Anteprime
Yamaha MT-09 Y-AMT: la meno automatica tra le automatiche!
Yamaha arriva con la sua interpretazione del cambio automatico: si chiama Y-AMT e debutta sulla MT-09. Viene annunciato come sportivo nel feeling e nelle risposte, ma è davvero così? Scopritelo con noi
È una questione di testa. È vincere le proprie abitudini, le sicurezze con cui sei cresciuto, che ti fa essere obiettivo. E io ho cercato di fare così. Yamaha ha fatto un gran lavoro con questa trasmissione automatica, perché funziona bene, perché è semplice come concetto, relativamente economica da realizzare ed estendibile ad altri modelli (a breve arriverà sulla Tracer).
Il fatto di lanciarla sulla MT-09 è per far capire che ha un’attitudine sportiva (perlomeno a sentire il marketing): è un posizionamento voluto, ma il suo potenziale è ben più alto nel mondo Touring e Adventure. Partire con un’accezione positiva, non da “sfigati”, è fondamentale, e dietro questo banalissimo concetto si motiva questa scelta.
Non è solo marketing
Se la pensiamo come arma totale per lo sportivo incallito è sbagliato (pur se in Manual è di un’efficacia pazzesca), ma se pensiamo cosa ha fatto il mondo auto (dove il cambio manuale è praticamente scomparso), se pensiamo ai nuovi motociclisti, che approcciano le due ruote in modo tardivo rispetto a prima e magari arrivano da uno scooter (o da una Honda X-ADV), ecco, per loro questa MT-09 è l’upgrade ideale.
Il futuro potrebbe essere fatto di trasmissioni automatiche e Yamaha non vuole mancare all’appello (come tanti altri, ora). Questa moto affiancherà la versione normale, arriverà ad ottobre e costerà 11.399 euro: “solo” 500 euro in più di quella col cambio tradizionale (altra furba operazione di marketing).
Due motori elettroattuati sostituiscono il nostro piede e la nostra mano sinistra (cioè chi aziona cambio e frizione). Sono piccoli, abbastanza da poter essere alloggiati dietro ai cilindri, esternamente, senza dover modificare i carter motore, e leggeri: la loro presenza comporta un aggravio di peso di 2,8 kg. A decidere il loro azionamento è la centralina, governata da tanti parametri fra cui quelli forniti dalla piattaforma inerziale. Un sistema del genere era stato già realizzato nel lontano 2006, sulla FJR 1300, ma allora l’elettronica non era quella di adesso…
Manual o Auto, a voi la scelta
Si può guidare in due modi, in modalità automatica o manuale. La prima ha due possibilità, D e D+, e si viaggia di default solo in mappatura Street. La D è più turistica (tende ad anticipare/lasciare la marcia più alta), la D+ invece simula quella che dovrebbe essere una guida sportiva. Nella realtà, ho constatato che c’è poca differenza tra le due, e la D+ è poco dissimile dalla D (non può soddisfare appieno l’uso esasperato che si è soliti fare del cambio nella guida spinta).
Aiuta il fatto che anche in D si può intervenire manualmente, soprattutto in scalata, quando se non lo fa lei la metti tu la marcia giusta. E questa operazione non fa passare definitivamente in Manual: tu metti la marcia desiderata, ma il sistema rimane in AT e quando si presentano le condizioni per cambiare marcia riprende ad intervenire in modalità automatica.
Passare da una scelta all’altra è estremamente semplice, si aziona – anche in movimento – con l’indice un tasto rosso sul blocchetto destro. E la cosa è reversibile all’infinito (una lettera sul cruscotto ti segnala in quale modalità ti trovi). Quando si procede in manuale, si sale e si scende con le marce mediante due piccoli paddle sotto al blocchetto sinistro, azionabili da indice e pollice. E in quella modalità si può disporre delle 4 mappature, potendole settare anche in movimento sempre con un tasto, posizionato sul blocchetto destro. All’inizio non è proprio naturale, ma con l’utilizzo le cose migliorano parecchio.
Yamaha MT-09 Y-AMT: come va
Partiamo dalla modalità automatica. C’è comunque la cambiata, buona cosa per un motociclista, ed è rapida. Si procede avendo a che fare con la tipica risposta di un buon quickshifter, quindi con una progressione veloce, secca, non priva di rumorosità e di piccoli scuotimenti. Detto così, potrebbero sembrare difetti, invece per il motociclista tradizionale vuol dire non discostarsi troppo da quello che ha sempre guidato, vissuto.
Siamo lontani anni luce da quello che si prova su uno scooter, per esempio, o da trasmissioni automatiche di altro tipo; qui rimane la sensazione dei rapporti che si susseguono in rapida successione. Non c’è una dolcezza assoluta, il doppia frizione DCT di Honda amalgama meglio i rapporti, ha meno stacco tra loro ed è più silenzioso; ma ripeto, il carattere Y-AMT può essere un valore aggiunto per chi ha già esperienza motociclistica e parte con dei preconcetti.
È un buon cambio dotato della classica interruzione di coppia, che lo rende reattivo e immediato: solo che non sei tu ad azionarlo. Ci metti un po’ di km per abituarti a quel vuoto davanti alla mano sinistra, così come per il piede: però quello almeno lo posizioni più correttamente sulla pedana: più centrale, arretrato. La MT-09 Y-AMT mette le marce al momento giusto, in modo puntiglioso, non hai brutte sorprese se vai in giro tranquillo (ma anche ad andatura media…). Ed è molto rilassante. Partendo da fermi c’è un piccolo sussulto, ma impari presto a smussarlo calibrando bene i primi mm di gas.
Perché questo cambio automatico ci ha convinto
Altra curiosità, è che si ferma sempre in prima (spegnendo la moto), e per mettere il folle bisogna premere il piccolo paddle tenendo tirato il freno. Nelle rotonde può capitare che faccia seconda-prima proprio dentro la svolta se vai molto piano, ma poi lo interpreti e diventa tutto più naturale. In città è comodissima la modalità D, ti fermi al semaforo come se fossi in sella a uno scooter, così come è vincente sulle statali trafficate (no panic nei sorpassi), ma anche nel misto non fa un plissé.
Ti stupisce per come è puntuale, al massimo può capitare che tenga la marcia alta più a lungo di quanto faresti tu in inserimento, oppure che non appoggi subito quella successiva quando, in accelerazione, esci da una curva. Ma lo scompenso dipende solo da quanto vuoi tirare, dal tuo stato emotivo in quel momento. Se sei rilassato, fai fare tutto a lei, che lo fa benissimo, e non torni più in manual. È troppo comoda, zero sbattimenti, lei è così precisina che ti affidi in toto alla sua precisione. Credetemi, va usata per capirne il potenziale. E ha convinto pure me.
I (pochi) difetti del cambio Y-AMT
Se invece la strada si fa mossa, ci sono curve controcurve e ti viene voglia di tirare, allora passi in D+. Le cose migliorano ma, come già detto sopra, non è mai come vorresti fare tu. In staccata, tarda a mettere il rapporto più basso per tempo, così tu sei costretto a pinzare un po’ di più con l’anteriore e questo comporta più cambio di carico (metti più in crisi le sospensioni). La percorrenza di curva è sempre un’interpretazione molto personale, che raccorda più azioni sulla moto, e lei non potrà mai essere te. E questo è commisurato alla capacità di chi guida, all’esperienza, al senso della traiettoria, alla volontà/possibilità di forzare mantenendo il pieno controllo del mezzo.
Ergo, chi è poco smaliziato, Auto tutta la vita, chi lo è di più Manual tutta la vita. E lì fa paura, perché sei libero da pensieri (leggasi frizione), spingi bene sulla pedana sinistra, puoi contare su una rapidità pazzesca, non sfolli mai, eccetera… Solo nelle staccate più brutali mi sento di dire che il controllo della frizione rimane una certezza più assoluta per governare il saltellamento posteriore. Ma, detto ciò, non ha mai fatto brutti scherzi in quella situazione.
E volete sapere quale è stata la cartina tornasole nella mia testa fra Auto e Manual? Il momento di fare le foto: cioè quando sai che in quel preciso punto c’è l’operatore e tu, di fronte a lui, devi essere col corpo giusto, col motore al regime giusto, con la sospensione non troppo chiusa e via dicendo... Bene, il primo passaggio l’ho fatto in D, ma per tutti i successivi sono passato in M. Vorrà pur dire qualcosa...
Per inserire un commento devi essere registrato ed effettuare il login.