GSR600: predatrice, ma facile da domare

E' la mia

Il design è particolare e di certo non piace a tutti, ma l’aspetto è estremamente dinamico, da l’impressione di un felino pronto a balzare sulla perda. Le finiture sono a posto, la strumentazione è ben leggibile e i comandi sono al posto giusto. Quando ci sono salito erano 14 anni che non guidavo una moto, e il basso “ringhio” che usciva dagli scarichi mi dava l’impressione che sarei stato io la sua prossima preda. Non servono molti km per “addomesticarla”, il motore spinge regolare ad ogni regime rendendo tutto molto facile. Il cambio è un po’ duro negli innesti, in parte è colpa del rinvio della leva che lavora inclinato; in pochi minuti lo inverto e mi trovo a scalare tirando in su, non ci vuole molto ad abituarsi e il comando diventa più morbido. Mi piace guidare senza tirare le marce e facendo scorrere la moto in curva pennellando le traiettorie, e questa moto mi da l’impressione di seguire ogni mio comando come stessimo danzando. Presto gli angoli di piega diventano importanti, ma le gomme offrono un ottimo appoggio, anche quando si arriva a pochi mm dalla spalla. Alzando il ritmo si sente un po’ la mancanza di una frizione antisaltellamento, anche se a volte può essere divertente sentire il posteriore che scoda leggermente in ingresso aiutando anche ad inserire la moto. E’ una moto che può sicuramente essere divertente anche tra i cordoli, ma in pista può risentire negativamente della spaziatura del cambio, a causa delle prime due marce un po’ troppo corte.