Triumph Street Triple R, Yamaha MT-09 ABS

Condizione della prova

Cielo sereno
Vento 1,8 m/s
Temperatura aria 14,4°C
Pressione atmosferica 1.001 mb
Temperatura asfalto 17,3°C

Rilevamenti

 
MV Agusta Brutale 800 Dragster ABS
MV Agusta
Brutale 800 Dragster ABS
Triumph Street Triple R
Triumph
Street Triple R
Yamaha MT-09 ABS
Yamaha
MT-09 ABS

RILEVAMENTI

Velocità a 1500 m con partenza da fermo (tempo) 231,9 km/h (29,2 s) 219,1 km/h (30,7 s) 209,0 km/h (30,7 s)

ACCELERAZIONE

0-400 m 11,5 s (202,6 km/h) 11,9 s (189,8 km/h) 11,6 s (193,9 km/h)
0-1000 m 21,4 s (228,5 km/h) 22,4 s (213,1 km/h) 22,1 s (208,7 km/h)
0-90 km/h 3,4 s (40,6 m) 3,4 s (42,2 m) 3,2 s (39,4 m)
0-130 km/h 5,2 s (94,4 m) 5,4 s (104,3 m) 5,1 s (96,9 m)

PROVA SORPASSO (nella marcia più alta)

80-130 km/h 4,1 s (119,3 m) 5,9 s (173,1 m) 4,9 s (146,2 m)

FRENATA (compreso tempo di reazione convenzionale pari a 1 s)

130-80 km/h 2,4 s (78,1 m) 2,4 s (76,7 m) 2,5 s (80,3 m)
50-0 km/h 2,6 s (25,8 m) 2,5 s (24,0 m) 2,5 s (24,7 m)

CONSUMO

Urbano 12,9 km/l 14,1 km/l 14,9 km/l
Extraurbano 13,6 km/l 15,5 km/l 16,6 km/l
Autostrada (130 km/h indicati) 14,5 km/l 19,0 km/l 17,4 km/l

PESO

In ordine di marcia e serbatoio pieno 196,0 kg 184,0 kg 193,5 kg
Distribuzione masse senza conducente (% ant./post.) 51,0/49,0 52,0/48,0 50,0/50,0
Distribuzione masse con conducente (% ant./post.) 47,0/53,0 47,0/53,0 46,0/54,0

Pagelle

 
MV Agusta Brutale 800 Dragster ABS
MV Agusta
Brutale 800 Dragster ABS
Triumph Street Triple R
Triumph
Street Triple R
Yamaha MT-09 ABS
Yamaha
MT-09 ABS

In sella

La meno accogliente è l'italiana, piccola e poco spaziosa. All'opposto c'è la Yamaha, che permette di rilassarsi anche quando si guida davvero. Nel mezzo la Triumph, una classica e amichevole naked.
2.5
3.5
4.0

Comfort

Con la Yamaha non sarebbe strano programmarci un viaggio, cosa impensabile da fare in sella all'italiana. Vi diamo un consiglio sulla MV: aprite i registri dell'idraulica per sopravvivere. Tutto nella norma con la Street Triple R.
2.5
3.5
4.5

Dotazioni

La Dragster è allineata alla qualità delle migliori sportive e nude in circolazione, elettronica in primis. Segue la Yamaha, anche se i suoi riding mode sono perfettibili. La Triumph ha quel che serve... nulla di più!
4.5
3.0
4.0

Qualità percepita

La Dragster è quella più leziosa e curata anche se il look è sporcato da qualche tubo a vista di troppo. Tanta sostanza e solidità per le rivali, che sfoggiano finiture di livello e dettagli pregiati.
4.5
4.0
4.0

Capacità carico

Ospitale e spaziosa, la Yamaha permette di trasportare decentemente anche il passeggero: meno apprezzabile la Triumph, ma rimane in un ambito di normalità. Da dimenticare l'MV Agusta: il posto "dietro" è finto!
1.5
3.5
4.5

Motore

Sì, vero, la rapportatura corta aiuta, ma l'800 italiano è una bomba: e con l'elettronica quasi ci siamo... Davvero bello anche il motore inglese, godibile su strada. Il tre in linea Yamaha è ottimo, le mappe a disposizione meno.
4.5
4.0
3.5

Trasmissione

Il quick-shift della Dragster è un bel regalo quando si guida veloci. Ma non è male nemmeno il cambio Triumph, veloce e preciso negli innesti. Senza infamia e senza lode quello Yamaha: fa quello che deve fare.
4.5
4.0
3.0

Sospensioni

La ciclistica radicale non aiuta, ma le sospensioni MV sono davvero "estreme". All'opposto quelle Yamaha, piacevolmente morbide. Come sempre vince la via di mezzo: la Street funziona dappertutto!
3.0
4.5
4.0

Freni

L'equilibrio qui regna sovrano: nel gruppo, però, anche se di un soffio, emerge l'impianto dell'inglese, il migliore quanto a feeling e gestibilità. Sono tutte dotate di ABS: promossi tutti, puntuali e mai troppo invasivi.
4.0
5.0
4.0

Su strada

Elettronica inesistente, CV a misura d'uomo, ciclistica efficace: nel misto non c'è storia, la Street domina la scena. Con la Yamaha si dondola ma si fa un po' tutto, al contrario della Dragster, specialistica e difficile.
3.5
4.5
4.0

Versatilità

Diverte nel misto e non stanca: con l'MT-09 il compromesso è servito. Segue la Triumph anche se il raggio d'azione si riduce. Con la Dragster si può scegliere o la serata al pub o il misto stretto. Il resto è dramma.
2.5
3.5
4.5

Prezzo

Se non è un vero affare la Yamaha, poco ci manca! Gustosa da guidare, eclettica, bella. Anche la Street è molto interessante, anche se inizia ad essere datata. L'MV è per facoltosi puristi, amanti dell'estremo.
2.5
4.0
4.5

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