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BSA Bantam 350: il ritorno dell'inglese più venduta al mondo

Marco Boni il 08/08/2025 in Prove della redazione
BSA Bantam 350: il ritorno dell'inglese più venduta al mondo
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Stile classico, funzionamento preciso e un motore performante: la BSA Bantam ha tutte le carte per posizionarsi bene in un mercato in espansione ed è in vendita a un prezzo davvero interessante

Per chi cerca qualcosa di autentico, senza fronzoli e privo della tecnologia esasperata di oggi, ma che offra un’esperienza motociclistica a 360 gradi, le nuove proposte con motori tra i 300 e i 450 cc rappresentano la scelta ideale. I 125 cc, troppo penalizzati dalle normative, non sono più una vera opzione, mentre salendo di cilindrata si rischia di entrare nel mondo delle alte performance, perdendo alcuni elementi fondamentali che rendono la moto ciò che ci appassiona. Le cilindrate medie, invece, riescono a dare carattere alla moto senza renderla eccessivamente pesante.

Chi cerca l’essenza della moto dovrebbe guardare al mondo classico: mezzi che richiamano lo stile essenziale e affascinante delle moto anni '40, oggi reinterpretati con tecnologia moderna. È proprio in questa direzione che si muove BSA, ampliando la gamma con la nuova Bantam 350.

BSA Bantam 350: il ritorno dell'inglese più venduta al mondo

La storia

Ricordare il passato è sempre utile, e BSA lo sa bene. Il marchio fonda la sua identità su un'eredità importante, come dimostrano i modelli Gold Star e Scrambler 650, reinterpretazioni moderne di due icone del passato.

La Bantam nasce nel 1948 come 125 cc, cresce a 150 nel 1954 e arriva a 175 cc nel 1958. Rimane a listino fino alla chiusura dell’azienda nel 1971 ed è stata, per un periodo, la moto più venduta al mondo, con stime comprese tra 350.000 e 500.000 unità.

Oggi il nome e lo stile ritornano con una nuova cilindrata: 354 cc. Rimane l’anima monocilindrica, semplice e fedele allo stile inglese, ma arricchita da una linea ben riuscita.

BSA Bantam 350: il ritorno dell'inglese più venduta al mondo

Cos'è la Bantam?

Se cercate una moto specializzata in qualcosa, la Bantam 350 non fa per voi. Ma se ciò che vi interessa è lo stile e il puro piacere di guida, allora siete nel posto giusto. Una classica non si fa notare per prestazioni o soluzioni tecnologiche, ma conquista nella guida reale.

Esteticamente è subito riconoscibile: serbatoio a goccia, sella che si alza nella parte posteriore, codino corto con fanale tondo e faro anteriore anch’esso tondo. I soffietti sulla forcella, i doppi ammortizzatori posteriori e il fianchetto laterale (in plastica ma ben disegnato, con la firma “Bantam 350”) completano l’insieme.

Il motore monocilindrico raffreddato a liquido da 334 cc DOHC, pur con alette solo estetiche, eroga 29 CV a 7.750 giri e 29,6 Nm a 6.000 giri, gestiti da un cambio a 6 marce. Numeri ottimi per il segmento.

Il telaio è in acciaio a doppia culla, la forcella tradizionale ha 135 mm di escursione, mentre i doppi ammortizzatori regolabili coprono 100 mm. Freni ByBre con dischi singoli da 320 mm all’anteriore e 240 mm al posteriore, ruote da 18” e 17” con pneumatici 100/90 e 150/70.

La ciclistica è semplice, essenziale, ma ben calibrata. BSA ha volutamente evitato soluzioni "premium" per mantenere basso il prezzo, offrendo comunque una guida appagante per tutti.

BSA Bantam 350: il ritorno dell'inglese più venduta al mondo

I vantaggi del 350

Oltre al prezzo, i vantaggi di questa moto sono molteplici. In primis il peso: dopo anni in cui dominavano le maxi moto e le crossover, c’era bisogno di qualcosa di più maneggevole. La Bantam 350, con 185 kg in ordine di marcia, risponde bene a questa esigenza.

Le dimensioni sono contenute, ma la sella a 800 mm e la sezione centrale stretta permettono a chiunque di toccare facilmente terra. La posizione di guida è comoda: manubrio stretto e ben posizionato, serbatoio che accoglie le gambe, pedane nella giusta posizione. Solo oltre i 180 cm di altezza si può sentire la necessità di più spazio, ma senza vero disagio.

È una moto pensata per tutti.

BSA Bantam 350: il ritorno dell'inglese più venduta al mondo

Potenza a sufficienza

Come dicevo, per capire una classic bisogna provarla. L’estetica non è l’unico punto a suo favore, Il cuore della Bantam 350 è il suo motore. I 29 CV sono più che sufficienti per la categoria, offrendo una curva di potenza progressiva e piacevole. Ai bassi regimi si comporta come un classico monocilindrico, ma sopra i 6.000 giri la coppia si fa sentire e la moto prende velocità con entusiasmo. Si viaggia tranquillamente oltre i 110 km/h, con vibrazioni contenute e ben gestibili.

In città è comodissima: frizione leggera, buona elasticità e maneggevolezza la rendono perfetta anche per gli spostamenti quotidiani. Fuori città, a 90 km/h in sesta, offre ancora margine per accelerare. Solo in autostrada, nei lunghi tragitti, può diventare un po’ scomoda: non è il suo habitat naturale.

La ciclistica si comporta bene, in particolare l’impianto frenante anteriore, modulabile ed efficace. Il posteriore, invece, potrebbe migliorare in termini di potenza. Le sospensioni sono l’unico elemento un po’ contraddittorio: la forcella affonda in frenata ma appare rigida nella guida, e lo stesso vale per i due ammortizzatori posteriori. Nulla di grave, ma ci si aspetterebbe una risposta più morbida su una classic.

Anche la dinamica in curva è particolare: l'ingresso è molto rapido, quasi a dare la sensazione che lo sterzo si chiuda, ma è solo un’impressione iniziale. Dopo poche curve, la confidenza arriva.

BSA Bantam 350: il ritorno dell'inglese più venduta al mondo

Prezzo e considerazioni

La Bantam 350 offre come uniche dotazioni tecnologiche l’ABS, il controllo di trazione e un display LCD semplice ma funzionale, ben leggibile salvo quando il sole colpisce il vetro.

In un segmento in rapida crescita, la Bantam si distingue. Le classiche di media cilindrata condividono spesso stile e componenti simili, quindi il vero punto di differenziazione è il carattere del motore. E qui BSA ha scelto una soluzione più vivace rispetto a Honda o Royal Enfield, ma comunque equilibrata. Si colloca a metà strada, per feeling, tra queste e le Triumph 400, che però giocano in una fascia leggermente diversa.

La qualità percepita è buona: non tanto per dotazione, ma per coerenza e funzionamento generale. Sarebbe interessante confrontarla direttamente con le concorrenti per capire chi interpreta meglio questo “nuovo” concetto di moto.

Il prezzo? 4.099 euro f.c.: il più basso del segmento. Una proposta concreta, onesta e ben studiata, che potrebbe davvero riportare in auge il nome BSA anche in Italia.

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