Un'italiana vera, ma per tutti!

L'ho avuta

Convincere della bontà di una moto che hai venduto dopo solo 8 mesi e 6.000 km non è facile, ma la Shiver è davvero un mezzo fantastico, ottimo punto d'incontro tra il "cuore" tipico di un bicilindrico italiano e la regolarità richiesta da chi non ama le moto estreme. La caratteristica che più mi ha colpito di questa moto è, infatti, il vigoroso motore che spinge con disinvoltura sin dai 3-4.000 giri fino alla soglia del limitatore, posto davvero in alto per un bicilindrico. Nonostante tutto ciò avvenga con quella dose di vibrazioni amate dai cultori di questo tipo di motore, l'erogazione è talmente fluida e dolce da permettere a chi predilige una guida rilassata di trotterellare in tranquillità. Solo in mappatura Sport, l'eccessiva reattività dell'acceleratore disturba forse il comfort, specie in città o nelle curve strette. Proprio le curve sono però il terreno di questa moto. Coppia da vendere, una ciclistica azzeccata e freni più che affidabili permettono infatti, di dare del filo da torcere a qualsiasi altra moto, senza mai superare i limiti della sfruttabilità per il motociclista medio. Detto già della sua propensione al viaggio (breve se non si monta un cupolino), il terreno più ostico per la Shiver è forse la città, dove i guidatori dai 175 cm in giù faticano per la sella alta e il peso davvero abbondante per la sua categoria. In conclusione è la moto ideale per chi cerca il compromesso tra comodità e le prestazioni corpose tipiche di un bicilindrico.