Chi dice che ormai gli scooter da città sono ormai tutti uguali, si sbaglia di grosso. Proprio nell’ultimo periodo stiamo assistendo a una rivoluzione nell’ambito scooter generale; a partire dai crossover che stanno arrivando in massa da diverse parti del mondo e il ritorno delle linee tanto sportive e aggressive che erano state accantonate. E se si mettono insieme le cose nasce il Mamba, uno scooter ridotto in quanto a dimensioni e peso ma dal carattere deciso per linea, soluzioni ciclistiche e un motore tanto pronto.

Il colore del serpente

L’aspetto del MMBCU prende ispirazione appunto dal Mamba, a partire dallo scudo anteriore che rimane pulito fino al fondo in cui appaiono due luci di posizione a LED che rappresentano gli occhi del serpente e un anabbagliante centrale per identificare il muso.
Prosegue poi nella parte posteriore in cui il gruppo ottico raffigura i denti del mamba e una carenatura laterale costituita da forme esagonale, nonché le squame. La particolarità più interessante però riguarda il colore; una livrea cangiante che cambia colore a seconda di come la luce batte sulle carene che nella colorazione della nostra prova passa da un verde brillante a un violaceo.

La linea generale, quindi, dona un aspetto sportivo affiancata dal manubrio in stile naked, completamente scoperto, e tutta la coda posteriore che sembra fluttuare per la mancanza dei classici doppi ammortizzatori che si trovano sugli scooter.

Motore e ciclistica: la combo vincente

Partiamo dal motore; un 158 cc da 15,6 CV e 15 Nm di coppia massima che non sembrano molti ma alla prova finale vedremo che rendono molto più di un 125 cc. È dotato inoltre di sistema Z.R.S.G. che permette avviamenti silenziosi e consente l’utilizzo dello Start&Stop disinseribile tramite pulsante a manubrio.

La ciclistica segue l’idea sportiva dello scooter, a partire dallo sviluppo con tecnologia A.L.E.H. che ottimizza la geometria spostando il peso di motore, ruote e telaio alla stessa altezza nella parte inferiore dello scooter. Le sospensioni sfruttano una forcella tradizionale all’anteriore mentre dietro, fiore all’occhiello, si trova un monoammortizzatore a molla.

Seduta da ruote alte

In sella al Sym Mamba la sensazione è quella di stare seduti sopra allo scooter avendo la sella quasi all’altezza del manubrio. In generale il comfort c’è, le gambe trovano tanto spazio, la sella ha un’imbottitura adeguata e le braccia sono abbastanza distese, ma comunque l’idea è quella di stare in sella a un ruote alte che lascia quindi più spazio all’agilità che al comfort. La pedana piatta lascia liberi i piedi in tutte le direzioni è in più c’è la possibilità di distendere le gambe nella parte alta delle pedane anche se non risulta molto comoda.

Per quanto riguarda lo spazio di carico la pedana torna utile per trasportare anche oggetti di medie e grandi dimensioni. Presente anche un ampio portaoggetti nel retroscudo (che però non ha la chiusura) e il sottosella ospita un casco jet più qualche altro oggetto come una piccola borsa.

La prova

Uno degli scooter più divertenti da usare in città, viene da definirlo così. Partiamo dal motore; questo genera poche vibrazioni, solo al minimo il manubrio trema un po’ ma con l’ausilio dello Start&Stop al semaforo si dimentica tutto. Ma la cosa che sorprende è lo spunto di questo scooter, piccola cilindrata ma tanta grinta dovuta anche alla trasmissione ben tarata che mantiene il rapporto corto fino oltre i 30 km/h. Ciò si traduce in prontezza generale e la velocità sale rapidamente fino ai 60 km/h per questo risulta divertente in città e la ciclistica segue bene a partire dalle sospensioni. La forcella è discreta e riesce a conferire sempre il senso di sicurezza all’anteriore ma il meglio arriva dal mono posteriore; è lui che fa la differenza soprattutto su strade sconnesse e finalmente anche il pavè si affronta come si deve, in più una volta lanciato non è soggetto a effetti di rimbalzo, bensì copia in maniera ottima in curva.

Il 160 nel nome fa capire che il Mamba non è destinato solo alla città e anche in extraurbano il comportamento è buono, ottimi soprattutto i freni sempre pronti anche a forti pinzate, peccato per la mancanza di regolazione delle leve.

In autostrada si può andare ma la sensazione di agilità che rimanda al ruote alte qui si sente, la velocità massima che si aggira intorno ai 110 km/h va bene per le tangenziali ma ci si sente un po’ scoperti e il vento è nemico sia perché agisce sullo scooter in maniera decisa ma anche per il rider che si trova scoperto dal bacino in su. Rimane perciò adatto a quei pochi chilometri in tangenziale ma l’autostrada diventa impegnativa.

Prezzo e considerazioni

Con un consumo rilevato di circa 27 km/l e la capacità del serbatoio di 7,4 l il Sym MMBCU riesce a percorrere poco meno di 200 km, più che sufficienti per l’utilizzo finale.

Arriviamo al prezzo e qui non si bada troppo a spese, causa la ciclistica ben pensata, una buona costruzione complessiva e la presenza di ABS ma soprattutto TCS che portano il Mamba a 3.799 euro f.c.

Parlando della concorrenza, qualcosa di simile c’è. In primis viene in mente il PCX 150 di Honda, lui però è più un tranquillone da città, più confortevole e con una seduta più pensata bene nonostante gli spazi ridotti. Il vero confronto bisogna farlo con il Kymco KRV 200, che ricordiamo, anche lui ha un motore da circa 160 cc, quindi stessa cilindrata, configurazione naked e persino stesso Paese di provenienza ed entrambi sprigionano un animo sportivo.