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Moto Morini Calibro VS Royal Enfield Shotgun: power cruiser o café racer? +VIDEO+
Le custom stanno tornando, specialmente se facili e poco impegnative. Ecco allora le due nuove proposte di Moto Morini e Royal Enfield, due medie cilindrate curate nel look, allettanti nel prezzo ma molto diverse per indole, prestazioni e anche guida. Calibro o Shotgun? Molto dipenderà dal vostro gusto estetico, ma ci sono da considerare le differenze di motore, ciclistica ed ergonomia: eccole spiegate
Shotgun, fucile, e calibro, uno strumento di misura ricordato soprattutto per il diametro delle armi da fuoco: tutte e due queste moto parlano lo stesso linguaggio, un linguaggio di virile presenza sulle strade di oggi. Come ci è già capitato altre volte in questo test, sono due interpretazioni di un concetto tutto sommato simile: una custom dal sapore sportivo.
Due interpretazioni quindi, basta vederle, del tutto diverse: più moderna e power cruiser la Calibro, più vintage e café racer la Shotgun. Ma gli ingredienti con cui sono realizzate sono simili. Cominciamo dal motore: per entrambe di cilindrata media, che non viene troppo sottolineata perché nel mondo cruiser “bigger is better”, mentre queste sono moto molto più ragionevoli. Infatti non hanno neppure un V-twin, che sarebbe una complicazione e un costo tutto sommato ingiustificato, bensì un più razionale bicilindrico parallelo: bialbero raffreddato a liquido (di origine CFMOTO )sulla Morini, monoalbero raffreddato ad aria sulla Royal Enfield. Due motori che su una classica naked sarebbero forse un po’ troppo tranquilli, ma che su due custom sportiveggianti risultano adeguatamente brillanti.
Prima regola: il colpo d'occhio
Per una volta non dobbiamo spendere tante parole a commentare le schede tecniche: primo perché le dotazioni sono relativamente semplici, senza ride-by-wire o sospensioni regolabili; e secondo perché nell’ottica di queste moto sono tutto sommato secondarie, perché al centro di tutto c’è il look, la “presenza”.
E allora la Calibro, bassa e lunga, con le pedane avanzate e il cupolino, i colori brillanti e la sella scavata, contrasta fortemente con la Shotgun, tutta acciaio e semplicità, giocata tutta sulle grafiche, il serbatoio e la sella sospesa monoposto.
Custom, ma entry-level. Moto che devono gratificare, ma senza impegnare. E non parliamo tanto dell’esborso all’acquisto, quanto della praticità d’uso nel quotidiano. Non troppo pesanti in manovra, non troppo calde d’estate, agili anche nel misto. Ed entrambe sono naturalmente un invito a nozze per la personalizzazione: la Shotgun ha già oltre 30 accessori originali a catalogo, mentre Morini sta lavorando sulla lista.
Moto Morini Calibro: adesso è 700
Il motore Morini è la sorpresa del giorno, perché non è il 650 con cui la moto era stata presentata a Eicma, e che abbiamo già visto sulle X-Cape 649 e Seiemmezzo, ma un 700 sempre di origine CFMOTO (lo stesso della 700MT), ottenuto dal precedente aumentando la corsa da 60 a 64 mm per avere più coppia ed essere più facile da omologare Euro 5+. Resta completamente analogico, senza Ride-By-Wire e mappe, ma è comunque moderno alla vista, con i coperchi color bronzo e l’aspetto tecnico. Eroga una settantina di cavalli ed è disponibile anche in versione da 47,5 CV per patente A2.
Completato da una trasmissione a cinghia in pieno stile Harley-Davidson, è ospitato in un telaio doppia culla in acciaio, con forcella a steli tradizionali da 41 mm e doppio ammortizzatore posteriore, regolabile nel precarico e che lavora su un forcellone in acciaio. Le ruote sono in lega, da 18” anteriore e 16” posteriore, con generose gomme da 130/70 e 180/70 (0 /65), i freni J.Juan prevedono un disco singolo con anteriore da 320 mm. L’interasse è di 1.490 mm con la sella a soli 725 mm da terra. Il peso è di 200 kg a secco, il serbatoio da 15 litri. La strumentazione prevede un contagiri analogico con un elemento digitale integrato.
Royal Enfield Shotgun 650: classica e molto curata
Anche la Shotgun offre uno strumento circolare misto (che però indica la velocità e non i giri), cui si affianca l’originale Tripper per la navigazione TBT integrata; c’è anche una presa USB. Il ponte di comando è senz’altro la cosa di aspetto più moderno sulla Royal, che per il resto è un inno alla tradizione a partire dal motore: classico nell’aspetto con il grosso basamento ovale e i cilindri alettati, e classico nella sostanza. Per quanto anche il twin della Morini sia tecnicamente classico, questo è ben più conservatore nelle specifiche: monoalbero, raffreddato ad aria, decisamente meno superquadro (A/C = 1,17 contro 1,30) e anche meno compresso. Rientra infatti nei limiti A2 senza bisogno di essere depotenziato, con i suoi 47 CV tondi.
La Royal Enfield è anche un po’ più corta (1.465 mm di interasse) e diversa nell’assetto, con la sella a 795 mm, il manubrio stretto e un’avancorsa contenuta in 101,4 mm. Il telaio doppia culla, qui anche elemento di design, è assistito da sospensioni Showa, con forcella a steli rovesciati e doppio ammortizzatore posteriore. Le ruote in lega sono in questo caso da 18”-17” con sezione più snella: 100/90 anteriore e 150/70 posteriore; freni Bybre, sempre a disco singolo con anteriore da 320 mm. Nonostante la maggior semplicità costruttiva, il peso è qui di 240 kg in ordine di marcia, quindi una ventina di kg sopra la Morini; il serbatoio contiene 13,8 litri.
La Shotgun è disponibile in quattro diversi colori che contraddistinguono anche l’allestimento; si parte da 7.300 euro f.c., la nostra “Blu Plasma” costa 7.400 euro e la bicolore 7.500 euro: la Calibro è disponibile grigia o rossa a 7.090 euro f.c., e in un tenebroso allestimento “bagger”, total black, a 8.190 euro f.c.
Calibro e Shotgun: ergonomia e finiture
L’aspetto delle due moto non mente. La Calibro è bassa e lunga, con le pedane avanzate e il manubrio più spiovente. Ha una sella molto morbida e una posizione molto inserita: questo aiuta sia ad assorbire buche e tombini, visto che i due ammortizzatori risultano sempre più rigidi di un mono con link, sia a migliorare la protezione dall’aria in velocità, grazie all’effetto del largo serbatoio e della palpebra sopra il cruscotto. La Calibro sarebbe insomma più confortevole della Shotgun, se non fosse per un tasso di vibrazioni sensibilmente superiore, in particolare alle pedane, che riportano la situazione in pareggio.
La Shotgun ha anch’essa una ergonomia con il busto eretto, ma ha le pedane più centrali e un manubrio più corto e dritto. Non è nemmeno una postura da café racer, perché c’è poco carico sui polsi; diremmo più una posizione convenzionale, da “classic” fatta e finita. In questo caso l’esposizione all’aria è totale, le vibrazioni sono più “corpose”, a frequenza più bassa, ma nel complesso meno avvertibili e la sella singola a effetto sospeso (quella del passeggero è tra gli optional) aiuta anche in questo caso il lavoro degli ammortizzatori Showa, che come sulla Super Meteor sono comunque tarati molto rigidi.
A penalizzare la Royal Enfield è piuttosto la larghezza estrema del basamento, che obbliga a tenere le pedane e quindi i piedi davvero molto larghi e crea impiccio quando ci si ferma o si deve manovrare il cavalletto.
Motori: 25 CV in più per la Calibro
Tornando ai motori, sono parecchio diversi, e non solo per i 25 CV in più della Calibro, che come prevedibile si sentono tutti. La Morini ha bassi regolari, una bella spinta e un vero e proprio allungo; peccato per il cambio un po’ contrastato e per le vibrazioni, come detto superiori alla rivale quando si superano i 4.000 giri. Avendo una ciclistica sana come tutte le Morini si guida anche bene, e pur in presenza di una forcella piuttosto aperta è agile in città e sufficientemente stabile in velocità, con l’unico limite di pedane molto basse che toccano presto in piega, limitando il potenziale della moto vista anche la sezione delle gomme. Anche il disco singolo anteriore è potente ma non mozzafiato, anche perché l’ABS è un po’ lento nelle reazioni.
In città la situazione è molto buona: leggera in manovra e trattabile ai bassi, la Calibro è godibile, anche c'è un leggero on/off e la ventola che scarica sul lato destro è fastidiosa nelle giornate calde. Anche l’alettatura della Shotgun irradia calore in estate, ma in modo non così concentrato. L’indiana è tutta morbidezza e rotondità: scende in sesta sotto i 50 km/h e riprende senza un plissé, ma anche senza alcuna tentazione di verve – anche in questo la diremmo più “classic” che non “Café Racer”. Cambio e frizione sono morbidi, le geometrie impostate per una grande facilità. Sul veloce, a parte la minor cavalleria, la Shotgun denuncia un avantreno non particolarmente comunicativo, come peraltro qualche altra Royal Enfield: è come se la ruota anteriore fosse un po’ troppo avanti, il che rende meno naturale la discesa in piega e può innescare qualche (breve) sbacchettamento sulle asperità incontrate ad alta velocità.
Parlando di autostrada, la Morini a 130 km/h è a suo agio, consente di affrontare senza problemi trasferte a medio raggio ma alla lunga il busto che prende comunque aria e le vibrazioni la rendono più stancante rispetto a una crossover o a una naked dall'ergonomia più raccolta. La Royal Enfield invece preferisce viaggiare sotto i 130 km/h sia per la completa esposizione al vento che per il motore meno potente, che alle velocità autostradali è un po' più tirato.
Conclusioni: potenza o finiture?
Alle andature a cui moto di questo genere normalmente si muovono, la situazione è senz’altro buona in entrambi i casi e il discorso si riduce a un tema di preferenza estetica, che nel mondo custom si estende al colpo d’occhio e alle finiture in generale. Visto così, questo Test a Test si risolve con una preferenza per Royal Enfield: è meno potente ma ha comunque la spinta che serve, un look davvero d’impatto (il colore blu intenso ovviamente la aiuta), finiture impeccabili specie lato saldature e verniciatura, uso di plastica limitato al minimo a favore dell’acciaio, come piace ai puristi del genere e anche una tonalità di scarico più piena e soddisfacente.
La Calibro è un progetto con tutte le qualità delle ultime Morini: quote ciclistiche azzeccate, un motore regolare e sempre presente, con prestazioni decisamente superiori alla Shotgun; la sua estetica, per quanto originale ed equilibrata, ha però fatto girare qualche testa in meno al nostro passaggio. Per una custom, è una cosa che ha il suo peso.
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