Prove della redazione
Moto Morini XCape 1200: no, non è la maxi adventure che vi immaginate, ma assomiglia di più a una maxi motard +VIDEO
La nuova Moto Morini X-Cape 1200 si presenta come una vera sorpresa nel panorama delle maxi enduro. Dopo l'attesa generata dalla sorella minore 700, questa 1200 arriva con una personalità inaspettatamente sportiva che la distingue nettamente dalla concorrenza adventure tradizionale.
PRIME IMPRESSIONI E POSIZIONE DI GUIDA
La X-Cape 1200 mantiene la formula vincente della 700 con alcune evoluzioni significative. La sella bassa a 840 mm permette a un pilota di 174-175 cm di toccare comodamente con entrambi i piedi, mentre il manubrio alto e largo offre una posizione di guida confortevole e dominante. La sella è ben sagomata con bordi svasati e fianchi stretti che non ostacolano i movimenti, anche se la forma leggermente scavata non favorisce molto l'avanzamento e l'arretramento.
Per i piloti più alti, le pedane risultano piuttosto raccolte rispetto al piano sella, mantenendo le ginocchia leggermente piegate. Questa scelta progettuale privilegia l'angolo di piega a scapito del comfort per le gambe lunghe.
DESIGN E QUALITA' COSTRUTTIVA
Esteticamente la X-Cape 1200 appare più "gonfia" rispetto alla 700, anche se la larghezza massima differisce di solo 1 cm. La percezione di maggiore imponenza deriva dalla diversa distribuzione delle masse, con l'allargamento concentrato nella parte anteriore.
La qualità costruttiva è notevole, con un'attenzione ai dettagli da moto premium. Ogni componente tradisce cura e ricerca: dal cavalletto laterale in pressofusione con molla completamente carenata, alle maniglie pressofuse, fino al registro catena e ai cerchi a raggi tangenziali.
Il telaio nascosto sotto le carene è un traliccio semplice in acciaio con telaietto posteriore, soluzione che mantiene costi contenuti senza compromettere la solidità.
CICLISTICA E DINAMICA DI GUIDA
Qui arriva la prima grande sorpresa: la X-Cape 1200 è molto più sportiva di quanto ci si aspetterebbe da un'adventure. I 259 kg dichiarati sembrano sparire grazie al baricentro molto basso ottenuto dal serbatoio in stile KTM che scende verso il basso. La ripartizione dei pesi 50/50 e la stabilità generale sono eccellenti.
L'avantreno si dimostra molto bilanciato e piantato, con pochi cambi di carico che rendono la guida prevedibile e progressiva. Su asfalto liscio la moto è genuinamente divertente, anche se non risulta agilissima negli inserimenti in curva. La stabilità nel veloce è impressionante e ispira fiducia.
SOSPENSIONI E SET-UP
Le sospensioni KYB adottano una taratura decisamente sostenuta, più vicina a quella di una sportiva che a una classica adventure. Questo setup premia il piacere di guida e la precisione su asfalto liscio, ma penalizza il comfort quando l'asfalto si fa più sconnesso. Si sentono chiaramente i cordoli, i tombini e le imperfezioni stradali, specialmente quando si viaggia in due. È una scelta precisa che privilegia le performance dinamiche rispetto al comfort tipico del segmento adventure.
IL MOTORE CORSA CORTA EVO
Il bicilindrico a V di 87° da 129 cavalli ha subito una profonda evoluzione rispetto alla versione precedente. Se prima era "rabbioso" e difficile da gestire, ora con le normative Euro 5+ si è molto addolcito, risultando più gestibile ma mantenendo carattere.
Il motore scende fino a 2000 giri senza strattoni, ma è dai 3000 ai 6000 giri che esprime il meglio di sé con una "secchiata" di coppia molto caratteristica. L'allungo oltre i 6000 giri non è particolarmente emozionante, mancando l'acuto tipico dei motori europei, ma la spinta ai medi è robusta e utilizzabile.
Le cinque modalità di guida (Sport, Road, Eco, Rain, Off-Road) si differenziano principalmente nella risposta del gas, con Sport che rimane la più utilizzabile per sfruttare appieno il carattere del motore. La differenza tra le mappe non è drammatica, con Road che offre circa il 10% in meno di potenza e una risposta più dolce.
CAMBIO E QUICKSHIFTER
Il cambio rapido funziona bene, ma richiede attenzione nella posizione del piede sulla leva per evitare attivazioni involontarie. Si percepisce un'interruzione di coppia importante durante le cambiate, più evidente quando si interferisce accidentalmente con la leva del cambio.
La frizione risulta piuttosto dura, richiedendo una guida "maschia" e determinata. Il quickshifter si comporta bene nella guida rilassata con innesti morbidi, ma risulta un po' lento nella guida sportiva e talvolta brusco in scalata.
FRENATA E CONTROLLI ELETTRONICI
L'impianto frenante Brembo con pinze monoblocco all'anteriore è decisamente sopra le righe per il segmento. La frenata è aggressiva, progressiva e da vera sportiva - forse anche troppo per un'adventure tradizionale. Il disco posteriore è stato maggiorato a 280mm per garantire prestazioni adeguate.
ABS e traction control sono piuttosto conservativi ma efficaci. Il traction control è facilmente modificabile tramite la pulsantiera e può essere completamente disattivato. È presente anche il ABS disattivabile su entrambi gli assi.
La X-Cape 1200 impressiona per la ricchezza della dotazione a un prezzo competitivo di poco meno di 14.000 euro. Il display TFT da 7 pollici riprende quello della 700 con grafica dedicata, risultando ben proporzionato e immediato nella lettura.
La strumentazione include:
- Dash cam con registrazione continua per 15 ore
- Corner light con intervento a 15° e 26°
- Blind spot detector con segnalazione negli specchi
- Daily running light
- Doppie prese USB e USB-C
- Sella e manopole riscaldabili
- Cruise control preciso e fluido
- Cupolino regolabile su più posizioni
PROTEZIONE E COMFORT
La protezione aerodinamica è eccellente. Il cupolino, anche nella posizione più bassa, non genera vortici e protegge completamente spalle e casco fino a piloti alti 180 cm. La regolazione è immediata e offre diverse posizioni intermedie.
Le plastiche inferiori sono generose e ben raccordate, offrendo buona protezione per gambe e piedi. Tuttavia, la moto tende a scaldare parecchio, specialmente sul lato sinistro. Il costruttore ha confermato che la versione definitiva avrà convogliatori aggiuntivi per migliorare la situazione.
RUMOROSITA' DA RIVEDERE
Un aspetto da segnalare è la rumorosità eccessiva di questa versione pre-serie. Il suono, pur caratteristico e gratificante per l'appassionato, risulta troppo invadente per l'uso quotidiano, specialmente attraversando centri abitati. Il costruttore ha confermato che la versione di serie sarà più silenziosa.
CONSIDERAZIONI FINALI
La Moto Morini X-Cape 1200 rappresenta un'interpretazione coraggiosa e non convenzionale del concetto di adventure. Invece di seguire la strada del comfort estremo tipica delle giapponesi, sceglie di privilegiare il piacere di guida e le performance dinamiche.
È una moto che richiede un pilota attivo e coinvolto, gratificando chi cerca carattere e personalità. Il rapporto prezzo-dotazione è eccezionale, posizionandola come una premium accessibile capace di competere con avversarie ben più costose.
I punti di forza includono la ciclistica bilanciata, l'impianto frenante di alto livello, la dotazione tecnologica completa e la qualità costruttiva. I compromessi riguardano principalmente il comfort su fondi sconnessi e la gestione motore che necessita ancora di qualche affinamento.
Per chi cerca un'adventure sportiva e caratteriale a un prezzo competitivo, la X-Cape 1200 rappresenta una proposta unica e convincente nel panorama attuale. Non è per tutti, ma chi apprezza il suo carattere "maschile" e coinvolgente difficilmente ne rimane deluso.












Per inserire un commento devi essere registrato ed effettuare il login.